Codice di Procedura Civile art. 281 sexies - Decisione a seguito di trattazione orale 1Decisione a seguito di trattazione orale1 [I]. Se non dispone a norma dell'articolo 281-quinquies, il giudice, fatte precisare le conclusioni [189], può ordinare la discussione orale della causa nella stessa udienza o, su istanza di parte, in un'udienza successiva e pronunciare sentenza al termine della discussione, dando lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione [429]. [II]. In tal caso, la sentenza si intende pubblicata con la sottoscrizione da parte del giudice del verbale che la contiene ed è immediatamente depositata [in cancelleria]2. [III]. Al termine della discussione orale il giudice, se non provvede ai sensi del primo comma, deposita la sentenza nei successivi trenta giorni3.
[1] Articolo inserito dall'art. 68 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. [2] Comma modificato dall'art. 3, comma 2, lett. ee) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha soppresso le parole: «in cancelleria»; ai sensi dell’art. 7, comma 3, del medesimo decreto, «In deroga all'articolo 35, comma 1, del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, le disposizioni di cui agli articoli 183-ter e 183-quater e quelle di cui all'articolo 281-sexies del codice di procedura civile, come modificato dal decreto legislativo n. 149 del 2022 e dal presente decreto, si applicano anche ai procedimenti già pendenti alla data del 28 febbraio 2023.». [3] Comma inserito dall'art. 3, comma 19, lett. b), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per le disposizioni transitorie v. ora l'art. 7, comma 3, d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, secondo cui in deroga all'articolo 35, comma 1, del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche ai procedimenti già pendenti alla data del 28 febbraio 2023. Vedi inoltre l'art.23-bis, comma 7, d.l. 2 marzo 2024, n. 19, conv., con modif., in l. 29 aprile 2024, n. 56. InquadramentoL 'art. 281- sexies è stato modificato dal d.lgs. n. 149/2022 soltanto con l'aggiunta di un terzo comma che, del tutto analogamente a quanto stabilito per le cause a decisione collegiale dall'ultimo comma del nuovo art. 275- bis , consente al giudice, al termine della discussione orale, di non provvedere a pronunciare immediatamente sentenza , dando lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione, e di depositare la sentenza nei successivi trenta giorni. Si è osservato che la possibilità offerta al giudice di depositare la sentenza ex art. 281- sexies nei successivi trenta giorni si coordina con la facoltà di disporre la sostituzione dell'udienza con il deposito di note scritte ai sensi dell'art. 127- ter , ovviando ad eventuali ritardi della cancelleria nello « scaricare » le note depositate nel giorno di scadenza di termine, che è considerato da quest'ultima norma « data di udienza a tutti gli effetti » (R. Masoni, in Aa. Vv., Commentario sistematico al nuovo processo civile , 206 ss.). Il modello dell'art. 281- sexies si trova ora richiamato con riguardo al giudizio d'appello dall'art. 350- bis , per il procedimento semplificato di cognizione dall'art. 281- terdecies , per il giudice di pace dall'art. 321 c.p.c., e presenta analogie anche con quanto stabilito nel giudizio di cassazione, per il procedimento di decisione in camera di consiglio, dall'art. 380- bis .1., comma 2. Il primo comma dell'art. 281-sexies resta immutato rispetto al sopravvenuto art. 189, il quale, per le cause a decisione collegiale, come per quelle a decisione monocratica nelle forme della trattazione scritta o mista ex art. 281- quinquies , suppone che la precisazione delle conclusioni avvenga mediante il deposito di note scritte. Nel modello di decisione a « trattazione orale », il giudice monocratico, escluso di procedere nelle forme dell'art. 281- quinquies , fa precisare le conclusioni ed ordina la discussione della causa nella stessa udienza o, su istanza di parte, in un'udienza successiva . Trattazione oraleSembrano ancora tutte sostenibili le conclusioni cui era pervenuta la giurisprudenza prima della Riforma: la scelta di procedere alla decisione nelle forme dell’art. 281-sexies c.p.c. può essere revocata dal giudice sino al momento dell’inizio della discussione orale (Cass. n. 22094/2019); la facoltà delle parti di chiedere un differimento dell’udienza di discussione può essere esercitata esclusivamente dopo la pronuncia dell’ordine del giudice di discussione orale, poiché solo in tale momento, e non prima, si determina l’avvio del relativo subprocedimento e si attivano i corrispondenti poteri delle parti (Cass. n. 11116/ 2020); la medesima facoltà della parte di richiedere