Codice di Procedura Civile art. 149 bis - Notificazione a mezzo posta elettronica certificata eseguita dall'ufficiale giudiziario 1 2[I]. L'ufficiale giudiziario esegue la notificazione a mezzo posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo, quando il destinatario è un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato risultante dai pubblici elenchi oppure quando il destinatario ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'articolo 3-bis, comma 1-bis, del codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 823. [II]. Se procede ai sensi del primo comma, l'ufficiale giudiziario trasmette il duplicato informatico o copia informatica dell'atto sottoscritta con firma digitale all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante da pubblici elenchi o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni4. [III]. La notifica si perfeziona, per il soggetto notificante, nel momento in cui il documento informatico da notificare e' consegnato all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del suo gestore di posta elettronica o del servizio di recapito elettronico certificato qualificato.5. [IV]. L'ufficiale giudiziario redige la relazione di cui all'articolo 148, primo comma, su documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. La relazione contiene le informazioni di cui all'articolo 148, secondo comma, sostituito il luogo della consegna con l'indirizzo di posta elettronica presso il quale l'atto è stato inviato. [V]. Al documento informatico originale o alla copia informatica del documento cartaceo sono allegate, con le modalità previste dal quarto comma, le ricevute di invio e di consegna previste dalla normativa, anche regolamentare, concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici trasmessi in via telematica. [VI]. Eseguita la notificazione, l'ufficiale giudiziario restituisce all'istante o al richiedente, anche per via telematica, l'atto notificato, unitamente alla relazione di notificazione e agli allegati previsti dal quinto comma. [VII]. Se la notificazione nei modi di cui al primo e al secondo comma non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa non imputabile al destinatario, essa e' eseguita con le altre modalità previste dalla presente sezione. Se la notificazione non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa imputabile al destinatario, l'ufficiale giudiziario la esegue mediante inserimento dell'atto da notificare nel portale dei servizi telematici gestito dal Ministero della giustizia, unitamente ad una dichiarazione sulla sussistenza dei presupposti per l'inserimento, all'interno di un'area riservata collegata al codice fiscale del destinatario e generata dal portale e accessibile al destinatario. La notificazione si ha per eseguita, per il destinatario, nel decimo giorno successivo a quello in cui e' compiuto l'inserimento o, se anteriore, nella data in cui egli accede all'area riservata6.
[1] Articolo inserito dall'art. 4, comma 8, del d.l. 29 dicembre 2009, n. 193, convertito, con modif., in l. 22 febbraio 2010, n. 24. [2] Rubrica modificata dall'art. 3, comma 11, lett. e), numero 2), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha aggiunto, in fine, le seguenti parole: «certificata eseguita dall'ufficiale giudiziario» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". [3] Le parole «il duplicato informatico o» sono state inserite dopo le parole «l'ufficiale giudiziario trasmette» dall'art. 3, comma 1, lett. q), n. 1, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Precedentemente il comma era stato sostituito dall'art. 3, comma 11, lett. e), numero 1), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Si riporta il testo anteriore alla suddetta sostituzione: «Se non è fatto espresso divieto dalla legge, la notificazione può eseguirsi a mezzo posta elettronica certificata, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo.». [4] L'art. 16, comma 2, d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, conv., con modif, in l. 17 dicembre 2012, n. 221, ha aggiunto le parole: «o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni ». In tema di notificazioni telematiche, v. anche i commi 4-10 del suddetto art. 16 d.l. n. 179, cit., di cui il comma 9 come modificato dall'art. 1, comma 19, n. 1), l. 