Codice di Procedura Civile art. 281 octies - Rimessione della causa al tribunale in composizione collegiale 1Rimessione della causa al tribunale in composizione collegiale1 [I]. Il giudice, quando rileva che una causa, riservata per la decisione davanti a sé in funzione di giudice monocratico, deve essere decisa dal tribunale in composizione collegiale [50-bis], rimette la causa al collegio per la decisione, con ordinanza comunicata alle parti2. [II]. Entro dieci giorni dalla comunicazione, ciascuna parte può chiedere la fissazione dell'udienza di discussione davanti al collegio, e in questo caso il giudice istruttore procede ai sensi dell'articolo 275-bis3.
[1] Articolo inserito dall'art. 68 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. [2] Comma così modificato dall'art. 3, comma 20, lett. b), numero 1), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito le parole: «rimette la causa al collegio per la decisione, con ordinanza comunicata alle parti» alle parole: «provvede a norma degli articoli 187, 188 e 189» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". [3] Comma inserito dall'art. 3, comma 20, lett. b), numero 2), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Inquadramento.Ai sensi nel riformulato art. 281- septies , il collegio, quando rileva che la causa, rimessa davanti a lui per la decisione, deve essere in realtà decisa dal tribunale in composizione monocratica, pronuncia ordinanza non impugnabile con cui rimette direttamente la medesima causa davanti al giudice istruttore perché decida la causa quale giudice monocratico. Non è quindi più previsto che il processo regredisca in maniera che le parti precisino nuovamente le conclusioni. L'ordinanza collegiale non è sindacabile né dal giudice monocratico, né dalle parti, le quali potranno, tuttavia, impugnare la sentenza per nullità ai sensi dell'art. 50- quater . L'art. 281- octies modificato dispone , invece, che, se il giudice monocratico rileva che la causa, riservata per la decisione davanti a sé, deve essere decisa dal tribunale in composizione collegiale, rimette la stessa al collegio con ordinanza comunicata alle parti. Il collegio può dissentire dalla valutazione del giudice singolo e restituirgli la causa perché pronunci in composizione monocratica, altrimenti provvede direttamente a deciderla. Entro dieci giorni dalla comunicazione dell'ordinanza di rimessione, ciascuna parte può però chiedere la fissazione dell'udienza di discussione davanti al collegio, e in questo caso il giudice istruttore procede ai sensi dell'art. 275- bis , assegnando, cioè, termini per il deposito di note di precisazione delle conclusioni e di note conclusionali. Errore sulla composizione del tribunaleQuanto ai rapporti tra collegio e giudice monocratico, occorre fare riferimento all’art. 50-quater, il quale precisa che le disposizioni di cui agli artt. 50-bis e 50-ter non si considerano attinenti alla costituzione del giudice, di tal che « alla nullità derivante dalla loro inosservanza si applica l’art. 161, primo comma ». L’eventuale inosservanza delle disposizioni sulla composizione collegiale o monocratica del tribunale chiamato a decidere su una determinata domanda, pur sostanziandosi in un errore sulla articolazione interna del medesimo ufficio (e perciò non comportando violazione di norme sulla competenza), costituisce in ogni caso, proprio alla stregua del rinvio operato dall’art. 50-quater al successivo art. 161, comma 1, una causa di nullità della decisione (nullità c.d. a regime intermedio), e non una forma di nullità relativa derivante da atti processuali antecedenti alla sentenza (e, perciò, soggetta al regime di sanatoria implicita), con sua conseguente esclusiva convertibilità in motivo di impugnazione e senza che la stessa produca la nullità degli atti che hanno preceduto la sentenza nulla (Cass. S.U., n. 28040/2008; Cass. I, n. 13097/2014). Di fatto, avendo espressamente il legislatore escluso la riconduzione del vizio di composizione del tribunale a quelli attinenti alla costituzione del giudice, la nullità che si viene a creare ha un’identità imprecisata, denunciabile solo mediante i mezzi di impugnazione previsti dall’art. 161, comma 1. Così, ad esempio, le cause di appello contro le sentenze del giudice di pace devono essere decise dal tribunale in composizione monocratica, ma, ove siano decise in composizione collegiale, la conseguente nullità della sentenza deve essere fatta valere con l'impugnazione, rimanendo altrimenti sanata (Cass. II, n. 1658/2004). Del resto, gli artt. 281-septies e 281-octies permettono sia al collegio che al giudice monocratico il rilievo d’ufficio in sede di decisione dell’errore sulla composizione del tribunale. Si consideri come la diversa composizione del tribunale finisca in realtà per incidere altresì sul rito applicabile (si pensi all’art. 281-ter, sui poteri istruttori del giudice, operante per il solo procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica). BibliografiaLiebman, Manuale di diritto processuale civile, Principi, a cura di V. Colesanti, E. Merlin, E.F. Ricci, Milano, 2002; Luiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Punzi, Il processo civile. Sistema e problematiche, II, Torino, 2010. |