Codice di Procedura Civile art. 143 - Notificazione a persona di residenza, dimora e domicilio sconosciuti 1 .

Mauro Di Marzio

Notificazione a persona di residenza, dimora e domicilio sconosciuti1.

[I]. Se non sono conosciuti la residenza, la dimora e il domicilio [43 c.c.] del destinatario e non vi è il procuratore previsto nell'articolo 77, l'ufficiale giudiziario esegue la notificazione mediante deposito di copia dell'atto nella casa comunale dell'ultima residenza o, se questa è ignota, in quella del luogo di nascita del destinatario 2.

[II]. Se non sono noti né il luogo dell'ultima residenza né quello di nascita, l'ufficiale giudiziario consegna una copia dell'atto al pubblico ministero [49 att.].

[III]. Nei casi previsti nel presente articolo e nei primi due commi dell'articolo precedente, la notificazione si ha per eseguita nel ventesimo giorno successivo a quello in cui sono compiute le formalità prescritte 3 4.

 

[1] V. art. 8 d.ls. 15 gennaio 2016, n. 7, che così dispone: « 8. (Procedimenti). ― 1. Le sanzioni pecuniarie civili sono applicate dal giudice competente a conoscere dell'azione di risarcimento del danno. ― 2. Il giudice decide sull'applicazione della sanzione civile pecuniaria al termine del giudizio, qualora accolga la domanda di risarcimento proposta dalla persona offesa. ― 3. La sanzione pecuniaria civile non può essere applicata quando l'atto introduttivo del giudizio è stato notificato nelle forme di cui all'articolo 143 del codice di procedura civile, salvo che la controparte si sia costituita in giudizio o risulti con certezza che abbia avuto comunque conoscenza del processo. ― 4. Al procedimento, anche ai fini dell'irrogazione della sanzione pecuniaria civile, si applicano le disposizioni del codice di procedura civile, in quanto compatibili con le norme del presente capo ».

[2] Comma così modificato dall'art. 174, comma 6, d.lg. 30 giugno 2003, n. 196 , con effetto dal 1° gennaio 2004.

[3] Comma così sostituito dall'art. 10, l. 6 febbraio 1981, n. 42.

[4] La Corte cost., con sentenza 3 marzo 1994, n. 69, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma, unitamente agli artt. 142 comma 3 e 680 comma 1, nella parte in cui non prevedono che la notificazione all'estero del sequestro si perfezioni, ai fini dell'osservanza del prescritto termine, con il tempestivo compimento delle formalità imposte al notificante dalle convenzioni internazionali e dagli artt. 30 e 75 d.P.R. 5 gennaio 1967, n. 200.

Inquadramento

La disposizione in commento trova applicazione in caso di irreperibilità non temporanea, sempre che il notificante, mentre in ipotesi di assenza solo momentanea del destinatario dal luogo di residenza, dimora o domicilio, occorre provvedere ai sensi dell'art. 140 (Cass. n. 18595/2014).

La condizione di irreperibilità ricorre quando il notificante ignori la residenza, dimora o domicilio del destinatario nonostante lo svolgimento delle ricerche e delle indagini suggerite dall'ordinaria diligenza, non essendo sufficiente la mera circostanza che il destinatario risulti trasferito dal precedente indirizzo (Cass. n. 10983/2021Cass. n. 19012/2017; Cass. n. 13218/2013; Cass. n. 20971/2012; Cass. n. 7964/2008).

L'ordinaria diligenza, alla quale il notificante è tenuto a conformare la propria condotta, per vincere l'ignoranza in cui versi circa la residenza, il domicilio o la dimora del notificando, al fine del legittimo ricorso alle modalità di notificazione previste dall'art. 143, va valutata in relazione a parametri di normalità e buona fede secondo la regola generale dell'art. 1147 c.c. e non può tradursi nel dovere di compiere ogni indagine che possa in astratto dimostrarsi idonea all'acquisizione delle notizie necessarie per eseguire la notifica a norma dell'art. 139, anche sopportando spese non lievi ed attese di non breve durata. Ne consegue l'adeguatezza delle ricerche svolte in quelle direzioni (uffici anagrafici, portiere della casa in cui il notificando risulti aver avuto la sua ultima residenza conosciuta) in cui è ragionevole ritenere, secondo una presunzione fondata sulle ordinarie manifestazioni della cura che ciascuno ha dei propri affari ed interessi, siano reperibili informazioni lasciate dallo stesso soggetto interessato, per consentire ai terzi di conoscere l'attuale suo domicilio, residenza o dimora (Cass. n. 12526/2014, che ha ritenuto legittima la notificazione effettuata ai sensi dell'art. 143 ad un destinatario che, in ragione di quanto attestato dall'ufficiale giudiziario per averlo appreso dal portiere in sede di infruttuosa notifica presso la residenza anagrafica, risultava aver abbandonato l'abitazione per un domicilio ignoto; Cass. S.U., n. 6737/2002; Cass. n. 1608/2012).

Formalità

La notificazione deve essere eseguita mediante deposito, a cura dell'ufficiale giudiziario, di copia dell'atto nella casa comunale dell'ultima residenza del destinatario oppure, se questa è ignota, in quella del luogo di nascita del medesimo.

Qualora non siano noti né il luogo dell'ultima residenza né quello di nascita del destinatario, l'ufficiale giudiziario deve consegnare una copia dell'atto da notificare al pubblico ministero, unitamente ad una nota contenente le indicazioni di cui all'art. 49 disp. att.