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013) relativi, rispettivamente, all'obbligatorietà del deposito telematico degli atti processuali, a decorrere dal 30 giugno 2014, e all'individuazione dei pubblici elenchi per notificazioni e comunicazioni, a decorrere dal 15 dicembre 2013. [5] Comma sostituito dall'art. 3, comma 1, lett. q), n. 2, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Il testo era il seguente: «La notifica si intende perfezionata nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata del destinatario.». Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. [6] Comma inserito dall'art. 3, comma 1, lett. q), n. 3, del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. InquadramentoLa disposizione in commento regola la notificazione a mezzo posta elettronica certificata. Essa, introdotta dall'art. 4, comma 8, lett. d), d.l. 29 dicembre 2009, n. 193, conv. con mod. in l. 22 febbraio 2010, n. 24, ha riconosciuto all'ufficiale giudiziario la facoltà, salvo espresso divieto, di eseguire la notificazione a mezzo posta elettronica certificata «anche previa estrazione di copia informatica di documento cartaceo». La disposizione, che ha in tal modo riconosciuto la possibilità, in via generale, delle notificazioni telematiche, è stata novellata dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, seguito alla legge delega n. 206/2021, la quale, intervenendo sulla materia delle notificazioni dell'ufficiale giudiziario, ha previsto la tendenziale obbligatorietà della notifica telematica, prima solo consentita, stabilendo che: «L'ufficiale giudiziario esegue la notificazione a mezzo posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato … quando il destinatario è un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato … oppure quando il destinatario ha eletto domicilio digitale ».
Dopodiché la norma è stata nuovamente modificata dal c.d. Correttivo alla c.d. riforma Cartabia (d.lgs. n. 164/2024)nel senso che segue: 1) al secondo comma, dopo le parole «l’ufficiale giudiziario trasmette» sono inserite le seguenti: «il duplicato informatico o»; 2) il terzo comma è sostituito dal seguente: «La notifica si perfeziona, per il soggetto notificante, nel momento in cui il documento informatico da notificare è consegnato all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del suo gestore di posta elettronica o del servizio di recapito elettronico certificato qualificato.»; 3) dopo il sesto comma è aggiunto, in fine, il seguente: «Se la notificazione nei modi di cui al primo e al secondo comma non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa non imputabile al destinatario, essa è eseguita con le altre modalità previste dalla presente sezione. Se la notificazione non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa imputabile al destinatario, l'ufficiale giudiziario la esegue mediante inserimento dell’atto da notificare nel portale dei servizi telematici gestito dal Ministero della giustizia, unitamente ad una dichiarazione sulla sussistenza dei presupposti per l'inserimento, all’interno di un’area riservata collegata al codice fiscale del destinatario e generata dal portale e accessibile al destinatario. La notificazione si ha per eseguita, per il destinatario, nel decimo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento o, se anteriore, nella data in cui egli accede all’area riservata»
La notificazione via Pec dell'ufficiale giudiziarioNella formulazione iniziale, il comma 1 della disposizione in commento stabiliva che, in assenza di espresso divieto legale, la notificazione attraverso l’ufficiale giudiziario poteva essere effettuata «a mezzo posta elettronica certificata, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo». All’esito della riforma c.d. Cartabia, la disposizione prevede che l’ufficiale giudiziario deve eseguire la notificazione a mezzo P.e.c. o servizio elettronico di recapito certificato qualificato, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo, quando il destinatario sia un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo P.e.c. o di servizio elettronico di recapito certificato qualificato risultante dai pubblici elenchi, oppure quando il destinatario abbia eletto domicilio digitale ai sensi dell'art. 3-bis, comma 1-bis, del Cad (d.lgs. n. 82/2005). Val quanto dire che (per i procedimenti instaurati a far data dal 28 febbraio 2023: art. 35 d.lgs. n. 149/2022), è