Codice di Procedura Civile art. 168 bis - Designazione del giudice istruttore 1Designazione del giudice istruttore 1 [I]. Formato un fascicolo d'ufficio a norma dell'articolo precedente, il cancelliere lo presenta senza indugio al presidente del tribunale, il quale[, con decreto scritto in calce della nota d'iscrizione al ruolo,] designa il giudice istruttore davanti al quale le parti debbono comparire, se non creda di procedere egli stesso all'istruzione. Nei tribunali divisi in più sezioni il presidente assegna la causa ad una di esse, e il presidente di questa provvede nelle stesse forme alla designazione del giudice istruttore2. [II]. La designazione del giudice istruttore deve in ogni caso avvenire non oltre il secondo giorno successivo alla costituzione della parte più diligente. [III]. Subito dopo la designazione del giudice istruttore il cancelliere iscrive la causa sul ruolo della sezione e su quello del giudice istruttore [e gli trasmette il fascicolo] 3. [IV]. Se nel giorno fissato per la comparizione il giudice istruttore designato non tiene udienza, la comparizione delle parti è d'ufficio rimandata all'udienza immediatamente successiva tenuta dal giudice designato4. [V]. [Il giudice istruttore può differire, con decreto da emettere entro cinque giorni dalla presentazione del fascicolo, la data della prima udienza fino ad un massimo di quarantacinque giorni. In tal caso il cancelliere comunica alle parti costitutive la nuova data della prima udienza.] 56
[1] Articolo inserito dall'art. 10, comma 1, l. 14 luglio 1950, n. 581. [2] Comma modificato dall'art. 3, comma 12, lett. g), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, con effetto a decorrere dal 30 giugno 2023 e con applicazione ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, come disposto dall'art. 35, comma 1, del medesimo d.lgs. 149/2022. Ai procedimenti pendenti alla data del 30 giugno 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti. [3] Comma sostituito dall’art. 12, comma1, l. 26 novembre 1990, n. 353, a decorrere dal 1° gennaio 1993. Ai giudizi pendenti a tale data si applicano, fino al 30 aprile 1995, le disposizioni anteriormente vigenti, come stabilito dall’art. 92, comma 1, l. 353/1990 cit., come modificato dall’art. 50, comma 1, l. 21 novembre 1991, n. 374, dall’art. 2, comma 5, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e, successivamente dall’art. 6, comma 1, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571 ,conv. con modif., in l. 6 dicembre 1994, n. 673. Successivamente modificato dall'art. 3, comma 12, lett. g), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, con effetto a decorrere dal 30 giugno 2023 e con applicazione ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, come disposto dall'art. 35, comma 1, del medesimo d.lgs. 149/2022. Ai procedimenti pendenti alla data del 30 giugno 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti. [4] Comma sostituito dall’art. 12, comma1, l. 26 novembre 1990, n. 353, a decorrere dal 1° gennaio 1993. Ai giudizi pendenti a tale data si applicano, fino al 30 aprile 1995, le disposizioni anteriormente vigenti, come stabilito dall’art. 92, comma 1, l. 353/1990 cit., come modificato dall’art. 50, comma 1, l. 21 novembre 1991, n. 374, dall’art. 2, comma 5, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e, successivamente dall’art. 6, comma 1, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571 ,conv. con modif., in l. 6 dicembre 1994, n. 673. [5] Comma sostituito dall’art. 12, comma1, l. 26 novembre 1990, n. 353, a decorrere dal 1° gennaio 1993. Ai giudizi pendenti a tale data si applicano, fino al 30 aprile 1995, le disposizioni anteriormente vigenti, come stabilito dall’art. 92, comma 1, l. 353/1990 cit., come modificato dall’art. 50, comma 1, l. 21 novembre 1991, n. 374, dall’art. 2, comma 5, l. 4 dicembre 1992, n. 477 e, successivamente dall’art. 6, comma 1, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571 ,conv. con modif., in l. 6 dicembre 1994, n. 673. [6] Comma modificato dall’art. 2, comma 1, d.l. 7 ottobre 1994, n. 571 ,conv. con modif., in l. 6 dicembre 1994, n. 673 e successivamente abrogato dall'art. 3, comma 12, lett. g), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, con effetto a decorrere dal 30 giugno 2023 e con applicazione ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, come disposto dall'art. 35, comma 1, del medesimo d.lgs. 149/2022. Ai procedimenti pendenti alla data del 30 giugno 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti. InquadramentoLa norma indica le formalità di designazione del giudice istruttore per la causa iscritta a ruolo e le modalità del rinvio di ufficio o del differimento delle udienze, in coordinamento con l'art. 82 disp. att. Designazione del giudice istruttoreLa fase di assegnazione della causa alla sezione e di designazione del giudice istruttore configura esercizio del potere di ripartizione delle attribuzioni nell'ambito del medesimo ordine giurisdizionale e del medesimo ufficio giudiziario, e non espressione di poteri giurisdizionali decisori, che possa far insorgere questioni denunciabili in sede di