Codice di Procedura Civile art. 318 - Contenuto della domanda 1Contenuto della domanda1 [I]. La domanda si propone con ricorso, sottoscritto a norma dell'articolo 125, che deve contenere, oltre all'indicazione del giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione del suo oggetto. [II]. Il giudice di pace, entro cinque giorni dalla designazione, fissa con decreto l'udienza di comparizione delle parti a norma del comma secondo dell'articolo 281-undecies. Con lo stesso decreto il giudice di pace informa il convenuto che la costituzione oltre il termine indicato implica le decadenze di cui all'articolo 281-undecies, terzo e quarto comma, che la difesa tecnica mediante avvocato e' obbligatoria in tutti i giudizi il cui valore eccede 1.100 euro, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, puo' presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato2.
[1] Articolo così sostituito dall'art. 27 l. 21 novembre 1991, n. 374 e successivamente dall'art. 3, comma 24, lett. c), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, comesostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Si riporta il testo anteriore alla suddetta sostituzione: «[I].La domanda, comunque proposta, deve contenere, oltre l'indicazione del giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione dell'oggetto. [II].Tra il giorno della notificazione di cui all'articolo 316 e quello della comparizione devono intercorrere termini liberi non minori di quelli previsti dall'articolo 163-bis, ridotti alla metà. [III]. Se la citazione indica un giorno nel quale il giudice di pace non tiene udienza, la comparizione è d'ufficio rimandata all'udienza immediatamente successiva.». Inoltre la Corte cost., con sentenza 22 aprile 1997, n. 110 aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale del primo comma nella parte in cui non prevedeva che l'atto introduttivo del giudizio dinanzi al giudice di pace debba contenere l'indicazione della scrittura privata che l'attore offre in comunicazione. [2] Comma modificato dall'art. 3, comma 3, lett. a) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 che ha aggiunto alla fine un periodo. Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. InquadramentoSecondo l’art. 311, il procedimento davanti al giudice di pace, per tutto quanto non appositamente regolato, è retto dalle norme relative al procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica, in quanto applicabili. Sono poi stabilite norme particolari in tema di forma (art. 316) e contenuto (art. 318) della domanda, rappresentanza davanti al giudice di pace (art. 317) e querela di falso presentata in procedimento pendente innanzi allo stesso (art. 313). Contenuto della domanda
Il contenuto dell'atto introduttivo in relazione al giudizio davanti al giudice di pace è disciplinato esclusivamente dall'art. 318. L'art. 318, in origine, non prevedeva, tra i suoi requisiti, l'avvertimento al convenuto — prescritto per il procedimento dinanzi al tribunale dall'art. 163, comma 3, n. 7 — che la costituzione oltre il termine di legge produce la decadenza stabilita dall'art. 167 (Cass. n. 10909/2003). In ottemperanza al principio di massima semplificazione delle forme di tale giudizio, è possibile integrare i fatti già dedotti ed allegare fatti nuovi entro i limiti temporali previsti dall'art. 320. Pertanto, l'atto introduttivo deve ritenersi nullo solo nel caso in cui per la mancata o incompleta esposizione dei fatti non è possibile l'instaurazione del contraddittorio (Cass. I, n. 7685/2005; Cass. I, n. 9025/2005). L’art. 318, per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, e poi del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, dispone, in particolare, che la domanda abbia la forma del ricorso sottoscritto a norma dell’art. 125 e deve contenere, oltre all'indicazione del giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione del suo oggetto. Il giudice di pace, entro cinque giorni dalla designazione, fissa con decreto l'udienza di comparizione delle parti a norma del comma secondo dell'art. 281-undecies. Con lo stesso decreto il giudice di pace informa il convenuto che la costituzione oltre il termine indicato implica le decadenze di cui all'art. 281-undecies, terzo e quarto comma, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi il cui valore eccede 1.100 euro, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato. È dunque affidato al decreto del giudice parte del contenuto informativo che nel giudizio dinanzi al tribunale è, invece, imposto all’attore. Il decreto deve perciò contenere gli avvisi inerenti alle decadenze derivanti dalla inosservanza del termine per la costituzione in giudizio, alla necessità della difesa tecnica e alla possibilità di avvalersi del patrocinio a spese dello Stato. Quanto alla mancata indicazione specifica dei mezzi di prova nell'atto introduttivo del giudizio dinanzi al giudice di pace, Cass. III, n. 12610/2023. La previsione che il convenuto si costituisce a norma dei commi terzo e quarto del medesimo articolo si correla all’applicabilità della disciplina del procedimento semplificato di cognizione.
BibliografiaChiarloni, Il giudice di pace, in Le riforme del processo civile, a cura di Sergio Chiarloni, Bologna, 1992; Chiarloni, Giudice di pace, in Dig. civ., Torino, 1993; Proto Pisani, Il giudice di pace tra mito e realtà, in Foro it. 1989, V, 1 ss.; Rota, Il giudice di pace, in Le riforme della giustizia civile, a cura di Taruffo, Torino, 2000, 61 ss. |