tendenzialmente obbligatoria la notifica con modalità telematica per il tramite dell’ufficiale giudiziario, laddove il destinatario sia sottoposto al menzionato obbligo. Il già ricordato Correttivo ha ulteriormente modificato la norma: i) nel comma 2 è stata prevista la trasmissione del «duplicato informatico» dell’atto in alternativa alla «copia informatica» di esso; ii) il comma 3 è stato integralmente riformulato, ed è stato ivi stabilito che il perfezionamento della notifica per il notificante si ha nel momento in cui il documento informatico da notificare è consegnato all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del suo gestore di posta elettronica o del servizio di recapito elettronico certificato qualificato: sembra cioè che si sia voluto eliminare il dubbio ― dubbio che peraltro non aveva ragione di porsi ― che, nella materia, non dovesse trovare applicazione il principio della scissione dei momenti perfezionativi della notificazione per notificante e notificato; c) dopo il sesto comma è stato introdotto un ulteriore comma che disciplina in via generale i casi di notifica non possibile o non andata a buon fine, a seconda che l’impossibilità o l’esito negativo della notificazione sia da addebitare a causa non imputabile o imputabile al destinatario: nel primo caso l’ufficiale giudiziario procede all’esecuzione della notificazione secondo le modalità previste dagli artt. 137 e ss. c.p.c., e cioè dà corso alla notificazione cartacea nelle forme per così dire tradizionali; nel secondo caso si procede invece all’inserimento dell’atto da notificare nel portale dei servizi telematici gestito dal Ministero della giustizia, «unitamente ad una dichiarazione sulla sussistenza dei presupposti per l'inserimento, all’interno di un’area riservata collegata al codice fiscale del destinatario e generata dal portale e accessibile al destinatario», ed in quest’ultimo caso la notificazione si ha per eseguita, per il destinatario, nel decimo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento o, se anteriore, nella data in cui egli accede all’area riservata. Secondo quanto previsto dall’art. 17 comma 1, d.m. n. 44/2011 (come novellato dal d.m. n. 217/2023), a decorrere dal 14 gennaio 2024 l’istanza di notifica deve essere inoltrata all’UNEP dall’interessato tramite PEC, secondo le specifiche tecniche stabilite ai sensi dell'art. 34 del medesimo d.m. Ai fini del perfezionamento della notificazione, l’ufficiale giudiziario, ove ricorrano le ipotesi descritte nel comma 1 dell’art. 149-bis c.p.c. (destinatario provvisto di indirizzo o domicilio digitale), deve trasmettere copia informatica o, in alternativa, «duplicato informatico» (secondo quanto previsto dal Correttivo – d.lgs. n. 164/2024) dell'atto recante la firma digitale all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante da «pubblici elenchi o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni». Nel caso in cui l’istante abbia consegnato un documento cartaceo all’ufficiale giudiziario, questi deve anzitutto estrarre copia informatica di esso («anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo»). La copia, dotata dell’attestazione di conformità dell’ufficiale giudiziario, avrà la medesima efficacia del documento originale. A norma dell’art. 149-bis, comma 4, c.p.c., la relazione di notifica deve essere redatta su documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale (o firma elettronica qualificata) e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici «individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia», ossia il d.m. n. 44/2011. Al documento informatico originale o alla copia informatica del documento cartaceo devono essere allegate, con le stesse modalità di confezionamento della relata, le ricevute di invio e di consegna previste dalla normativa, anche regolamentare, concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici trasmessi in via telematica (art. 149-bis, comma 5). Eseguita la notificazione, l'ufficiale giudiziario deve restituire all'istante, anche per via telematica, l'atto notificato, congiunto alla relazione di notificazione e alle ricevute di invio e di consegna (artt. 149-b.is comma 6, c.p.c e 17 d.m. n. 44/2011, come modificato dal d.m. n. 217/2023). La ricevuta di avvenuta consegna rilasciata dal gestore di P.e.c. del destinatario possiede la stessa efficacia attribuita