Codice di Procedura Civile art. 335 - Riunione delle impugnazioni separate.Riunione delle impugnazioni separate. [I]. Tutte le impugnazioni proposte separatamente contro la stessa sentenza debbono essere riunite, anche d'ufficio, in un solo processo [350 3]. InquadramentoLa riunione delle impugnazioni è l'espressione del principio di unità del giudizio di impugnazione (Cerino Canova, 21). La norma trova applicazione non soltanto nella situazione fisiologica in cui l'impugnante non abbia ancora ricevuto la notificazione dell'atto di impugnazione preveniente dalla controparte (si immagini il caso di due contrapposti appelli o ricorsi per cassazione notificati simultaneamente), ma anche nelle ipotesi di impugnazioni proposte autonomamente in violazione dell'art. 333. Per effetto della riunione l'impugnazione proposta successivamente sotto forma di impugnazione principale si converte, entro certi limiti, in impugnazione incidentale. In particolare, nei procedimenti con pluralità di parti, una volta avvenuta ad istanza di una di esse la notificazione del ricorso per cassazione, le altre parti, alle quali il ricorso sia stato notificato, debbono proporre, a pena di decadenza, i loro eventuali ricorsi avverso la medesima sentenza nello stesso procedimento e, perciò, nella forma del ricorso incidentale, ai sensi dell'art. 371, in relazione all'art. 333 dello stesso codice. Tuttavia, dovendo l'inosservanza della forma del ricorso incidentale, in ragione della mancanza di una espressa affermazione da parte della legge circa l'essenzialità dell'osservanza di tale requisito formale, essere apprezzata secondo i principi generali in tema di nullità, la riunione ai sensi dell'art. 335 non impedisce la conversione di detto ricorso in ricorso incidentale, qualora esso risulti proposto entro i quaranta giorni dalla notificazione del primo ricorso principale, posto che in tale ipotesi si ravvisa l'idoneità del secondo ricorso a raggiungere lo scopo. In difetto di riunione delle due impugnazioni, la pronuncia relativa alla prima rende improcedibile la seconda, atteso che, risultando ormai impossibile il simultaneus processus, si verifica un impedimento all'esame degli ulteriori gravami, in ragione della decadenza con la quale l'art. 333 sanziona la prescrizione dell'incidentalità delle impugnazioni successivamente proposte (Cass. n. 27898/2011). Nell'ipotesi in cui vengano iscritti due ricorsi per cassazione di identico contenuto, proposti dalla stessa parte contro la medesima sentenza, uno in via principale e l'altro in via incidentale rispetto al ricorso principale di un'altra parte, qualora la loro notificazione sia stata coeva, in sede di loro riunione, deve essere data priorità di esame a quello iscritto per primo, e, se esso sia ammissibile e procedibile, la sua decisione rende inammissibile, in via sopravvenuta, l'altro ricorso (Cass. n. 15582/2020). Effetti della mancata riunioneNell'ipotesi di mancata riunione di impugnazioni separate, la prima decisione non è invalida, e, come si è accennato in precedenza, si produce l'inammissibilità delle ulteriori impugnazioni (Cass. n. 13817/2002; Cass. n. 21432/2007; Cass. n. 12430/2010; Cass. n. 12038/2014; Cass. n. 7096/2016). Il principio in base al quale l'impugnazione di una parte è improcedibile quando sia autonomamente rivolta contro una sentenza già impugnata in via principale da altra parte processuale e la decisione sulla prima sia stata emessa senza la riunione delle impugnazioni, non si applica quando queste hanno ad oggetto una sentenza che contenga pronunce relative a cause scindibili trattate unitariamente; pertanto, nulla vieta che, in caso di separato ricorso proposto in via autonoma contro la stessa sentenza, la Cassazione, dopo aver deciso separatamente un ricorso, conosca anche dell'altro, in quanto, in tale ipotesi, la decisione non riguarda la stessa causa oggetto della precedente sentenza, ma una causa diversa che, per effetto della