un differimento dell’udienza di discussione è parimenti soddisfatta dalla fissazione officiosa di apposita udienza per la trattazione orale, in esito alla quale la parte non ha diritto ad un ulteriore rinvio (Cass. n. 22521/2018); il giudice può concedere alle parti termine per depositare scritti difensivi prima della discussione orale della causa ex art. 281-sexies (Cass. n. 18025/2018; tale soluzione, già diffusa nella prassi, si raccomanda ora per evitare asimmetrie con l’art. 275-bis dettato per le cause collegiali; lo scambio di comparse conclusionali prima dell’udienza appositamente fissata per la pronuncia ai sensi dell’art. 281-sexies non può tuttavia giustificare che la sentenza sia poi pronunciata senza essere preceduta dalla discussione orale (Cass. n. 7104/2015). L'art. 281-sexies ha il suo predecessore nel vecchio art. 315, operante per i procedimenti pretorili. Lo schema di decisione orale obbliga il giudice a dare lettura non solo del dispositivo (come prevedeva l'originaria formulazione dell'art. 429) ma anche della concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della motivazione. L'adozione del modello «semplificato» di decisione, di cui all'art. 281-sexies non esonera comunque il giudice dall'obbligo di fornire alle parti una motivazione che consenta di ricostruire, sia pur sinteticamente, i fatti di causa, ed offra alla fattispecie concretamente esaminata una soluzione corretta sul piano logico-giuridico (Cass. III, n. 12203/2015). Corte cost. , n. 121/2020 , ha affermato che l'istanza di decisione a norma dell'art. 281-sexies, individuata trai rimedi preventivi introdotti per i processi civili dalla legge n. 208 del 2015 quale condizione di ammissibilità della domanda di equa riparazione per irragionevole durata, dà luogo alla proposizione di un possibile e concreto, “modello procedimentale alternativo”, volto ad accelerare il corso del processo. Anche per i processi civili davanti al giudice di pace, ai fini dell'ammissibilità della domanda di equa riparazione per la violazione del termine ragionevole di durata, ex artt. 1-bis, 1-ter, comma 1, e 2, comma 1, della l. n. 89/2001, si è deciso che sussiste per la parte l'onere di esperire il rimedio preventivo della proposizione dell'istanza di decisione a seguito di trattazione orale a norma dell'art. 281-sexies (Cass. II, n. 21874/2023). Qualora il giudice rigetti l'istanza di rinvio avanzata dal difensore per procedere allo scambio di comparse conclusionali e successiva discussione ed ordini la discussione orale della causa nella medesima udienza, la nullità dell'invito alla discussione è sanata ex art. 157, comma 2, c.p.c. se la parte non solleva la relativa eccezione, dovendosi peraltro escludere la violazione dei principi regolatori del giusto processo nel caso in cui le parti abbiano avuto la possibilità di svolgere appieno le loro difese (Cass. III, n. 26106/2022). La pubblicazione della sentenza emessa ex art. 281-sexies viene quindi effettuata con la sottoscrizione da parte del giudice in calce al verbale d'udienza che contiene il provvedimento. L'art. 35 disp. att. chiarisce all'uopo che il cancelliere deve riunire in volumi gli originali delle sentenze, dei decreti d'ingiunzione e dei processi verbali di conciliazione, nonché, appunto, le «copie dei verbali contenenti le sentenze pronunciate a norma dell'art. 281-sexies». Facendo la sentenza susseguente a trattazione orale corpo unico col verbale d'udienza, non costituiscono contenuto essenziale dell'autonomo provvedimento del giudice tutti quegli elementi risultanti già dal verbale medesimo, quali il nome delle parti e dei loro difensori, o le conclusioni precisate (Cass. III, n. 22409/2006). Nella sentenza pronunciata a seguito della trattazione orale è perciò del tutto superflua l'esposizione dello svolgimento del processo e delle conclusioni delle parti (Cass. III, n. 7268/2012). La sottoscrizione del verbale e l'immediato deposito dello stesso sottraggono inoltre il cancelliere dall'adempimento degli obblighi di pubblicazione e comunicazione di cui all'art. 133. Peraltro, non rileva la circostanza che il verbale d'udienza non risulti sottoscritto dal giudice, perché la sentenza pronunciata ai sensi dell'art. 281-sexies non è atto distinto dal verbale che la contiene, sicché la sottoscrizione dell'una da parte del giudice equivale a sottoscrizione anche del relativo verbale (Cass. II, n. 22659/2010). Si è deciso che la sentenza pronunciata a norma dell'art. 281-sexies con lettura del dispositivo in udienza ma senza contestuale motivazione, benché viziata, in quanto non conforme al modello previsto dalla norma, conserva, peraltro, la sua natura di atto decisionale, dovendosi