Codice di Procedura Civile art. 271 - Costituzione del terzo chiamato 1 2 .

Antonio Scarpa

Costituzione del terzo chiamato12

[I].   Al terzo si applicano, con riferimento all'udienza per la quale è citato, le disposizioni degli articoli 166, 167, primo comma e 171-ter. Se intende chiamare a sua volta in causa un terzo, deve farne dichiarazione a pena di decadenza nella comparsa di risposta ed essere poi autorizzato dal giudice ai sensi degli articoli 171-bis, secondo comma, e 269, terzo comma, secondo periodo3.

 

[1] Articolo così sostituito dall'art. 30 l. 26 novembre 1990, n. 353. Il testo recitava: «[I]. Il terzo che si costituisce deve depositare la comparsa di risposta con la procura e i documenti. [II]. Nella comparsa deve proporre le istanze, difese e prove che ritiene di suo interesse».

[2] La Corte cost., con sentenza 23 luglio 1997, n. 260 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente articolo «nella parte in cui non prevede per il terzo chiamato in causa l'applicazione dell'art. 167, secondo comma, c.p.c.».

[3] Comma così modificato dall'art. 3, comma 17, lett. d),  del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito il primo periodo del primo comma (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale) di cui si riporta il testo prima della modificazione: «Al terzo si applicano, con riferimento all'udienza per la quale è citato, le disposizioni degli articoli 166 e 167, primo comma.». Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Da ultimo, il comma è stato modificato dall'art. 3, comma 2, lett. aa) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha sostituito le parole: «ai sensi degli articoli 171-bis, secondo comma, e 269, terzo comma, secondo periodo» alle parole: «ai sensi del terzo comma dell'articolo 269»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento.

Gli articoli da 269 a 272 regolano l'intervento di terzi nel processo provocato dall'istanza di una delle parti originarie o dall'ordine del giudice, stabilendo i limiti preclusivi entro cui è consentito estendere volontariamente l'ambito soggettivo del giudizio ed attribuendo ai chiamati in causa le indispensabili facoltà difensive. 

Poteri del terzo chiamato

A norma dell'art. 271, al terzo chiamato si applicano, con riferimento all'udienza per la quale è citato, le disposizioni degli artt. 166, 167, comma 1 e 171- ter , essendone la posizione parificata a quella del convenuto, quale che sia il titolo della sua vocatio . Se il terzo intende chiamare a sua volta in causa un « quarto », deve farne dichiarazione a pena di decadenza nella comparsa di risposta ed essere poi autorizzato dal giudice ai sensi del terzo comma dell'art. 269 .

Il decreto legislativo  (d.lgs. n. 164/2024) concernente disposizioni integrative e correttive al d.lgs. n. 149/2022, è intervenuto sull'ultimo comma dell'art 271, richiamando l'art. 171-bis, comma 2, e l'art. 269, comma 3, secondo periodo, sicchè la chiamata di un ulteriore terzo da parte del chiamato va autorizzata dal giudice sin dal momento delle verifiche preliminari.

È stato sostenuto che il terzo, chiamato in causa su istanza di parte, non potrebbe eccepire l'irritualità della stessa per mancata osservanza delle prescrizioni stabilite dall'art. 269 , comma 2, essendo al riguardo carente di interesse, atteso che il suo interesse a far valere questioni relative al rapporto processuale originario è correlato esclusivamente alla correttezza della decisione in merito o in rito su di esso e non anche alla stessa ritualità della chiamata in giudizio (Cass. VI, n. 10579/2013; vedi peraltro Cass. III, n. 7984/2010, secondo cui ove il giudice istruttore autorizzi una intempestiva chiamata in causa del terzo, si verifica una nullità per difetto del raggiungimento dello scopo che il processo inizi contemporaneamente per tutte le parti, nullità che, essendo stabilita proprio nell'interesse del terzo, deve essere da questo opposta con la prima difesa successiva all'atto di chiamata, rimanendo, in caso contrario, sanata).

Si è deciso in giurisprudenza anche che il terzo chiamato in garanzia — il quale assume la posizione di convenuto rispetto alla domanda proposta nei suoi riguardi ex art. 269 —, ove contesti la competenza territoriale del giudice adito, abbia l'onere di farlo, prioritariamente, secondo i criteri ordinari e solo in via gradata sotto il profilo dell'art. 32, ovvero assumendo che non si verte in ipotesi di garanzia propria. Ne segue che, qualora la domanda oggetto della chiamata sia regolata secondo i criteri ordinari di competenza territoriale dal foro generale e dai fori concorrenti dell'art. 25, l'eccezione deve riguardare — a seconda che il terzo sia persona fisica o soggetto collettivo — non solo il foro generale di cui agli artt. 18 e 19 (e in base a tutti i criteri da essi previsti), ma anche quelli concorrenti, pena l'irritualità dell'eccezione proposta, a prescindere dalla ricorrenza dei presupposti di cui all'art. 32 (Cass. VI, n. 12009/2014).

Quanto alle attività difensive svolte dal terzo chiamato exart. 107 e ritenuto estraneo al rapporto controverso, rimangono acquisite al giudizio e sottoposte alla cognizione del giudice di merito tutte le allegazioni in fatto e le prove addotte; restano, per converso, estranee al "thema decidendum" e, quindi, all'obbligo di pronuncia del giudice le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni che esplicano effetti esclusivamente nella sfera personale del terzo (Cass. III, n. 24950/2020).

Bibliografia

Liebman, Manuale di diritto processuale civile, Principi, VI ed., a cura di V. Colesanti, E. Merlin, E.F. Ricci, Milano, 2002; Luiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Punzi, Il processo civile. Sistema e problematiche, II, Torino, 2010.

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