impugnazione. Al presidente dell'ufficio, nel discrezionale apprezzamento delle esigenze di servizio e del buon andamento del medesimo, si riconosce altresì la titolarità del potere-dovere di sottrarre un procedimento civile alla sezione cui lo avesse precedentemente assegnato e di affidarlo ad altra sezione dell'ufficio (Cass. III, n. 11688/1993). L'esercizio di tale potere, pur senza l'osservanza delle formalità stabilite dall'art. 168-bis, costituisce, in difetto di espressa sanzione di nullità, una mera irregolarità di carattere interno, che non incide sulla validità dell'atto e non è causa di nullità del giudizio e della sentenza (Cass. III, n. 1197/1996). Il rinvio d'ufficio e il differimento della comparizioneIl combinato disposto degli artt. 168-bis, comma 4, e 82, comma 1, disp. att. comporta che, ove il giudice istruttore designato non tenga udienza nel giorno fissato per la prima comparizione delle parti, questa si intende rinviata all'udienza immediatamente successiva, senza alcun obbligo per il cancelliere di comunicare alle parti costituite il rinvio, sicché è onere di queste ultime presentarsi all'udienza seguente secondo il calendario giudiziario (e così di seguito fino a quando l'udienza sarà effettivamente tenuta). Le norme in esame non distinguono i motivi per i quali il giudice istruttore designato non tiene udienza nel giorno indicato, e dunque l'insussistenza dell'obbligo di comunicazione va affermata non solo nel caso in cui il giorno fissato per la prima comparizione non coincida con un giorno d'udienza tabellare del giudice istruttore designato, ma anche nel caso in cui, nonostante tale coincidenza, il medesimo magistrato non tenga udienza per ragioni diverse (Cass. III, n. 4917/1979). Il rinvio d'ufficio dell'udienza, a norma dell'art. 168-bis, comma 4, non determina la riapertura dei termini per il deposito della comparsa di risposta da parte del convenuto, poiché l'art. 166, coordinato con il successivo art. 167, contempla, quali ipotesi utili ad escludere la decadenza dalla proposizione della domanda riconvenzionale, dalle eccezioni non rilevabili d'ufficio o dalla chiamata di terzo, soltanto quella connessa al termine indicato nell'atto di citazione, ovvero quella relativa alla data differita dal giudice istruttore in forza dell'art. 168-bis, comma 5 (abrogato dal d.lgs. n. 149/2022, con la decorrenza indicata dall’art. 35 dello stesso decreto) (Cass. III, n. 1127/2015; Cass. II, n. 12490/2007). L‘art. 166, ai fini della individuazione del giorno dell'udienza costituente il dies a quo del calcolo a ritroso, fa riferimento, invero, all'udienza di comparizione «fissata nell'atto di citazione». Nessuna rilevanza ha, quindi, ai fini del computo del termine per la costituzione, il giorno dell'udienza effettiva che sia derivata da rinvio d'ufficio ai sensi dell'art. 168-bis, comma 4, alla luce dell'esplicita previsione normativa (Cass. II, n. 12490/ 2007). D'altro canto, la previsione del potere di differimento della data della prima udienza di comparizione, dapprima attribuito al giudice istruttore dal comma 5 dell'art. 168-bis, ora, a seguito del d.lgs. n. 149/2022, dall’art. 171-bis, comma 3, è correlata alla fondamentale esigenza di porre il giudice in condizione di conoscere l'effettivo thema decidendum fin dal momento iniziale della trattazione della causa, mentre le medesime esigenze non sussistono in relazione al rinvio previsto dal comma 4 dell' art. 168-bis, il quale può derivare da qualunque motivo, anche fortuito e indipendente da ragioni organizzative dell'ufficio o del giudice (in dottrina, Scarpa, L'introduzione e la trattazione della causa, in Giur. mer. 2011, 254 ss.; vedi anche Corte cost. n. 134/2009). L'art. 70-bis disp. att. dispone inoltre che i termini di comparizione stabiliti dall'art. 163-bis devono essere osservati anche se la causa è rinviata ad altra udienza ai sensi dell'art. 168-bis, comma 4.
BibliografiaBiavati, La riforma del processo civile: motivazioni e limiti, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2022, 45 ss.; B. Capponi, Note sulla fase introduttiva del nuovo rito ordinario di cognizione, in Giustiziacivile.com, 5 gennaio 2023; De Santis, La redazione degli atti difensivi ai tempi del processo civile telematico: sinteticità e chiarezza, in Giusto proc. civ., 2017, 749 ss.; Dondi, Obiettivi e risultati della recente riforma del processo civile. La disciplina della cognizione a una prima lettura, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2021, 927 ss.; Panzarola, Sul (presunto) principio di sinteticità nella redazione degli atti processuali civili, in Giusto proc. civ., 2018, 69 ss.; Punzi, Sul processo civile telematico, in Riv. dir. proc., 2022, 1, 1 ss.; Raiti, Il principio di sinteticità e di chiarezza del ricorso per cassazione secondo la legge delega sulla Riforma del processo, in Riv. dir. proc., 2022, 3, 1027 ss.; Tedoldi, Il processo civile telematico tra logos e techne, in Riv. dir. proc., 2021, 3, 843 ss.; Tombolini, Note «a caldo» sulla nuova legge delega di riforma della giustizia civile: le modifiche al giudizio di primo grado, in Judicium, 15 dicembre 2021. |