Codice di Procedura Civile art. 383 - Cassazione con rinvio.

Loredana Nazzicone
aggiornato da Mauro Di Marzio

Cassazione con rinvio.

[I]. La Corte, quando accoglie il ricorso per motivi diversi da quelli richiamati nell'articolo precedente, rinvia la causa ad altro giudice di grado pari a quello che ha pronunciato la sentenza cassata.

[II]. Nel caso previsto dall'articolo 360, secondo comma, la causa può essere rinviata al giudice che avrebbe dovuto pronunciare sull'appello al quale le parti hanno rinunciato.

[III]. La Corte, se riscontra una nullità del giudizio di primo grado per la quale il giudice d'appello avrebbe dovuto rimettere le parti al primo giudice, rinvia la causa a quest'ultimo [353 1, 354].

[IV]. [Nelle ipotesi di cui all'articolo 348-ter, commi terzo e quarto, la Corte, se accoglie il ricorso per motivi diversi da quelli indicati dall'articolo 382, rinvia la causa al giudice che avrebbe dovuto pronunciare sull'appello e si applicano le disposizioni del libro secondo, titolo terzo, capo terzo, sezione terza1.]

 

[1] Comma inserito dall'art. 54, comma 1 lett. c), d.l. 22 giugno 2012, n. 83, conv., con modif., in l. 7 agosto 2012, n. 134. La disposizione si applica ai giudizi di appello introdotti con ricorso depositato o con citazione di cui sia stata richiesta la notificazione dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso. Per i limiti di applicabilità di tale disposizione, v. art. 54, comma 3-bis, dell stesso d.l. n. 83. Comma, da ultimo, abrogato  dall'art. 3, comma 28, lett. l) del D.lgs. 10 ottobre  2022, n. 149Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "5. Salvo quanto disposto dal comma 6, le norme del capo III del titolo III del libro secondo del codice di procedura civile e del capo IV delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, come modificati dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data.- 6. Gli articoli 372, 375, 376, 377, 378, 379, 380, 380-bis, 380-bis.1, 380-ter, 390 e 391-bis del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano anche ai giudizi introdotti con ricorso già notificato alla data del 1° gennaio 2023 per i quali non è stata ancora fissata udienza o adunanza in camera di consiglio". 

Inquadramento

L'esito del giudizio di cassazione, dopo la riforma del d.lgs. n. 40/2006, ed a parte le ipotesi di decisione sopra la pura questione di rito di giurisdizione o competenza, è triplice: a) cassazione senza rinvio, nelle ipotesi dell'articolo precedente; b) cassazione e decisione nel merito, laddove ricorrano i presupposti di cui all'art. 384; c) cassazione con rinvio, in tutti gli altri casi, con norma di chiusura.

Tale ultima situazione è regolata dalla norma in commento, la quale è stata modificata nel 2022 (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149) con la soppressione dell'ultimo comma riferito a decisioni rese ai sensi dell'abrogato art. 348 ter.

La richiesta del ricorrente in favore dell'una o dell'altra pronuncia è irrilevante, posto che la scelta tra le pronunce avviene d'ufficio e discende dalla natura del vizio riscontrato (Cass. S.U., n. 6994/2010; Cass. n. 12235/2002; Cass. n. 2888/2002; Cass. n. 10447/1995; Cass. n. 593/1985); nonché es., in motivazione, Cass. n. 24936/2015;Cass. n. 6894/2015;Cass. n. 13405/2014).

Si distinguono così due tipi di rinvio: proprio (o prosecutorio), quando sia disposto per errores in iudicando; improprio (o restitutorio), quando deriva da errores in procedendo laddove, per qualsiasi ragione di carattere processuale, il giudizio a quo si sia concluso senza una pronuncia nel merito della controversia.

