Codice di Procedura Civile art. 302 - Prosecuzione del processo.Prosecuzione del processo. [I]. Nei casi previsti negli articoli precedenti la costituzione per proseguire il processo può avvenire all'udienza o a norma dell'articolo 166. Se non è fissata alcuna udienza, la parte può chiedere con ricorso al giudice istruttore o, in mancanza, al presidente del tribunale la fissazione dell'udienza. Il ricorso e il decreto sono notificati alle altre parti a cura dell'istante [170]. InquadramentoLa disposizione in commento disciplina le modalità di prosecuzione del giudizio ad iniziativa della stessa parte colpita dall'evento interruttivo ovvero del successore a titolo universale della parte, nonché di tutti coloro i quali sulla scorta delle norme di diritto sostanziale prendono il posto della persona o dell'ente colpito dall'evento in questione (Punzi, 1963, 324). La prosecuzione del processo può avvenire, in primo luogo, ove sia fissata un'udienza, all'udienza medesima ovvero prima di essa in cancelleria a norma dell'art. 166 Peraltro, la costituzione in giudizio del successore di una delle parti effettuata, in una delle fasi del processo, prima della dichiarazione della perdita di capacità del soggetto da parte del suo procuratore costituito, impedisce l'interruzione del processo al momento in cui venga effettuata la dichiarazione medesima (Cass. n. 17860/2004). Se non è fissata un'udienza, i soggetti legittimati alla prosecuzione del processo possono chiedere la fissazione della stessa con ricorso al giudice istruttore o, in mancanza, al Presidente del Tribunale. La mancanza del giudice istruttore si può verificare laddove lo stesso non sia stato ancora designato ovvero qualora la persona fisica del precedente giudice istruttore non faccia attualmente parte dell'ufficio per un impedimento definitivo o temporaneo (Saletti, 1981, 319). Soggetti legittimatiLa disposizione in commento disciplina le modalità di prosecuzione del giudizio ad iniziativa della stessa parte colpita dall'evento interruttivo (Punzi, 1963, 324). La prosecuzione può avvenire, poi, ad iniziativa del successore a titolo universale della parte, nonché di tutti coloro i quali sulla scorta delle norme di diritto sostanziale prendono il posto della persona o dell'ente colpito dall'evento in questione. I soggetti che proseguono in tale qualità il processo hanno l'onere di dimostrarla (Cass. n. 6721/1996, in Giust. civ., 1997, I, 1667, con nota di Panzarola). Peraltro, qualora nel corso del giudizio si sia verificata l'interruzione del processo per morte di una delle parti, con conseguente successione ipso iure di tutti gli eredi della stessa (c.d. litisconsorzio necessario per ragioni processuali), è sufficiente, ai fini della ricostituzione del rapporto processuale, l'atto di prosecuzione volontaria effettuato da alcuni soltanto degli eredi o l'atto di riassunzione (comprensivo della notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza di comparizione) compiuto nei confronti di alcuni soltanto dei medesimi, salva la successiva integrazione del contraddittorio, ex art. 102, comma secondo, nei riguardi degli eredi che non abbiano proseguito volontariamente il processo od ai quali non sia stato notificato l'atto di riassunzione (Cass. n. 3060/1984). La S.C. ha inoltre distinto, quanto alla individuazione dei soggetti legittimati alla prosecuzione del processo interrotto, la posizione dei successori universali da quella del successore a titolo particolare nel diritto controverso (fattispecie rispettivamente disciplinate dagli artt. 110 e 111), precisando che l'interruzione del processo per il decesso della parte è disposta a protezione dei successori a titolo universale della parte deceduta, i quali rimangono privi di tutela processuale: pertanto, solo ad essi è consentita la prosecuzione del processo nella forma del semplice deposito di una memoria di costituzione con la procura al difensore, quando si sia verificata una prosecuzione di fatto del processo, e non anche al successore a titolo particolare nel diritto controverso che non sia già intervenuto in causa (Cass. n. 6721/1996). Con riferimento ai procedimenti oggettivamente e/o soggettivamente cumulati, laddove siano riunite più cause distinte, connesse ma autonome, la giurisprudenza appare incline a ritenere che gli stessi possono essere legittimamente riassunti o proseguiti, dopo la dichiarazione di interruzione del procedimento, anche limitatamente ad alcuni soltanto dei rapporti da cui sono composte poiché su ogni parte grava l'onere di riattivare il processo, relativamente alle domande per le quali ha interesse a una pronuncia di merito (Cass. n. 17533/2010). Modalità di prosecuzioneLa prosecuzione del processo può avvenire, in primo luogo, ove sia fissata un'udienza, all'udienza medesima ovvero prima di essa in cancelleria a norma dell'art. 166. È oggetto di discussione, specie in dottrina, se la costituzione in prosecuzione