trattazione unitaria nel giudizio di merito, è stata definita mediante sentenza solo formalmente unica (Cass. n. 16826/2008). Riunione di impugnazioni contro sentenze diverseVi è una pluralità di casi in cui la S.C. ammette la riunione a fronte di impugnazioni proposte contro sentenze diverse. Ciò accade non solo quando tali sentenze si riferiscano ad una medesima domanda ed a giudizi svoltisi tra le stesse parti (Cass. n. 21349/2004), ma anche quando sussistano ragioni di unitarietà sostanziale e processuale della controversia, dal momento che dalle disposizioni del codice di rito prescriventi l'obbligatorietà della riunione, in fase di impugnazione, di procedimenti formalmente distinti, in presenza di cause esplicitamente ritenute dal legislatore idonee a giustificare la trattazione congiunta (artt. 335 e 151 disp. att.), é desumibile un principio generale secondo cui il giudice può ordinare la riunione in un solo processo di impugnazioni diverse, oltre i casi espressamente previsti, ove ravvisi in concreto elementi di connessione tali da rendere opportuno, per ragioni di economia processuale, il loro esame congiunto (Cass. n. 16405/2008; Cass. S.U., n. 18050/2010; Cass. S.U., n. 1521/2013). Tra i casi di riunione non direttamente ricadenti sotto la disciplina dell'art. 335 possono ricordarsi i seguenti casi: impugnazioni contro sentenze pronunciate in grado di appello in un medesimo giudizio, legate l'una all'altra da un rapporto di pregiudizialità (Cass. n. 14607/2007; Cass. n. 22631/2011); impugnazioni contro sentenze che definiscono i giudizi di appello e di revocazione contro la stessa sentenza di merito (Cass. n. 14442/2008; Cass. n. 7568/2014; Cass. n. 18966/2024); impugnazioni contro sentenze pronunciano l'una sull'an e sul quantum (Cass. n. 2357/2003; Cass. n. 15708/2014; Cass. n. 10534/2015); impugnazioni contro sentenza non definitiva e definitiva (Cass. n. 9377/2001). Attesa l'identità dell'oggetto della controversia ed in applicazione analogica dell'art. 335 vanno riuniti il ricorso per revocazione, proposto contro la sentenza con cui la Corte di cassazione abbia rigettato un precedente ricorso avverso una sentenza d'appello, ed il ricorso per cassazione esperito avverso la sentenza con cui la medesima corte di appello abbia dichiarato inammissibile la domanda di revocazione di quella sua stessa pronuncia impugnata anche in sede di legittimità (Cass. n. 23445/2014). BibliografiaAttardi, Note sull'effetto devolutivo dell'appello, in Giur. it. 1961, IV, 153; Besso, Principio di prevalenza della sostanza sulla forma e requisiti formali del provvedimento: un importante revirement della Corte di Cassazione, nota a Cass. 24. Marzo 2006, n. 6600, in Giur it. 2007, 946; Bianchi, I limiti oggettivi dell'appello civile, Padova, 2000; Bonsignori, L'effetto devolutivo dell'appello, in Riv. trim. dir. e proc. civ. 1974, 134; Bonsignori, Impugnazioni civili in generale, in Dig. civ., IX, Torino, 1994; Cerino Canova, Impugnazioni, I, Diritto procesuale civile, in Enc. giur., XVI, Roma, 1989; Comoglio-Ferri-Taruffo, Lezioni sul processo civile, Bologna, 1995; Consolo, Le impugnazioni delle sentenze e dei lodi, Padova, 2012; Denti, Questioni pregiudiziali (dir. proc. civ.), in Nss. D.I., XIV, Torino, 1967; Fazzalari, Il giudizio civile di cassazione, Milano, 1960; Liebman, «Parte» o «capo» di sentenza, in Riv. dir. proc. 1964, 52; Liebman, Manuale di diritto processuale civile, II, Milano, 1984; Mandrioli, Corso di diritto processuale civile, II, Torino, 2002; Picardi, Manuale del processo civile, Milano, 2013; Poli, I limiti oggettivi delle impugnazioni ordinarie, Padova, 2002; Recchioni, Dipendenza sostanziale e pregiudizialità processuale nella cognizione ordinaria, Padova, 1999; Redenti, Diritto processuale civile, II, Milano, 1985; Romano, Profili applicativi e dogmatici dei motivi specifici di impugnazione nel giudizio d'appello civile, in Riv. trim. dir. e proc. civ. 2000, 1205. |