Codice di Procedura Civile art. 254 - Confronto dei testimoni.Confronto dei testimoni. [I]. Se vi sono divergenze tra le deposizioni di due o più testimoni, il giudice istruttore, su istanza di parte o d'ufficio, può disporre che essi siano messi a confronto. Inquadramento.Gli articoli da art. 250 a 257 dettano le modalità di intimazione e di assunzione dei testimoni, specificano le conseguenze della mancata comparizione, del rifiuto di deporre e dalla falsità della testimonianza, e accordano al giudice la facoltà di assumere nuovi testi ovvero di rinnovare l'esame dei testimoni già sentiti. Confronto dei testimoniQualora il giudice del merito ritenga sussistere un insanabile contrasto tra le deposizioni rese dai testimoni in ordine ai fatti costitutivi della domanda, fondando siffatto convincimento non sul rapporto strettamente numerico dei testi, bensì sul dato oggettivo di detto contrasto, ritenuto ostativo al raggiungimento della certezza necessaria alla decisione e, con apprezzamento di fatto congruamente motivato, reputi non superabile il contrasto sulla scorta delle ulteriori risultanze istruttorie, ritenute altresì inidonee a dimostrare la fondatezza della domanda, l’insufficienza della prova si riverbera in danno della parte sulla quale grava l’onere della prova, comportando, conseguentemente, il rigetto della domanda da questa proposta (Cass. II, n. 6760/2003). Altrimenti, l’art. 254 attribuisce al giudice istruttore una mera facoltà discrezionale, la quale per sua stessa natura, importa sia il potere di disporre il confronto, sia quello di recedere dalla anteriore disposizione per motivi sopravvenuti di qualsiasi genere, ivi compresa l’eventuale opportunità di non ritardare ulteriormente la decisione della causa, motivi tutti suscettibili di controllo ed apprezzamento da parte del collegio e dei giudici del merito in genere, sia di primo grado che di appello, ma non di sindacato in sede di cassazione (Cass. III, n. 14538/2009). In sede di valutazione, il contrasto tra le dichiarazioni rese dai testimoni escussi impone in ogni caso al giudice di confrontare le deposizioni raccolte e di apprezzarne la credibilità in base ad elementi soggettivi ed oggettivi, tenendo conto del rapporto di vicinanza alle parti, dell'intrinseca congruenza delle dichiarazioni e della loro convergenza con gli eventuali elementi di prova acquisiti, esponendo poi le ragioni che lo hanno portato a ritenere più attendibile una testimonianza rispetto all'altra o ad escludere la credibilità di entrambe (Cass. II, n. 15270/2024). BibliografiaCapelli, Il principio di unità e infrazionabilità della prova come limite alle prove nuove in appello, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2001, 211 ss.; Giabardo, Nota in tema di prova testimoniale civile, in Giur. it. 2013, 1863; Pisapia, Appunti in tema di deduzioni e preclusioni istruttorie nel processo civile, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2000, 567 ss.; Querzola, La capacità a testimoniare tra diritto sostanziale e diritto processuale, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1998, 1393 ss.; Taruffo, Cultura e processo, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2009, 63 ss. |