La cassazione con rinvio della sentenza di appello, che aveva riformato quella di primo grado, non comporta la reviviscenza di quest'ultima e la sentenza del giudice di rinvio interviene direttamente sulla domanda proposta dalle parti, onde, se del caso, solo essa fonderà l'esecuzione (Cass. S.U., n. 11844/2016;Cass. n. 24336/2015; Cass. n. 6113/2013; per l'ipotesi di cassazione con rinvio della sentenza di appello confermativa di quella di primo grado costituente titolo esecutivo, v. Cass. n. 3074/2013), in quanto il giudizio di rinvio è funzionale all'emanazione di una sentenza che, senza sostituirsi ad alcuna precedente pronuncia, riformandola o modificandola, statuisce direttamente sulle domande proposte dalle parti ( Cass. n. 15143/2021 ;Cass. n. 1824/2005) .

Si è deciso (Cass. n. 22299/2019) che, ai fini dell'accertamento della violazione del termine ragionevole del processo, ai sensi della l. n. 89/2001, poiché lo stesso va determinato, di regola, in tre anni per il primo grado, due per il secondo ed uno per ciascuna fase successiva, la durata ragionevole del giudizio di rinvio va individuata nella misura di un anno in quanto prosecuzione del processo originario.

Il “principio dell'alterità” del giudice di rinvio

La norma, nel richiedere la designazione di altro giudice, sancisce il cd. principio dell'alterità del giudice di rinvio, per il rinvio cd. proprio, a scongiurare ipotesi di incompatibilità o di precostituzione del giudizio.

La legge prevede il rinvio innanzi al giudice di pari grado rispetto a quello che ha pronunciato la sentenza impugnata. Il legislatore non ha menzionato “lo stesso giudice”, né come singolo magistrato o collegio (come è ovvio), né come ufficio giudiziario, limitandosi ad individuare il grado del giudice del rinvio. Infatti, la ratio è di permettere l'individuazione senz'altro di un collegio o di un ufficio giudiziario diverso.

La statuizione sull'alterità del giudice rispetto ai magistrati che adottarono la precedente decisione è esternata dalla S.C. mediante l'impiego delle espressioni “altra sezione”, “stessa sezione in diversa composizione”, ovvero “in persona di altro magistrato”. Peraltro, va evitato il rinvio innanzi “a diversa sezione”, perché ciò può portare problemi in ipotesi di corti poco numerose o a competenza strettamente specialistica, dovendo quindi prediligersi la formula “in diversa composizione”; a volte, il rinvio può essere addirittura, per ragioni varie, ad un diverso ufficio.

Il rinvio al medesimo giudice, ma “in diversa composizione”, serve dunque a designare il giudice in persona di magistrati diversi dai componenti il collegio che aveva pronunciato la sentenza cassata.

Il principio dell'alterità del giudice di rinvio è rispettato quando la causa è rinviata ad altro ufficio giudiziario o allo stesso ufficio in diversa composizione o ad altro giudice monocratico dello stesso ufficio, purché non sussista identità personale tra il giudice del rinvio e quello che pronunziò la sentenza cassata (Cass. n. 9306/2015;Cass. n. 8723/2012; Cass. S.U. , n. 731/1999). Pertanto, esso non è violato solo perché abbia pronunciato la stessa sezione civile della corte d'appello e non un'altra sezione della stessa corte, quando comunque sia rispettata la diversa composizione e la non identità delle persone (Cass. n. 9306/2015); né la riassunzione del giudizio innanzi alla sezione distaccata della corte d'appello individuata dalla suprema corte quale giudice del rinvio viola il precetto della alterità (Cass. n. 20345/2020).

Se, invece, il giudizio di rinvio si svolga davanti allo stesso magistrato persona fisica o davanti ad un giudice collegiale del quale anche uno solo dei componenti aveva partecipato alla precedente decisione, sussiste una nullità attinente alla costituzione del giudice, ai sensi dell'art. 158, né occorre la ricusazione, essendosi già pronunciata la sentenza cassatoria sull'alterità (Cass. n. 2114/2021; Cass. n. 11120/2017) .

