Codice di Procedura Civile art. 144 - Notificazione alle amministrazioni dello Stato.

Mauro Di Marzio

Notificazione alle amministrazioni dello Stato.

[I]. Per le amministrazioni dello Stato si osservano le disposizioni delle leggi speciali che prescrivono la notificazione presso gli uffici dell'Avvocatura dello Stato.

[II]. Fuori dei casi previsti nel comma precedente, le notificazioni si fanno direttamente, presso l'amministrazione destinataria, a chi la rappresenta nel luogo in cui risiede il giudice davanti al quale si procede. Esse si eseguono mediante consegna di copia nella sede dell'ufficio al titolare o alle persone indicate nell'articolo seguente.

Inquadramento

La difesa in giudizio delle amministrazioni statali è affidata all'Avvocatura dello Stato (v. sub art. 25). L'art. 11 r.d. n. 1611/1933, stabilisce che tutte le citazioni, i ricorsi e qualsiasi altro atto di opposizione giudiziale, nonché le opposizioni ad ingiunzione e gli atti istitutivi di giudizi che si svolgono innanzi alle giurisdizioni amministrative o speciali, od innanzi agli arbitri, devono essere notificati alle amministrazioni dello Stato presso l'ufficio dell'Avvocatura dello Stato nel cui distretto ha sede l'Autorità giudiziaria innanzi alla quale è portata la causa, nella persona del Ministro competente. Ogni altro atto giudiziale e le sentenze devono essere notificati presso l'ufficio dell'Avvocatura dello Stato nel cui distretto ha sede l'Autorità giudiziaria presso cui pende la causa o che ha pronunciato la sentenza. Le notificazioni menzionate devono essere fatte presso la competente Avvocatura dello Stato a pena di nullità da pronunciarsi anche d'ufficio.

In breve, ogni atto giudiziario, introduttivo del giudizio o endoprocessuale, se indirizzato ad un' Amministrazione dello Stato, va effettuata presso la competente Avvocatura dello Stato.

La disciplina delle notificazioni alle amministrazioni dello Stato

La disposizione in commento non si applica qualora l'Avvocatura dello Stato, avvalendosi della facoltà prevista dall'art. 2 r.d. n. 1611/1933, abbia delegato la rappresentanza in giudizio dell'Amministrazione a funzionari dell'Amministrazione interessata oppure ad un «procuratore legale» privato, eleggendo domicilio presso il medesimo. In tale caso, la notifica va eseguita in applicazione regole ordinarie presso la sede dell'Amministrazione interessata o presso il domicilio del procuratore legale.

Inoltre le norme sulla rappresentanza in giudizio dello Stato, contenute nell'art. 1 l. n. 260/1958 e nella l. n. 103/1979, non si applicano ai giudizi innanzi alla Corte costituzionale; pertanto, è inammissibile il ricorso alla Corte costituzionale notificato presso l'Avvocatura Generale dello Stato, anziché direttamente al destinatario (Corte cost. n. 295/1993).

In caso di opposizione a sanzioni amministrative, la notifica del ricorso e del decreto di fissazione di udienza deve essere eseguita, a cura della cancelleria, presso l'Autorità amministrativa che ha emesso il provvedimento opposto, nella sua sede (art. 23, comma 2, l. n. 689/1981) e non presso l'Avvocatura dello Stato; allo stesso modo la notifica degli atti processuali, della sentenza e dell'impugnazione deve essere eseguita presso l'Autorità amministrativa, qualora essa si sia fatta rappresentare da un proprio funzionario o sia rimasta contumace (Cass. S.U., n. 752/2007; Cass. n. 25080/2013).

È stata ritenuta, inesistente la notifica della sentenza eseguita al domicilio eletto dall'Avvocatura dello Stato, per il primo grado, presso l'Amministrazione interessata o presso un Avvocato esercente nel circondario nei casi in cui l'Avvocatura, svolgendosi la causa fuori della sede dei suoi uffici, abbia delegato (art. 2, comma 1, r.d. n. 1611/1933) la rappresentanza in giudizio ad un funzionario della suddetta amministrazione oppure ad un avvocato esercente nel circondario (Cass. S.U., n. 4000/1996; Cass. n. 25359/2009).

