Codice di Procedura Civile art. 352 - Decisione 1

Mauro Di Marzio

Decisione1

[I]. Esaurita l'attività prevista negli articoli 350 e 351, il giudice, quando non ritiene di procedere ai sensi dell'articolo 350-bis, fissa davanti a sé l'udienza di rimessione della causa in decisione e assegna alle parti, salvo che queste non vi rinuncino, i seguenti termini perentori:

1) un termine non superiore a sessanta giorni prima dell'udienza per il deposito di note scritte contenenti la sola precisazione delle conclusioni;

2) un termine non superiore a trenta giorni prima dell'udienza per il deposito delle comparse conclusionali;

3) un termine non superiore a quindici giorni prima per il deposito delle note di replica2.

[II]. All'udienza la causa è trattenuta in decisione. Davanti alla corte di appello, l'istruttore riserva la decisione al collegio. La sentenza è depositata entro sessanta giorni.

 

[1] L'articolo dapprima sostituito dall'art. 57 l. 26 novembre 1990, n. 353; successivamente dall'art. 76 d.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51; in seguito modificato dall'art. 27 della l. 12 novembre 2011, n. 183 e, da ultimo, così sostituito dall'art. 3, comma 26,  lett. l), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito  dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.- 4. Le norme dei capi I e II del titolo III del libro secondo e quelle degli articoli 283, 434, 436-bis, 437 e 438 del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano alle impugnazioni proposte successivamente al 28 febbraio 2023".Si riporta il testo anteriore alla suddetta sostituzione«[I].Esaurita l'attività prevista negli articoli 350 e 351, il giudice, ove non provveda a norma dell'articolo 356, invita le parti a precisare le conclusioni e dispone lo scambio delle comparse conclusionali e delle memorie di replica a norma dell'articolo 190; la sentenza è depositata in cancelleria entro sessanta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle memorie di replica.​[II]. Se l'appello è proposto alla corte di appello, ciascuna delle parti, nel precisare le conclusioni, può chiedere che la causa sia discussa oralmente dinanzi al collegio. In tal caso, fermo restando il rispetto dei termini indicati nell'articolo 190 per il deposito delle difese scritte, la richiesta deve essere riproposta al presidente della corte alla scadenza del termine per il deposito delle memorie di replica. [III]. Il presidente provvede sulla richiesta fissando con decreto la data dell'udienza di discussione da tenersi entro sessanta giorni; con lo stesso decreto designa il relatore. [IV]. La discussione è preceduta dalla relazione della causa; la sentenza è depositata in cancelleria entro i sessanta giorni successivi. [V]. Se l'appello è proposto al tribunale, il giudice, quando una delle parti lo richiede, dispone lo scambio delle sole comparse conclusionali a norma dell'articolo 190 e fissa l'udienza di discussione non oltre sessanta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle comparse medesime; la sentenza è depositata in cancelleria entro i sessanta giorni successivi. [VI]. Quando non provvede ai sensi dei commi che precedono, il giudice può decidere la causa ai sensi dell'articolo 281-sexies.».

[2] Comma modificato dall'art. 3, comma 3, lett. h) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha sostituito le parole: «il giudice» alle parole: «l'istruttore»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento

La fase decisoria in appello è stata oggetto di novella da parte della riforma del 2022 (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149), che ha modificato l'art. 352 in conformità a quanto previsto dalla legge delega (l. 26 novembre 2021, n. 206), prevedendo che quando la causa è matura per la decisione, e non sussistono i presupposti per disporre la discussione orale e la decisione in forma semplificata, l'istruttore debba fissare altra udienza davanti a sé per la rimessione della causa in decisione, assegnando alle parti un triplice termine perentorio calcolato a ritroso rispetto alla data dell'udienza di rinvio per il deposito i) di una nota di precisazione delle conclusioni, ii) della comparsa conclusionale e iii) delle note di replica. All'udienza, l'istruttore rimetterà la causa al collegio per la decisione (ovvero, negli appelli davanti al tribunale, che decide in composizione monocratica, tratterrà la causa in decisione), fermo restando il termine di sessanta giorni per il deposito della sentenza. Per mero coordinamento è stata soppressa la previsione, contenuta nell'attuale ultimo comma dell'articolo 352, secondo la quale il giudice può decidere la causa ai sensi dell'articolo 281 sexies, in quanto la relativa disposizione è stata inserita nella disciplina relativa all'udienza di trattazione e richiamata nel primo periodo del primo comma. Il correttivo  (d.lgs. n. 164/2024) all’art. 352, comma 1, ha sostituito le parole «l’istruttore» con quelle: «il giudice»;

Guardando alla giurisprudenza formatasi in precedenza, vale ricordare che il mancato invito a precisare le conclusioni non invalida la sentenza successivamente pronunciata, dal momento che nulla impedisce alle parti di provvedervi quantunque non invitate (Cass. n. 2589/1988).

La precisazione delle conclusioni deve avvenire «nei limiti di quelle formulate negli atti introduttivi», ai sensi dell'art. 189, applicabile in appello per il tramite dell'art. 359. Ciò vuol dire, nella pratica, che le parti, in appello, non possono modificare le conclusioni già prese se non riducendone la portata quantitativa.

In sede di precisazione delle conclusioni valgono principi analoghi a quelli formatesi con riguardo al giudizio di primo grado. In breve, la mancata riproduzione nelle conclusioni di una determinata istanza, contenuta negli atti introduttivi, non comporta una automatica rinuncia, a meno che non sia indicativa della volontà della parte, da valutarsi a tenore del complessivo comportamento della parte, di abbandonarla.

Certamente non possono avere ingresso, in generale, le istanze e, più in generale, i fatti e le questioni prospettate per la prima volta nelle comparse conclusionali e delle repliche, le quali hanno il solo scopo di illustrare l'attività precedentemente svolta. Vi sono tuttavia fatti eccezionalmente suscettibili di essere dedotti nell'arco temporale tra l'udienza di precisazione delle conclusioni e lo spirare dei termini di cui all'art. 190 ovvero con la comparsa conclusionale. Si pensi, ad esempio, al verificarsi dell'evento interruttivo verificatosi entro tale periodo (Cass. n. 23042/2009; Cass. n. 15669/2009), ovvero alla cessazione della materia del contendere (Cass. n. 1264/1978; Cass. n. 4630/1987). 

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