D'altro canto, ben può essere designato un ufficio giudiziario radicalmente diverso, posto che la norma, sancendo il principio di alterità, non impone affatto il rinvio allo stesso ufficio giudiziario che ha pronunciato la sentenza cassata, l'imparzialità del giudice essendo tutelata in primo luogo proprio quando la causa venga rinviata ad un ufficio giudiziario territorialmente diverso, sempre di pari grado (Cass. n. 19851/2014, che sulla base di tale premessa ha respinto il ricorso per correzione di errore materiale ex art. 391-bis in un caso in cui il rinvio era avvenuto a diversa corte d'appello).

Peraltro, in tema di controversie agrarie va designata la stessa sezione specializzata agraria, sussistendo competenza inderogabile ratione loci (Cass. n. 11700/2014, in motivazione; Cass. n. 22944/2010).

Si noti, inoltre, che nei casi di rinvio c.d. improprio o  meramente restitutorio, in cui, è insussistente il vincolo di diversa composizione (Cass. n. 6326 /2019); infatti, la norma dell'art. 51 n. 4 non è applicabile nell'ipotesi di cassazione per error in procedendo con rinvio c.d. restitutorio o improprio, che avviene appunto al medesimo giudice che ha emesso la decisione cassata, atteso che tale giudizio di rinvio (diversamente da quanto accade nell'ipotesi di rinvio c.d. proprio a seguito di annullamento per i motivi di cui ai n. 3 e 5 art. 360) non si configura come un grado diverso ed autonomo da quello concluso dalla sentenza cassata (Cass. n. 2248/2021; Cass. n. 8797/1995).

La Corte costituzionale ha sottolineato che in tutti i tipi di processo devono essere previste regole in grado di proteggere il valore fondamentale dell'imparzialità del giudice, impedendo, in particolare, che quest'ultimo possa pronunciarsi due volte sulla medesima res iudicanda (Corte cost. n. 335/2002), specie nel caso di rinvio proprio o prosecutorio (Corte cost. n. 341/1998).

La diversità del giudice-persona fisica salvaguarda la stessa effettività del sistema delle impugnazioni, poiché queste “rinvengono, in linea generale, la loro ratio di garanzia nell'alterità tra il giudice che ha emesso la decisione impugnata e quello chiamato a riesaminarla” ed opera anche in senso “discendente”, con riguardo, cioè, al giudizio di rinvio dopo l'annullamento tutte le volte in cui sia stata effettuata una valutazione definitiva (Corte cost. n. 183/2013).

Sulla base del principio in discorso, è stata così pronunciata la incostituzionalità, fra le altre: dell'art. 4 l. n. 195/1958, nel testo modificato dall'art. 2 l. n. 44/2002, che, non prevedendo la nomina di ulteriori membri supplenti della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, non impediva, in caso di annullamento con rinvio di una decisione dalla stessa pronunciata, che lo stesso collegio giudicante si pronunciasse due volte sulla medesima res iudicanda (Corte cost. n. 262/2003); degli artt. 139 e 143, comma 3, r.d. n. 1775/1933, per la mancata previsione della nomina di supplenti in grado di assicurare meccanismi di sostituzione del componente astenuto, ricusato o legittimamente impedito del Tribunale superiore delle acque pubbliche, in relazione ad un giudizio di rinvio (Corte cost. n. 305/2002); dell'art. 17, comma 1 e 2, lett.c), d.lgs.C.p.S. n. 233/1946 e dell'art. 17, comma 1 e 2, lett. a), b), d) ed e), medesimo, nella parte in cui non prevede la nomina di membri supplenti della commissione centrale per l'esame degli affari concernenti, rispettivamente, le professioni dei farmacisti e dei medici chirurghi, veterinari, ostetriche ed odontoiatri: ciò, appunto per permettere la formazione di un collegio giudicante diversamente composto in sede di rinvio (Corte cost. n. 193/2014).