 

Qualora il ricorso per cassazione sia notificato all'Avvocatura distrettuale dello Stato anziché all'Avvocatura Generale dello Stato, il vizio della notifica è sanato, con efficacia "ex tunc", dalla costituzione in giudizio del destinatario del ricorso, da cui si può desumere che l'atto abbia raggiunto il suo scopo; tuttavia, poiché la sanatoria è contestuale alla costituzione del resistente, deve ritenersi tempestiva la notifica del controricorso ancorché intervenuta oltre il termine di cui all'art. 370, non avendo tale termine iniziato il suo decorso in ragione dell'inefficacia della notifica dell'atto introduttivo (Cass. n. 4977/2015).

In tema di giudizio di cassazione nei confronti della P.A., si applica anche alla notifica del controricorso la regola secondo cui la nullità della notificazione - perché eseguita presso l'Avvocatura distrettuale dello Stato, anziché presso l'Avvocatura generale - può essere sanata, con effetto ex tunc, non solo dalla rinnovazione della notificazione, ma anche dalla costituzione in giudizio dell'Avvocatura generale in rappresentanza dell'ente, ancorché intervenuta successivamente al decorso del termine di cui all'art. 370 c.p.c. (Cass. n. 6300/2023).

 

In tema di notificazione della decisione di primo grado in cui sia stata parte un'amministrazione dello Stato, però, laddove l'amministrazione si sia difesa attraverso proprio personale, la deroga al primo comma dell'art. 11, comma 1, r.d. n. 1611/1933 sull'obbligatoria notifica degli atti introduttivi di giudizio contro le amministrazioni erariali all'Avvocatura dello Stato, comporta, allorquando l'autorità convenuta in giudizio sia rimasta contumace ovvero si sia costituita personalmente (o tramite funzionario delegato), anche quella al comma 2 del suddetto art. 11, che prevede la notificazione degli altri atti giudiziari e delle sentenze sempre presso la stessa Avvocatura. Ne consegue che la notificazione della sentenza che chiude il giudizio di primo grado, ai fini del decorso del termine breve per l'impugnazione, deve essere effettuata alla stessa Autorità che si sia costituita mediante un proprio funzionario e non presso l'ufficio dell'Avvocatura distrettuale dello Stato, territorialmente competente, trovando applicazione i principi generali di cui agli artt. 292 e 285, i quali disciplinano anche le controversie in cui sia parte un'amministrazione dello Stato, in caso di inapplicabilità del predetto art. 11 (Cass. n. 2528/2009; Cass. n. 12730/2013).

Qualora l'atto venga consegnato direttamente all'Amministrazione interessata (nei casi in cui l'Amministrazione non si sia difesa con proprio personale) o presso l'ufficio di un'Avvocatura dello Stato diversa da quella competente, si configura ipotesi di nullità rilevabile ex officio, tuttavia sanabile sia in forza della costituzione in giudizio dell'amministrazione medesima (con efficacia ex tunc, per effetto della dichiarazione di incostituzionalità (Corte cost. n. 97/1967) dell'art. 11, comma 3, r.d. n. 1611/1933, nella parte in cui escludeva la sanatoria del vizio delle notificazioni eseguite in violazione del disposto dei primi due commi dello stesso articolo), sia, in ogni caso, in forza del rinnovo della notificazione (di iniziativa del ricorrente o per disposizione del giudice ai sensi dell'art. 291 (Cass. n. 24032/2020; Cass. n. 5212/2008; Cass. n. 9411/2011; Cass. n. 18849/2011).

Con riguardo alle ipotesi in cui la vocatio in ius abbia riguardato un Ministero diverso da quello competente in relazione alla materia dedotta in giudizio, si è sempre ritenuto che ciò comporti una «mera irregolarità», sanabile ai sensi dell'art. 4 l. n. 260/1958, attraverso la rinnovazione dell'atto nei confronti dell'organo indicato dal giudice, oppure mediante la costituzione in giudizio dell'amministrazione, che non abbia sollevato eccezioni al riguardo, o ancora attraverso la mancata deduzione di uno specifico motivo d'impugnazione (Cass. n. 13848/2007; Cass. n. 13886/2010; Cass. n. 12557/2013).

Egualmente, la dicitura generica Avvocatura dello Stato contenuta nella relata di una notifica di un atto eseguita nel distretto della Corte di Appello di Roma determina una mera irregolarità, dovendosi considerare che nel distretto della Corte d'Appello di Roma le attribuzioni dell'Avvocatura distrettuale sono esercitate dall'Avvocatura Generale (Cass. n. 1650/2007).

Bibliografia

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