Codice di Procedura Civile art. 203 - Assunzione fuori della circoscrizione del tribunale1.Assunzione fuori della circoscrizione del tribunale1. [I]. Se i mezzi di prova debbono assumersi fuori della circoscrizione del tribunale, il giudice istruttore delega a procedervi il giudice istruttore del luogo, salvo che le parti richiedano concordemente e il presidente del tribunale consenta che vi si trasferisca il giudice stesso [255 2, 259]. [II]. Nell'ordinanza di delega, il giudice delegante fissa il termine entro il quale la prova deve assumersi e l'udienza di comparizione delle parti per la prosecuzione del giudizio. [III]. Il giudice delegato, su istanza della parte interessata, procede all'assunzione del mezzo di prova e d'ufficio ne rimette il processo verbale [207] al giudice delegante prima dell'udienza fissata per la prosecuzione del giudizio, anche se l'assunzione non è esaurita. [IV]. Le parti possono rivolgere al giudice delegante, direttamente o a mezzo del giudice delegato, istanza per la proroga del termine [154].
[1] Articolo così sostituito dall'art. 64 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. Il testo precedente recitava: «[I]. Se i mezzi di prova debbono assumersi fuori della circoscrizione del tribunale, il giudice istruttore delega a procedervi il pretore del luogo, salvo che le parti richiedano concordemente e il presidente del tribunale consenta che vi si trasferisca il giudice stesso. [II]. Nell'ordinanza di delega al pretore, il giudice fissa il termine entro il quale la prova deve assumersi e l'udienza di comparizione delle parti per la prosecuzione del giudizio. [III]. Il pretore, su istanza della parte interessata, procede all'assunzione del mezzo di prova e d'ufficio ne rimette il processo verbale al giudice istruttore prima dell'udienza fissata per la prosecuzione del giudizio, anche se l'assunzione non è esaurita. [IV]. Le parti possono rivolgere al giudice istruttore, direttamente o a mezzo del pretore delegato, istanza per la proroga del termine». Inquadramento.Gli artt. 203 e 204 disciplinano le ipotesi di prova delegata, allorché i mezzi di prova debbano assumersi fuori della circoscrizione del tribunale, o all'estero. In tema di assunzione di mezzi di prova fuori della circoscrizione del tribunale, l'art. 203 riserva alla valutazione discrezionale del giudice (fondata su considerazioni relative al miglior reperimento della prova o a ragioni di economia e speditezza) la decisione in ordine all'assunzione diretta o per delega della prova, e perciò il giudice, anche in caso di espressa richiesta di parte, ha la facoltà e non l'obbligo di disporre l'assunzione per delega di alcuni mezzi di prova. La delega può essere pronunciata anche di ufficio, senza necessità di contraddittorio tra le parti (Cass. III, n. 4060/1979). Inoltre, il provvedimento declaratorio della necessità di assunzione diretta della prova può ritenersi implicitamente contenuto in quello di fissazione dell'udienza dinanzi a sè per l'assunzione della prova (Cass. II, n. 11394/2005; per i limiti all'art. 203 dettati dai principi di concentrazione e immediatezza cui è ispirato il processo del lavoro, Cass. lav., n. 11334/1998). Prove delegateLa propulsione del processo, nelle sue varie articolazioni, e quindi anche al fine dell'assunzione delle prove delegate (artt. 203 e 204) è rimessa all'iniziativa delle partì, sicché incombe sempre sulla parte interessata l'onere di svolgere l'attività necessaria perché il provvedimento del giudice abbia esecuzione. Allorquando il giudice, delegando ad altro il compito di assumere una prova, fissa, con ordinanza che deve essere comunicata alle parti, il termine entro il quale la prova medesima deve essere assunta indicandolo in un determinato numero di giorni o di mesi, il termine inizia a decorrere dalla data di comunicazione del provvedimento (Cass. III, n. 10495/2002). Il potere di prorogare il termine per l'assunzione di una prova delegata ha natura discrezionale, sicché sono irrilevanti i motivi in base ai quali tale potere viene esercitato, salva la necessità che la proroga sia stata chiesta prima della scadenza del termine, in ossequio alla regola generale prevista dall'art. 154 (Cass. I, n. 8453/1996). L'inosservanza del termine ordinatorio di assunzione della prova delegata, fissato a norma dell'art. 203, comma 2, produce soltanto la nullità relativa della prova assunta, non opponibile come tale se non proponendo la relativa eccezione nella prima istanza o difesa successiva all'atto (Cass. II, n. 3527/1993; Cass. III, n. 6334/1990); il decorso del termine, senza la previa presentazione di detta istanza di proroga, comporta poi la decadenza della parte interessata dal diritto di fare assumere la prova, che sia delegata, e non soltanto dello specifico diritto di far assumere per delega la prova (Cass. II, n. 651/1991; Cass. II, n. 1633/1985). La violazione del criterio di individuazione del giudice delegato posto dal comma primo dell'art. 203 non si traduce in un vizio di competenza né incide sulla validità dell'assunzione della prova (Cass. lav., n. 7607/1983). L'art. 203 é applicabile al giudizio davanti al giudice di pace, stante il rinvio operato dall'art. 311 alle norme relative al procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica; tuttavia, in tal caso, il giudice delegato per l'assunzione delle prove non può che essere il giudice di pace e non il giudice istruttore del luogo in cui la prova deve essere assunta, sia perché l'indicazione «giudice istruttore» contenuta nel citato art. 203 pone riferimento non ad un ufficio giudiziario, ma ad una funzione che appartiene ad ogni giudice di primo grado, sia perché la norma discorre di «giudice istruttore» non solo in relazione al giudice delegato ma anche a quello delegante, sia, infine, perché militano a favore di tale interpretazione ragioni di economia processuale e di ragionevolezza, consentendosi in tal modo l'assunzione della prova da parte di un giudice di pari competenza di quello delegante e sottoposto alle medesime regole processuali. In caso di procedimento dinanzi al giudice di pace, il presupposto della prova delegata ricorre, peraltro, nell'ipotesi in cui la prova debba essere assunta fuori dal territorio dell'ufficio del giudice di pace delegante, pur se l'ufficio del giudice delegato sia posto nel circondario dello stesso tribunale. Il necessario coordinamento delle norme previste per il giudizio dinanzi al tribunale con quelle che disciplinano il giudizio dinanzi al giudice di pace, stante il rinvio alle prime di cui all'art. 311, comporta, infatti, che il termine «circoscrizione», cui fa riferimento l'art. 203, vada interpretato come ambito territoriale entro il quale qualsiasi giudice svolge le funzioni inerenti al proprio ruolo (Cass. III, n. 9725/2008). Il giudice delegato ai sensi dell'art. 203, essendo investito fino alla scadenza del termine fissato per l'assunzione dei poteri spettanti al giudice istruttore, è tenuto a pronunciarsi su tutte le questioni che sorgono durante il relativo espletamento, mentre, una volta scaduto detto termine , il potere ritorna al G.I., che può anche revocare l'ordinanza - non impugnabile - con cui il giudice delegato abbia dichiarato la decadenza dalla prova (Cass. II, n. 14349/2004). In applicazione analogica dell'art. 203, può essere delegata anche la nomina del consulente tecnico d'ufficio, nell'ipotesi in cui l'accertamento debba eseguirsi lontano dalla sede giudiziaria competente per la definizione della controversia (Cass. III, n. 4588/2000). BibliografiaLuiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Punzi, Il processo civile. Sistema e problematiche, II, Torino, 2010. |