Mentre fu respinta la questione di legittimità costituzionale dell'art. 51, n. 4, nella parte in cui non prevede l'obbligo di astensione del giudice nelle ipotesi in cui questo sia nuovamente investito della medesima controversia ai sensi dell'art. 354 (Corte cost. n. 341/1998).

Effetti della designazione del giudice del rinvio

La sentenza che dispone il rinvio a norma del primo comma dell'articolo in commento (definito c.d. rinvio proprio o prosecutorio) contiene una statuizione di competenza funzionale dell'ufficio giudiziario e una statuizione sull'alterità del giudice rispetto ai magistrati che pronunciarono la decisione (Cass. S.U., n. 5087/2008; e, quindi, Cass. n. 1527/2012; Cass. n. 24042/2014; Cass. n. 11120/2017).

L'erronea indicazione del giudice di rinvio, invece, non potrebbe in nessun caso essere emendata dal giudice erroneamente indicato, né dare luogo a rinvio d'ufficio alla Corte stessa. Infatti, il giudice adìto in sede di rinvio sulla base del dispositivo, ove si avveda che in motivazione era indicato un giudice diverso, può riconoscere l'esatto comando in via interpretativa (Cass. n. 8491/2009).

In tali casi, l'erronea indicazione del giudice di rinvio può essere corretta, con l'apposito procedimento ex art. 391-bis, dalla S.C. stessa, su istanza della parte interessata, ove dalla motivazione della sentenza di cassazione emerga univocamente l'esatta identificazione del giudice di rinvio (Cass. n. 6603/2014).

In ogni caso, ove il rinvio si sia svolto innanzi alla sezione civile della corte d'appello anziché alla sezione lavoro, in ragione dell'incompatibilità assoluta a decidere, nel giudizio rescissorio, della sezione lavoro composta da un unico collegio, non vi è nullità se sia seguito il rito del lavoro (Cass. n. 27312/2008).

Non rileva, invece, l'articolazione organizzativa interna in sezioni dell'ufficio giudiziario indicato dalla S.C., in quanto la sentenza che dispone il rinvio c.d. proprio o prosecutorio, a norma dell'art. 383, comma 1, esaurisce l'individuazione del giudice del rinvio con l'indicazione dell'ufficio giudiziario, unitariamente inteso (Cass., n. 6832/2021).

Rinvio al giudice d'appello

La regola è il rinvio al giudice di pari grado a quello che abbia pronunciato la sentenza impugnata.

Così, quando, in caso di litisconsorzio processuale, l'appello aveva omesso alcuni delle parti in primo grado, il rinvio sarà al giudice d'appello per un nuovo esame della controversia, previa integrazione del contraddittorio nei confronti della parte pretermessa (Cass. n. 21070/2015; Cass. n. 8519/2004). 

Tuttavia, si precisa che è onere della parte, che denunci la mancata integrità del contraddittorio,  di indicare nominativamente, nel ricorso, i soggetti pretermessi che debbono partecipare al giudizio e di documentare i titoli che attribuiscano loro la qualità di litisconsorti (Cass. n. 10168/2018).

Il difetto di sottoscrizione della sentenza, ai sensi degli artt. 132 e 161, comma 2, c.p.c., comporta la dichiarazione di nullità della stessa ed il rinvio della causa, ai sensi degli artt. 354, comma 1, 360, comma 1, n. 4, e 383, comma 4, al medesimo giudice, investito del potere-dovere di riesaminare il merito della causa, onde non può limitarsi alla mera rinnovazione della sentenza (Cass. n. 6494/2021).

Quando, dopo la proposizione del ricorso per cassazione,  intervenga uno ius superveniens, che renda necessari nuovi accertamenti di fatto, occorre una cassazione con rinvio (Cass. n. 1325/2018, in tema di decisioni della Commissione dell'Unione europea sugli aiuti di Stato, quali fonte di produzione del diritto e ius superveniens nel rapporto controverso; Cass. n. 5888/2005).

