Codice di Procedura Civile art. 225 - Decisione sulla querela.Decisione sulla querela. [I]. Sulla querela di falso pronuncia il tribunale in composizione monocratica [187 4, 279 2]1. [II]. Il giudice può trattenere la causa in decisione sulla querela indipendentemente dal merito. In tal caso, su istanza di parte, può disporre che la trattazione della causa continui relativamente a quelle domande che possono essere decise indipendentemente dal documento impugnato2.
[1] Comma così modificato dall'art. 3, comma 16, lett. a), numero 1), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito le parole «il tribunale in composizione monocratica» alle parole «sempre il collegio» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". [2] Comma così modificato dal r.d. 20 aprile 1942, n. 504 e successivamente così sostituito dall'art. 3, comma 16, lett. a), numero 2), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Si riporta il testo prima della sostituzione: «Il giudice istruttore può rimettere le parti al collegio per la decisione sulla querela indipendentemente dal merito [1873]. In tal caso, su istanza di parte, può disporre che la trattazione della causa continui davanti a sé relativamente a quelle domande che possono essere decise indipendentemente dal documento impugnato [101 att.].». Inquadramento.Gli artt. da 225 a 227 fissano il procedimento di decisione sulla querela di falso e definiscono il contenuto della relativa sentenza, nonché le modalità della sua esecuzione. Competenza del collegioL'art. 225, comma 1, afferma che "sulla querela di falso pronuncia sempre il collegio". La decisione sulla querela spetta al Tribunale, in composizione collegiale, ai sensi dell'art. 50-bis, comma 1, n. 1, trattandosi di giudizio nel quale è obbligatorio l'intervento del Pubblico Ministero. Come visto, peraltro, l'art. 222 affida all'istruttore il giudizio sulla rilevanza processuale dell'atto inciso dalla querela e sull'ammissibilità della proposizione della stessa, seppure non sia precluso al collegio il riesame dei presupposti suddetti. L'art. 225, comma 1, allorché impone la pronuncia del collegio sulla querela di falso, radica, quindi, tale procedimento in capo al tribunale in composizione collegiale e non all'istruttore (e quindi necessariamente in capo alla sezione centrale del tribunale, nei procedimenti trattati in vigenza dell'art. 48-quater, r.d. n. 12/1941) per i soli poteri decisori. Ne deriva che, quando la querela di falso fosse stata proposta davanti a sezione distaccata del tribunale, in composizione monocratica, non dettando l'art. 225, comma 1, una regola di trattazione collegiale del procedimento, ma soltanto una riserva al collegio stesso della pronuncia sulla querela di falso, non si verifica alcun vizio di costituzione del giudice, né dunque alcuna nullità, quando l'attività in concreto svolta dal giudice monocratico prima di rimettere l'affare alla sezione centrale del tribunale abbia avuto rilievo meramente ordinatorio, oppure sostanzialmente istruttorio, restando preclusa al giudice istruttore, in ogni caso, unicamente l'esercizio di funzioni decisorie, riservate dalla legge al collegio (Cass. II, n. 8705/2016). Il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, con la decorrenza indicata dall'art. 35 dello stesso decreto, ha tuttavia stabilito che sulla querela di falso, pronuncia il tribunale in composizione monocratica. Conseguentemente, nell'art. 226, alla parola “collegio” è stata sostituita la parola “tribunale”. Nell'ambito del sub-procedimento per querela di falso in via incidentale, non è configurabile una preclusione alla possibilità di articolare mezzi di prova sia perché non è applicabile la previsione di cui all'art. 183 comma 6 c.p.c. sia perché gli artt. 221 e 222 c.p.c. non prevedono termini perentori per la proposizione di istanze istruttorie, fatta salva la necessità che non sia leso il diritto delle altre parti alla controprova (Cass. III, n. 15703/2021). La previsione secondo cui la querela di falso può essere proposta in qualsiasi stato e grado del giudizio va intesa nel senso che la relativa istanza, in primo o in secondo grado, deve comunque intervenire prima della rimessione della causa in decisione e, cioè, entro l'udienza di precisazione delle conclusioni; ne consegue che la querela non può essere avanzata negli scritti difensivi conclusionali (Cass. n. 25487/2021). Nell'ipotesi di querela di falso proposta in via incidentale, una volta intervenuta la corrispondente decisione del collegio, il giudizio sulla causa di merito, sospeso “ex lege”, deve riprendere e, se la sentenza sul falso viene impugnata, il giudice ha la facoltà di disporre la sospensione di quel giudizio ex art. 337, comma 2, c.c., atteso che tra il processo di falso e la causa di merito rilevante ai fini della sospensione sussiste un rapporto di pregiudizialità, riconosciuto dal legislatore nella forma tipica della pregiudizialità-dipendenza prevista dall'art. 225, comma 2, riconducibile all'area della sospensione necessaria, cui consegue, in assenza di norme specifiche che impongano la permanenza della sospensione sino al passaggio in giudicato della sentenza sulla causa pregiudicante, l'applicabilità della sospensione facoltativa, ove ricorrano le condizioni previste al comma 2, dell'art. 337 citato (Cass. VI, n. 11327/2017; Cass. VI, n. 15601/2015). Qualora la querela di falso venga proposta nel giudizio davanti al tribunale, in sede di appello avverso sentenza del giudice di pace, il tribunale stesso può provvedere su entrambi i processi con unica sentenza, quale giudice di primo grado sulla questione di falso e di secondo grado sull'appello avverso la decisione del giudice di pace. Ne consegue che la prima statuizione deve essere impugnata con l'appello e la seconda con il ricorso per cassazione (Cass. II, n. 10464/2020).Al di fuori del caso di sua proposizione in via incidentale innanzi al tribunale e, quindi, anche nel corso del giudizio di appello, la competenza territoriale sulla querela di falso va individuata in base ai criteri di collegamento di cui agli artt. 18 e 19, in considerazione del fatto che nel relativo processo è obbligatorio l'intervento del pubblico ministero e che, pertanto, la competenza per territorio ha carattere inderogabile, senza che possa aversi riguardo agli effetti della pronuncia sui rapporti sui rapporti giuridici della cui prova si tratta e dovendosi altresì escludere che la stessa - in mancanza di una specifica disposizione normativa - sia modificabile per effetto di attrazione da parte della causa di merito. In caso di querela di falso proposta davanti alla corte d'appello, l'ordinanza con cui, ai sensi dell'art. 355, il giudice d'appello rimette la causa al tribunale competente per la riassunzione del giudizio sulla querela, ha natura decisoria sulla competenza territoriale relativa a tale giudizio ed è, pertanto, impugnabile con il regolamento necessario di competenza (Cass. VI, n. 10361/2020). BibliografiaLuiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006. |