Codice di Procedura Civile art. 386 - Effetti della decisione sulla giurisdizione.

Loredana Nazzicone
aggiornato da Mauro Di Marzio

Effetti della decisione sulla giurisdizione.

[I]. La decisione sulla giurisdizione è determinata dall'oggetto della domanda e, quando prosegue il giudizio, non pregiudica le questioni sulla pertinenza del diritto e sulla proponibilità della domanda [382 1].

Inquadramento

Due i principî regolatori stabiliti dalla disposizione.

In primo luogo, il criterio di individuazione della giurisdizione: essa si determina sulla base della domanda, secondo il principio del petitum sostanziale da identificarsi in funzione della causa petendi, ossia dell'intrinseca natura della posizione soggettiva dedotta in giudizio ed individuata dal giudice con riguardo, in particolare, ai fatti allegati e al rapporto giuridico del quale essi sono manifestazione e dal quale la domanda viene identificata, così da essere devoluta alla cognizione del giudice che sul medesimo rapporto ha giurisdizione.

In secondo luogo, la norma dispone che la decisione assunta ai fini della giurisdizione non vincola il giudice della controversia così individuato in ordine a profili sostanziali o ad altri aspetti processuali.

D'altro canto, la pronuncia sulla giurisdizione, resa in sede di regolamento o di ricorso ordinario dalla Corte di cassazione cui, per la funzione istituzionale di organo regolatore della giurisdizione, spetta il potere di adottare decisioni dotate di efficacia esterna (c.d. efficacia panprocessuale), ha rilievo ex art. 386 anche nei successivi processi tra le stesse parti allorquando siano identiche le domande azionate.

Valutazione secondo il petitum sostanziale

La giurisdizione va determinata in base al petitum sostanziale, ossia allo specifico oggetto e alla reale natura della controversia che deve essere identificato in funzione della causa petendi dedotta, in relazione alla protezione accordata dall'ordinamento alla posizione medesima, senza che rilevi la prospettazione della parte.

Dunque, occorre individuare non solo e non tanto la concreta pronuncia che si chiede al giudice, ma anche e soprattutto la intrinseca natura della posizione dedotta in giudizio ed individuata dal giudice con riguardo ai fatti allegati ed al rapporto giuridico del quale detti fatti costituiscono manifestazione (Cass. S.U., n. 604/2015; Cass. S.U., n. 20902/2011; Cass. S.U., n. 10374/2007; Cass. S.U., n. 10375/2007; Cass. S.U., n. 17461/2006).

Il criterio stato affermato anche al fine di determinare l'ambito della giurisdizione italiana rispetto allo straniero (Cass. S.U., n. 2360/2015).

Ambito del giudizio sulla giurisdizione

In ordine alle questioni di giurisdizione, le Sezioni unite della Corte di cassazione sono anche giudice del fatto, onde ad esempio la necessità di esaminare un atto negoziale (Cass. S.U., n. 8074/2015).

Possono, dunque, esaminare le risultanze istruttorie, traendone conseguenze in piena autonomia e indipendenza sia dalle deduzioni delle parti che dalle valutazioni del giudice del merito, potendo dunque le S.U. appezzare gli elementi probatori acquisiti al processo, valutabili non già ai fini della decisione di merito, ma ai soli effetti dell'identificazione del giudice munito di giurisdizione (Cass. S.U., n. 22057/2007; Cass. S.U., n. 9395/2007).

Resta ferma, peraltro, l'esigenza della esposizione dei fatti nel ricorso, ai sensi dell'art. 366, n. 3, poiché il potere della Cassazione di svolgere indagini di fatto va veicolata da essa (Cass. S.U., n. 11826/2013; Cass. S.U., n. 2276/2008). Pertanto, a pena di inammissibilità, occorre che il ricorso contenga l'esposizione sommaria dei fatti di causa, in modo da consentire alla Corte di cassazione di conoscere dall'atto, senza attingerli aliunde, gli elementi indispensabili per una precisa cognizione dell'origine e dell'oggetto della controversia, dello svolgimento del processo e delle posizioni in esso assunte dalle parti, sia pur in funzione della sola questione di giurisdizione da decidere.

Limiti alla irrilevanza delle statuizioni assunte in sede di giurisdizione

Le qualificazioni giuridiche dei fatti accolte dalla Cassazione ai fini della pronuncia sul regolamento di giurisdizione sono vincolanti per il giudice di merito, quando sconfessarle comporterebbe negare la giurisdizione affermata dal giudice regolatore.

Infatti, il principio della irrilevanza delle statuizioni assunte in sede di regolazione della giurisdizione per il giudice del merito trova un limite nel fatto che, se la statuizione sulla giurisdizione è fondata sulla qualificazione del rapporto dedotto in giudizio e sugli accertamenti di fatto che hanno condotto ad essa, il giudicato sulla giurisdizione è inscindibile da tale qualificazione, che diviene quindi vincolante per il giudice di merito, in quanto, in caso contrario, si finirebbe per rimettere in discussione la giurisdizione stessa (Cass. n. 6850/2010; Cass. n. 15721/2005).

Bibliografia

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