In taluni casi, il rinvio al giudice d'appello avviene pur quando questi non aveva pronunciato la sentenza impugnata: si tratta delle ipotesi di ricorso per cassazione per saltum, di cui all'art. 360, comma 2; nonché di quelle in cui, ritenuto inammissibile l'appello, le parti abbiano adìto la C.S.

In tale ultimo caso, pertanto, si è deciso (Cass. n. 6326/2019) che il rinvio assume carattere meramente restitutorio e giustifica pertanto la designazione, ai fini del nuovo esame della causa, dello stesso giudice che ha pronunciato l'ordinanza d'inammissibilità dell'appello e che avrebbe dovuto invece pronunciare sull'appello, senza vincolo di diversa composizione.

Rinvio diretto al primo giudice

In taluni casi, è necessario provvedere al rinvio direttamente in primo grado.

Così, ove questi abbia dichiarato il difetto di giurisdizione sulla domanda ed il giudice d'appello sia andato di diverso avviso, senza tuttavia rimettere la causa in primo grado ex art. 353, la S.C. dovrà rimettere direttamente al primo giudice (Cass. S.U., n. 11027/2014; Cass. n. 10139/2000; Cass. n. 764/2006). Se il tribunale e poi, la Corte di appello abbiano entrambi erroneamente negato la giurisdizione dell'a.g.o., il rinvio parimenti sarà al giudice di primo grado (Cass. n. 20098/2015).

Lo stesso nelle altre ipotesi, in cui il giudice d'appello avrebbe dovuto diversamente decidere rimettendo egli stesso la causa in primo grado, come quando: siano state violate le norme sul litisconsorzio necessario, senza rilievo né dal giudice di primo grado, né in appello (Cass. n. 8040/2019 e Cass. S.U., n. 17952/2007, in tema di esecuzione in forma specifica ex art. 2932 c.c.; Cass. n. 6242/2019, per il litisconsorzio necessario del curatore nel giudizio di opposizione al decreto di liquidazione del compenso in favore del notaio delegato per la vendita nella procedura esecutiva immobiliare; Cass. n. 6644/2018Cass. n. 18127/2013; Cass. n. 9452/2011; Cass. n. 14914/2008; Cass. S.U., n. 8825/2007); il giudice di primo grado abbia erroneamente dichiarato l'estinzione del giudizio (Cass. n. 8600/2014; Cass. n. 11659/2002); sia stata omessa la necessaria nomina del curatore speciale sin dal primo grado (Cass. n. 19790/2014, in tema di dichiarazione giudiziale della paternità o maternità; ma, sul punto, si vedano Cass. n. 8438/2018 e Cass. n. 1721/2016, le quali hanno affermato che il conflitto di interessi tra chi è incapace di stare in giudizio personalmente ed il suo rappresentante legale va verificato in concreto, alla stregua degli atteggiamenti assunti dalle parti nella causa, e non in astratto ed ex ante, per il principio della ragionevole durata del processo; al riguardo, v. pure sub art. 371-bis).

Nuovo ricorso in cassazione

Le Sezioni unite hanno affermato che, ove la sentenza pronunciata dal giudice di rinvio formi oggetto di un nuovo ricorso per cassazione, il collegio può essere composto anche con magistrati che abbiano già partecipato al precedente giudizio (Cass. S.U., n. 24148/2013;  e, quindi, Cass.  n. 14655/2016 Cass. n. 3980/2016; Cass. n. 21385/2018;Cass. n. 1542/2021) ciò, anche qualora il primo ricorso per cassazione sia stato proposto nel procedimento principale e il nuovo nel diverso procedimento per revocazione (Cass. n. 656/2017).

Si veda, altresì, subart. 394 per i poteri della Cassazione in sede di nuovo ricorso avverso la sentenza del giudice del rinvio.

Bibliografia

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