agli atti descritti nell’art. 2702 c.c., e cioè costituisce documento idoneo a dimostrare sino a prova contraria che il messaggio è pervenuto nella casella P.e.c. del destinatario, pur senza essere dotata della «certezza pubblica» propria degli atti facenti fede fino a querela di falso, non avendo il gestore P.e.c., in quanto soggetto privato, il potere di attribuire pubblica fede ai propri atti (Cass. n. 26705/2019; Cass. n. 15001/2021; Cass. n. 6912/2022). L’art. 149-bis c.p.c., nella formulazione originaria, stabiliva che la notifica telematica si intendesse perfezionata nel momento in cui il gestore «rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata del destinatario». Come si è visto, in materia è intervenuto il Correttivo, il quale ha stabilito che il perfezionamento della notifica per il notificante si ha nel momento in cui il documento informatico da notificare è consegnato all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del suo gestore di posta elettronica o del servizio di recapito elettronico certificato qualificato. Ai fini della prova della notifica, è necessario il deposito telematico dell’atto notificato, con relativi allegati (v. Cass. n. 25686/2023). Pubblici elenchiGli artt.149-bis c.p.c. e 3-bis della l. n. 53 del 1994 stabiliscono che l’indirizzo del destinatario della notificazione deve risultare da «pubblici elenchi». La relativa elencazione si rinviene nell’art. 16-ter d.l. n. 179/2012, conv. con modif. nella l. n. 221/2012 (articolo inserito dall'art. 1, comma 19, punto 2), della legge n. 228/2012, successivamente modificato dall’art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif. nella l. n. 114/2014, dall’art. 66, comma 5, d.lgs n. 217/2017 e, infine, dall’art. 28 d.l. n. 76/2020, conv. con modif. nella l. n. 120/2020). Detti elenchi sono: i) Elenco dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese (art. 6-quater comma 1, del CAD), nel quale sono indicati i domicili eletti ai sensi dell'art. 3-bis comma 1-bis del CAD - gestito dall’AgID (Agenzia per l'Italia digitale di cui all'art. 19 del d.l. n. 83/2012, conv. con modif. nella l. n. 134/2012). ii) Registro degli indirizzi PEC delle PP.AA. tenuto presso il Ministero della giustizia, introdotto dall’art. 16 comma 12, d.l. n. 179/2012 citato. iii) Elenco degli indirizzi PEC delle imprese costituite in forma societaria (art. 16 comma 6, d.l. n. 185/2008, conv. con modif. nella l. n. 2/2009). iv) Indice Nazionale Indirizzi INI-PEC (relativo ai professionisti ed alle imprese) - tenuto presso il Ministero per lo sviluppo economico -: art. 6-bis d.lgs. n. 82/2005, introdotto dal d.l. n. 179/2012, conv. con modif. nella l. n. 221/ 2012, nel testo risultante dalle modifiche più volte ricordate. v) Registro Generale degli Indirizzi Elettronici (ReGIndE) (art. 7 d.m. n. 44/2011, come modificato dal d.m. n. 217/2023) - tenuto presso il Ministero della giustizia -: elenco degli indirizzi PEC dei Professionisti (Avvocati etc.) iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato, nonché dei soggetti abilitati esterni di cui ai commi 3 e 4 dell’art. 7 d.m. cit. I «pubblici elenchi» sub ii) e sub v) sono consultabili esclusivamente dagli uffici giudiziari, dagli UNEP e dagli Avvocati. L’elenco sub iii) è accessibile solo alle PP.AA. [peraltro, gli indirizzi PEC ivi contenuti vanno ad alimentare, unitamente a quelli sub v), l’elenco sub iv)]. Vizi della notificaLa notifica degli atti a mezzo di posta elettronica certificata deve avvenire tramite modalità telematiche pena nullità della notificazione. L'atto notificato a mezzo di posta elettronica certificata deve essere depositato con modalità telematiche, unitamente alle ricevute di accettazione e consegna in formato ".eml" o ".msg" e all'inserimento dei dati identificativi nel file "datiAtto.xml". La mancata osservanza di tali forme digitali determina la nullità della notificazione, non la sua inesistenza (Cass. n. 5080/2024). La notificazione effettuata presso un indirizzo PEC non incluso nei «pubblici elenchi» oppure non all’indirizzo di PEC che il difensore abbia indicato al Consiglio dell’Ordine di appartenenza (che corrisponde al relativo «domicilio digitale») è affetta da nullità (sanabile) e non da inesistenza. Ciò in armonia con i principi elaborati dalla nota pronuncia resa sul tema dalle Sezioni Unite (Cass. SU, n. 14916/2016). Le