escludere la sua conversione in valida sentenza ordinaria, per essersi consumato il potere decisorio del giudice al momento della sua pubblicazione. Ne consegue che il termine lungo per l'impugnazione decorre dalla sottoscrizione del verbale di udienza, "ex lege" equiparato alla pubblicazione della sentenza, restando invece irrilevante, anche ai fini della tempestività dell'impugnazione, la successiva ed irrituale pubblicazione della motivazione, in quanto estranea alla struttura dell'atto processuale ormai compiuto (Cass. VI, n. 19908/2018; Cass. III, n. 5689/2016). La deroga che l'art. 281-sexies introduce all'art. 133 non implica, tuttavia alcuna eccezione altresì all'art. 326 o all'art. 327 . Il termine breve di cui all'art. 325 per impugnare la sentenza decisa a seguito di trattazione orale decorre, dunque, comunque soltanto dalla notificazione di essa ai sensi degli artt. 285 e 170, a meno che la proposizione della stessa o di altra impugnazione abbia determinato il decorso del termine per chi l'ha proposta e le altre parti, ai sensi dell'art. 326 , comma 2, non potendosi ritenere equipollente alla notificazione, in quanto atto ad istanza di parte, la lettura del dispositivo e della motivazione in udienza. Il termine lungo per proporre impugnazione decorre, invece, pur sempre dalla data della pronuncia , che equivale, unitamente alla sottoscrizione del relativo verbale da parte del giudice, alla pubblicazione prescritta nei casi ordinari dall'art. 133, con esonero, quindi, della cancelleria dalla comunicazione della sentenza (Cass. III, n. 17311/2015; Cass. III, n. 19743/2014; Cass. lav., n. 13617/2017). Così, si è affermato che, nelle controversie già regolate dal rito sommario, il termine (di trenta giorni) per l'impugnazione dell'ordinanza ai sensi del previgente art. 702 quater decorresse, per la parte costituita, dalla sua comunicazione o notificazione e non dal giorno in cui essa fosse stata eventualmente pronunciata e letta in udienza, secondo la previsione dell'art. 281 sexies; in mancanza delle suddette formalità l'ordinanza, a norma dell'art. 327, si è ritenuta impugnabile nel termine di sei mesi dalla pubblicazione (Cass. S.U., n. 28975/2022). Il termine per proporre istanza di regolamento di competenza avverso la sentenza pronunciata in udienza ai sensi dell' art. 281-sexies decorre dalla stessa udienza (Cass. VI, n. 20833/2019). La giurisprudenza ha attenuato la sacralità degli adempimenti formali supposti dall'art. 281-sexies, quando sia stato comunque raggiunto lo scopo dell'immodificabilità della decisione e della sua conseguenzialità rispetto alle ragioni ritenute rilevanti dal giudice all'esito della discussione, escludendo la nullità della sentenza tanto nel caso in cui il giudice non provveda alla lettura del dispositivo in udienza, quando sia comunque avvenuto il deposito immediato ed integrale del dispositivo e della motivazione (Cass. II, n. 22519/2018; Cass. III, n. 11176/2015); come nel caso di lettura del solo dispositivo e di comunicazione della motivazione alle parti subito dopo la discussione attraverso la consegna di uno stampato non firmato, poi sottoscritto e depositato in cancelleria (Cass. I, n. 10453/2014); ovvero, ancora, di deposito in cancelleria della stessa sentenza ex art. 281-sexies il giorno successivo alla pronuncia (Cass. II, n. 4483/2007). Tuttavia, ove sia mancata la lettura di motivazione e dispositivo, ovvero l'attestazione nel verbale sottoscritto dal giudice di tale adempimento, dovrebbe conseguire il mancato esonero del cancelliere dall'osservanza delle attività comunicatorie exart.133 (Cass. I, n. 18743/2007). Parimenti, la predisposizione ad opera del giudice, prima dell'udienza di precisazione delle conclusioni e della discussione orale, di una bozza di decisione da rendere ai sensi dell'art. 281-sexies, non comporta alcuna nullità, né lesione del diritto di difesa delle parti, in quanto attività meramente prodromica alla decisione, destinata ad integrare una ipotesi di soluzione, suscettibile di conferma o di modifica all'esito della discussione delle parti (Cass. III, n. 11259/2014; Cass. I, n. 10453/2014; Cass. II, n. 11297/2018). Diversamente, è nulla la sentenza ex art. 281-sexies, qualora dall'intestazione del verbale d'udienza risulti il nominativo di un giudice, mentre la motivazione ed il dispositivo rechino la sottoscrizione di un diverso magistrato (Cass. III, n. 24842/2014).
BibliografiaLiebman, Manuale di diritto processuale civile, Principi, VI ed., a cura di V. Colesanti, E. Merlin, E.F. Ricci, Milano, 2002; Luiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Punzi, Il processo civile. Sistema e problematiche, II, Torino, 2010. |