Per ciò che attiene al momento perfezionativo della notifica ai sensi della disposizione in esame, occorre rammentare il principio secondo cui, quale che sia la modalità di esecuzione, la notificazione di un atto processuale si intende perfezionata, dal lato del richiedente, al momento dell'ultimazione dell'attività poste a suo carico (id est, di regola, con l'affidamento dell'atto all'ufficiale giudiziario), mentre, dal lato del destinatario, allorché l'atto raggiunga la sua sfera di conoscibilità.

In particolare la norma in commento stabilisce che nel caso di notificazione eseguita con il rito degli irreperibili, la stessa si ha per eseguita nel ventesimo giorno successivo a quello in cui sono state compiute le formalità prescritte. La giurisprudenza ritiene tuttavia che il decorso di detto termine non incida sul momento perfezionativo della notificazione. Ed infatti, la norma dell'art. 143, se favorisce i destinatari dell'atto da notificare, assicurando loro, tanto in ordine ai termini d'impugnazione che a quelli di integrazione del contraddittorio, una vacatio di venti giorni dal compimento delle prescritte formalità conseguenti alla notificazione, non incide tuttavia sulla durata dei termini perentori stabiliti dalla legge o dal giudice, sì che nei confronti della parte istante la notificazione si perfeziona con il compimento delle indicate formalità. Da ciò consegue che l'attore, notificata la citazione ex art. 143, deve costituirsi in giudizio entro dieci giorni dal compimento dei detti adempimenti (Cass. n. 2797/1975; Cass. n. 2581/1971; Cass. n. 984/1970). Parimenti è stato stabilito che l'onere del creditore istante di notificare il decreto ingiuntivo entro quaranta giorni dalla pronuncia, a pena d'inefficacia del decreto stesso, ai sensi dell'art. 644, deve ritenersi assolto, in ipotesi di notificazione a persona di residenza, dimora e domicilio sconosciuti, con il compimento, entro il predetto termine, delle formalità prescritte dall'art. 143 comma 1 e 2, mentre resta a tal fine irrilevante che non sia ancora scaduto il termine di venti giorni dal compimento di quelle formalità, fissato dal comma 3 del citato art. 143 per il perfezionamento della notificazione medesima rispetto al destinatario dell'atto (Cass. n. 5907/1980). Ed ancora è nulla la notificazione dell'atto di citazione eseguita a norma dell'art. 143 allorché tra il compimento delle formalità da espletare a cura del notificante e l'udienza di comparizione indicata nell'atto notificato intercorra un periodo inferiore a quello di venti giorni previsto nell'ultimo comma della disposizione in esame per il perfezionamento della notifica (Cass. n. 4072/1981).

È principio consolidato che la notifica deve ritenersi nulla, ma non inesistente, qualora la relata non contenga alcuna indicazione in ordine alle indagini compiute per accertare la residenza del destinatario (Cass. n. 3073/2009). Da tale indirizzo si è discostata (parrebbe inconsapevolmente) la S.C. nell'affermare che, in caso di notifica ai sensi dell'art. 143 , l'omessa indicazione, nella relata delle ricerche, anche anagrafiche, fatte dall'ufficiale giudiziario, delle notizie raccolte sulla reperibilità del destinatario e dei motivi della mancata consegna, non costituisce causa di nullità della notificazione, non essendo tale sanzione prevista espressamente nell'elencazione dei motivi indicati dall'art. 160 (Cass. n. 17964/2014). La giurisprudenza di legittimità è però subito tornata sulla strada maestra, ribadendo che, i n tema di notificazione ex art. 143, l'ufficiale giudiziario, ove non abbia rinvenuto il destinatario nel luogo di residenza risultante dal certificato anagrafico, è tenuto a svolgere ogni ulteriore ricerca ed indagine dandone conto nella relata, dovendo ritenersi, in difetto, la nullità della notificazione, con il conseguente obbligo per il giudice di disporne il rinnovo ai sensi dell'art. 291, previa fissazione di apposito termine perentorio (Cass. n. 8638/2017).  Parimenti nulla, e non inesistente, viene ritenuta la notifica nei casi in cui, essendo stata contestata la legittimità dell'adozione della notificazione della citazione con il rito degli irreperibili, il giudice accerti, in base alle prove addotte, che il notificante conosceva o poteva conoscere, adottando la comune diligenza, la residenza, il domicilio o la dimora del destinatario della notificazione (Cass. n. 12589/2002; Cass. n. 8955/2006).

In particolare, quando il destinatario della notifica si sia trasferito all'estero senza annotazione nei registri d'anagrafe, il notificante, che abbia comunque avuto conoscenza dell'avvenuto trasferimento di residenza, è tenuto in ogni caso a svolgere ulteriori ricerche presso l'ufficio consolare prima di procedere alla notificazione nelle forme dell'art. 143, fermo restando che l'omissione di tali incombenze comporta l'inesistenza della notificazione solo se eseguita in un luogo privo di collegamento con il destinatario, determinando, altrimenti, la mera nullità della stessa (Cass. n. 17307/2015).

Naturalmente, la disciplina dell'art. 143 è dettata nell'interesse esclusivo del destinatario della notifica e la sua errata applicazione non può essere eccepita da terzi (Cass. n. 21609/2013).

Sino all'intervento delle Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 8091/2002), era controverso se la disposizione in esame fosse applicabile alle notificazioni alle persone giuridiche, dal momento che una parte della giurisprudenza riteneva che tali notificazioni fossero disciplinate esclusivamente dall'art. 145. Attualmente, la giurisprudenza afferma costantemente la validità della notificazione ai sensi dell'art. 143, sempre che essa non possa essere eseguita con le modalità di cui all'art. 145 oppure degli artt. 138, 139, 140 e 141 c.p.c. (Cass. n. 9447/2009; Cass. n. 9237/2012; Cass. n. 19457/2012).

Bibliografia

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