valga ad impedire l'interruzione nelle ipotesi in cui all'evento la stessa segua ipso iure, potendo invece senz'altro la costituzione volontaria dei soggetti legittimati impedire l'interruzione del processo nelle fattispecie disciplinate dal secondo e dal comma 3 dell'art. 300 nelle quali è necessaria la dichiarazione del procuratore ovvero la certificazione dell'evento riguardante la parte contumace ai fini dell'interruzione del processo (Finocchiaro A., 449; Punzi, 1963, 362). Nell'indicata prospettiva la S.C. ha affermato che la costituzione in giudizio del successore universale di una delle parti effettuata, in una delle fasi del processo, prima della dichiarazione della perdita di capacità del soggetto da parte del suo procuratore costituito, impedisce l'interruzione del processo al momento in cui venga effettuata la dichiarazione medesima, a norma dell'art. 300, con la conseguenza che non è necessaria alcuna procedura di riattivazione del processo mai interrotto, nel quale la parte (in proprio o in persona del successore) è stata sempre ritualmente presente (Cass. n. 17860/2004). Peraltro, il soggetto che si costituisca spontaneamente in prosecuzione a fronte dell'evento interruttivo che abbia colpito il proprio dante causa non deve notificare alle controparti il proprio atto di costituzione, ove questo non contenga domande nuove rispetto a quelle proposte dalla parte deceduta, valendo anche in tal caso il principio generale espresso dall'art. 170 secondo il quale le comparse e le memorie si comunicano mediante deposito in cancelleria (Cass. n. 6275/1998). Nella diversa ipotesi in cui non sia fissata un'udienza, i soggetti legittimati alla prosecuzione del processo possono chiedere la fissazione della stessa con ricorso al giudice istruttore o, in mancanza, al Presidente del Tribunale (i.e. al Presidente di sezione, per gli uffici giudiziari articolati in diverse sezioni). In dottrina si è evidenziato che la mancanza del giudice istruttore si può verificare laddove lo stesso non sia stato ancora designato ovvero qualora la persona fisica del precedente giudice istruttore non faccia attualmente parte dell'ufficio per un impedimento definitivo o temporaneo (Saletti, 1981, 319). Una giurisprudenza, sebbene risalente, della S.C. ha smentito la tesi secondo cui nell'ipotesi di pronuncia del decreto di fissazione dell'udienza da parte di un giudice diverso da quello indicato dalla norma in esame si avrebbe un vizio di costituzione del giudice ai sensi dell'art. 158, affermando che qualora, a seguito di ricorso per prosecuzione o per riassunzione del processo, il decreto previsto dagli artt. 302 e 303 venga reso da un giudice diverso dall'istruttore o dal presidente, si è in presenza di una mera irregolarità, nella quale nozione rientrano tutte le deviazioni dal modello normativo per le quali non si riscontra espressa comminatoria di nullità, e che non comportano l'inidoneità dell'atto al conseguimento dello scopo (Cass. n. 2257/1978). In caso di prosecuzione del processo interrotto nelle forme del ricorso, a norma degli artt. 303 e 302, a differenza di quanto accade nell'ipotesi di citazione in riassunzione ex art. 125 disp. att., non vi è alcuna necessità di osservare i termini minimi di comparizione a garanzia del diritto di difesa della controparte di cui all'art. 163-bis (Cass. n. 7488/1992). Mandato alle litiNel caso di interruzione del processo, il ricorso in prosecuzione ex art. 302, in quanto atto di mero impulso processuale nell'ambito di un procedimento già instaurato, di cui permangono tutti gli effetti sostanziali e processuali, non richiede il conferimento di un mandato speciale al difensore, per cui deve ritenersi consentito, ai sensi dell'art. 125, il rilascio successivo della procura (anche in data posteriore alla notificazione del ricorso), purché prima della costituzione della parte rappresentata (Cass. n. 2757/2018; Cass. n. 62/1991). BibliografiaCalifano, L'interruzione del processo civile, Napoli, 2004; Calvosa, Interruzione del processo civile, in Nuovo D.I., VIII, Torino, 1962, 929; Cavalaglio, Interruzione del processo di cognizione nel diritto processuale civile, in Dig. civ., X, Torino 1993, 83; Ciaccia Cavallari, Prospettive d'interruzione nel procedimento in Cassazione, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1975, 192; Cipriani, Indivisibilità dell'interruzione e litisconsorzio facoltativo, in Foro it. 1998, I, 1260; Finocchiaro A., Interruzione del processo (diritto processuale civile), in Enc. dir. XXII, Milano, 1972, 437; Giordano, Se la cancellazione dell'avvocato dall'albo comporti interruzione del processo, in Giust. civ. 2004, I, 794; Micheli, Sospensione, interruzione e estinzione del processo, in Riv. dir. proc. 1942, I, 3 ss.; Punzi, L'interruzione del processo, Milano, 1963; Saletti, La riassunzione del processo civile, Milano, 1981; Saletti, Interruzione del processo, in Enc. giur., XVII, Roma, 1989, 6. |