notifiche in questione nulle, ma sanabili, con efficacia ex tunc, o per raggiungimento dello scopo, a seguito della costituzione della parte intimata (anche se compiuta al solo fine di eccepire la nullità) oppure in conseguenza della rinnovazione della notificazione, effettuata spontaneamente dalla parte stessa oppure su ordine del giudice ex art. 291 c.p.c (Cass. n. 11574/2018 e Cass. n. 24948/2021, relative a notifica ad avvocato non all’indirizzo inserito nel ReGIndE; secondo Cass. n. 2460/2021, è irrilevante che la notifica sia stata eseguita presso un indirizzo di PEC estratto dal registro denominato Ini-PEC anziché da quello denominato ReGIndE). È stata giudicata valida la notifica di un atto (si trattava di una cartella di pagamento) eseguita tramite un indirizzo PEC rinvenibile nel sito istituzionale del notificante, ma non risultante nei pubblici registri. Ciò perché: a) la regola più stringente di cui all’art. 3-bis comma 1, l. n. 53/1994 («La notificazione può essere eseguita esclusivamente utilizzando un indirizzo di posta elettronica certificata del notificante risultante da pubblici elenchi») detta un principio generale riferito alle sole notifiche eseguite dagli Avvocati e non alla generalità dei soggetti mittenti; b) la irritualità della notifica non ne determina la nullità nel momento in cui questa ha comunque raggiunto il suo scopo, essendo avvenuta la costituzione del destinatario della notificazione, che abbia dimostrato di essere in grado di svolgere compiutamente le proprie difese e non essendovi incertezze in ordine alla provenienza ed all'oggetto dell'impugnazione esperita; c) «la maggiore rigidità del sistema delle notifiche digitali, imponendo la notifica esattamente agli indirizzi oggetto di elencazione accessibile e registrata, realizza il principio di elettività della domiciliazione per chi ne sia destinatario, cioè soggetto passivo, associando tale esclusività ad ogni onere di tenuta diligente del proprio casellario, laddove nessuna incertezza si pone invece ove sia il mittente a promuovere la notifica da proprio valido indirizzo PEC, come nel caso (Cass. n. 5263/2024; Cass. n. 31160/2022). La notificazione con modalità telematiche nei confronti dell’Avvocatura dello Stato deve essere eseguita all’indirizzo di posta elettronica istituito da tale avvocatura per il processo telematico, presente nel ReGIndE. Deve, pertanto, ritenersi affetta da nullità (peraltro sanabile per raggiungimento dello scopo o per rinnovo della notifica o su iniziativa dell’interessato o a seguito dir ordine del giudice a norma dell’art. 291 c.p.c.) la notificazione presso un indirizzo dedicato alla corrispondenza istituzionale della suddetta avvocatura (Cass. n. 11154/2018; Cass. n. 287/2019; Cass. n. 6025/2023). Non ricorre alcun vizio della notificazione a mezzo PEC allorché si verifichi l’impossibilità o la difficoltà di lettura del messaggio di PEC e/o degli allegati allo stesso e ciò dipenda da un malfunzionamento del computer del destinatario oppure dal mancato adempimento dell’onere, da parte del medesimo, di dotarsi degli strumenti atti a consentire la decodificazione o la lettura degli atti che siano formati sin dall’inizio in forma di documento informatico (Cass. n. 22320/2017). Qualora si tratti di malfunzionamento del computer del destinatario, grava su quest’ultimo l’onere di dare dimostrazione, ai fini della rimessione in termini o al fine di dedurre la nullità della notifica, delle difficoltà di cognizione del contenuto della comunicazione correlate all’utilizzo dello strumento telematico (Cass. n. 25819/2017; Cass. n. 21560/2019). Qualora il messaggio regolarmente pervenuto al destinatario indichi chiaramente gli estremi essenziali della notificazione (soggetto notificante, destinatario e oggetto della notifica), qualsiasi anomalia che renda illeggibili gli allegati (atti notificati e relata di notifica) comporta la nullità (sanabile), e non l'inesistenza, della notificazione (Cass. n. 30092/2023). In tema di casella piena, infine, si può solo ricordare che, considerata la non univocità della giurisprudenza, la questione è stata rimessa alle Sezioni Unite (Cass. n. 32287/2023) BibliografiaBalena, Notificazione e comunicazione, in Dig. civ. XII, Torino, 1995; Buoncristiani, Ufficiale giudiziario, in Enc. dir. 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