Codice di Procedura Civile art. 333 - Impugnazioni incidentali.

Mauro Di Marzio

Impugnazioni incidentali.

[I]. Le parti alle quali sono state fatte le notificazioni previste negli articoli precedenti debbono proporre, a pena di decadenza, le loro impugnazioni in via incidentale nello stesso processo [334, 343].

Inquadramento

La disposizione in commento disciplina l'impugnazione incidentale (tempestiva), contrapposta a quella principale. Il carattere principale o incidentale dell'impugnazione non ha nulla a che vedere con la maggiore o minore importanza del capo di sentenza contestato: è principale l'impugnazione proposta per prima, mentre è incidentale quella cronologicamente successiva (Picardi, 406).

La verifica della priorità cronologica di un'impugnazione rispetto all'altra si effettua sulla base degli stessi criteri dettati in tema di litispendenza (v. sub art. 39): in caso di impugnazione effettuata con citazione occorre aver riguardo alla data di notificazione (a parità di data di notifica, rileva l'ordine di iscrizione a ruolo della causa: (Cass. n. 5141/1985); in caso di impugnazione con ricorso alla data di deposito. Il codice di rito detta poi specifiche disposizioni (a ciascuna delle quali si rinvia) per l'appello incidentale (art. 343) e per il ricorso per cassazione incidentale (art. 371).

Accanto alla norma in esame occorre considerare la previsione del successivo art. 334 (al cui commento si rinvia), che regola l'impugnazione incidentale tardiva: quella prevista dall'art. 333 (impugnazione incidentale tempestiva) ha luogo quando il termine per l'impugnazione (v. sub artt. 325, 327) non è ancora decorso; quella prevista dall'art. 334 è consentita dopo lo spirare di tale termine (o dopo che la parte ha prestato acquiescenza ex art. 329). Mentre l'impugnazione incidentale tardiva si colloca in una posizione di subordinazione rispetto all'impugnazione principale, giacché essa è inefficace se l'impugnazione principale è dichiarata inammissibile, l'impugnazione incidentale tempestiva, in caso di inammissibilità dell'impugnazione principale, si trasforma essa stessa in impugnazione principale (Cass. n. 6722/1994).

L'impugnazione incidentale mira a realizzare il principio di unità del giudizio di impugnazione (Bonsignori 1994, 348; Cerino Canova, 21), principio del quale è espressione altresì l'art. 335 (al cui commento si rinvia), che prevede la riunione di tutte le impugnazioni proposte separatamente contro la stessa sentenza. In particolare l'art. 333 è indirizzato alla parte che abbia già ricevuto la notificazione dell'impugnazione principale (ovvero anche la denuntiatio prevista a tale scopo dall'art. 332); l'art. 335 impone al giudice di disporre la riunione indipendentemente dalla circostanza che le impugnazioni successive alla prima siano state lecitamente o meno introdotte in forma di impugnazioni principali.

L'impugnazione incidentale va notificata alle eventuali parti rimaste contumaci (Cass. n. 26852/2006; Cass. n. 14635/2012; Cass. n. 19754/2014).

Legittimazione

La legittimazione all'impugnazione consegue alla soccombenza, totale o parziale, nel giudizio a quo (v. sub art. 323).

L'impugnazione incidentale presuppone dunque che nel giudizio a quo si sia verificata una situazione di soccombenza reciproca, la quale ha luogo ogni qual volta le parti abbiano visto solo parzialmente accolte le proprie conclusioni (Bonsignori, 1994, 348).

Non è legittimato all'impugnazione incidentale l'impugnante principale in replica all'impugnazione incidentale, operando in proposito il principio della consumazione del diritto di impugnazione (Cass. n. 25925/2005, concernente ricorso per cassazione). Si è di recente chiarito che l'impugnazione incidentale tardiva è sempre ammissibile, a tutela della reale utilità della parte, ove l'impugnazione principale metta in discussione l'assetto di interessi derivanti dalla sentenza cui la parte non impugnante aveva prestato acquiescenza, atteso che l'interesse ad impugnare sorge, anche nelle cause scindibili, dall'eventualità che l'accoglimento dell'impugnazione principale modifichi tale assetto giuridico (Cass. n. 23396/2015).

Per l'ulteriore analisi del tema v. sub artt. 343 e 371.

Sul tema della mera riproposizione in appello delle eccezioni non accolte v. sub art. 346.

Bibliografia

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