Codice di Procedura Civile art. 434 - Deposito del ricorso in appello 1 2 .[I]. Il ricorso deve contenere le indicazioni prescritte dall'articolo 414 e deve essere motivato in modo chiaro, sintetico e specifico. Per ciascuno dei motivi, a pena di inammissibilita', l'appello deve individuare lo specifico capo della decisione impugnato e in relazione a questo deve indicare: 1) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 2) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata3.
[II]. Il ricorso deve essere depositato [nella cancelleria della corte di appello] entro trenta giorni dalla notificazione della sentenza, oppure entro quaranta giorni nel caso in cui la notificazione abbia dovuto effettuarsi all'estero 4.
[1] Articolo sostituito dall'art. 1, comma 1, l. 11 agosto 1973 n. 533. [2] Per contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenerne gli effetti negativi sullo svolgimento dell'attività giudiziaria, v. quanto disposto dall'art. 83, comma 11, d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv., con modif., in l. 24 aprile 2020, n.. 27 e poi dall'art. 221, commi 2, 3, d.l. 19 maggio 2020, n. 34, conv. con modif. in l. 17 luglio 2020, n. 77, in tema di deposito degli atti in modalità telematica. Da ultimo v. art. 16, comma1, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif., in l. 25 febbraio 2022, n. 15, che stabilisce che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonche' le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020 n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; v. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. Per l'applicazione v., da ultimo, art. 8, commi 8,9 d.l. 29 dicembre 2022, n. 198, conv., con modif., in l. 24 febbraio 2023, n. 14. [3] Comma da ultimo così sostituito dall'art. 3, comma 5, lett. h) , n. 1, d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Il testo del comma, come sostituito dall'art. 3, comma 31, lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale) era il seguente: « Il ricorso deve contenere le indicazioni prescritte dall'articolo 414. L'appello deve essere motivato, e per ciascuno dei motivi deve indicare a pena di inammissibilità, in modo chiaro, sintetico e specifico: 1) il capo della decisione di primo grado che viene impugnato; 2) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 3) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata». Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.- 4. Le norme dei capi I e II del titolo III del libro secondo e quelle degli articoli 283, 434, 436-bis, 437 e 438 del codice di procedura civile, come modificati dal presente decreto, si applicano alle impugnazioni proposte successivamente al 28 febbraio 2023".Si riporta, inoltre il testo come era stato modificato in sede di conversione, dall'art. 54 d.l. 22 giugno 2012, n. 83, conv., con modif., in l. 7 agosto 2012, n. 134.: «Il ricorso deve contenere le indicazioni prescritte dall'articolo 414. L'appello deve essere motivato. La motivazione dell'appello deve contenere, a pena di inammissibilità: 1) l'indicazione delle parti del provvedimento che si intende appellare e delle modifiche che vengono richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal giudice di primo grado; 2) l'indicazione delle circostanze da cui deriva la violazione della legge e della loro rilevanza ai fini della decisione impugnata». Ai sensi dell'art. 54, secondo comma, d.l. n. 83, cit., la disposizione si applica « ai giudizi di appello introdotti con ricorso depositato o con citazione di cui sia stata richiesta la notificazione dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto». V. anche il comma 3-bis dell'art. 54 d.l. n. 83, cit., ai sensi del quale tale disposizione non si applica al processo tributario di cui al d.lg. 31 dicembre 1992, n. 546. Il testo precedente a tele modifica era recitava: «Il ricorso deve contenere l'esposizione sommaria dei fatti e i motivi specifici dell'impugnazione, nonché le indicazioni prescritte dall'articolo 414». [4] Comma così modificato dall'art. 3, comma 5, lett. h) , n. 2 d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha soppresso le parole tra parentesi quadre . Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Precedentemente il presente comma è stato modificato dall'art. 85 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.
InquadramentoNella sua prima parte la norma richiama la previsione dell'art. 414 dettato per l'atto introduttivo del giudizio di primo grado, sicché, quanto alle indicazioni ivi prescritte, occorre rinviare al relativo commento. Occorre aggiungere che, per quanto attiene al requisito della indicazione dei fatti, la norma in commento, richiede una specificazione sommaria, la mancanza della quale determina il rigetto della domanda e della censura (Cass. n. 17102/2009; Cass. n. 2732/2008). Il comma 1 della disposizione in esame, poi, riproduce per il resto il testo del novellato (nel 2022 dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149) art. 342, al cui commento è pertanto sufficiente rinviare. Si segnala in particolare che il Correttivo alla c.d. Riforma Cartabia ha modificato la norma sulla falsariga dell’intervento operato sulla analoga disposizione dettata per l’appello ordinario. Merita comunque ricordare, che, dopo la riforma del 2012, è stato affermato che i requisiti di contenuto della "motivazione" dell'appello, richiesti dall'art. 434 (nella formulazione, applicabile "ratione temporis", introdotta dal d.l. n. 83/2012, conv. dalla l. n. 134/2012), pongono a carico dell'appellante un preciso ed articolato onere processuale, compendiabile nella necessità che l'atto di gravame, per sottrarsi alla sanzione di inammissibilità, offra una ragionata e diversa soluzione della controversia rispetto a quella adottata dal primo giudice. (Cass. n. 17712/2016, che ha confermato la statuizione di inammissibilità di un atto di appello che, a fronte della ricostruzione fattuale in termini di licenziamento ritorsivo, offerta dalla sentenza impugnata sulla base degli elementi desunti dalle prove testimoniali, non conteneva alcuna critica demolitoria di tale chiave interpretativa e non consentiva, pertanto, di ricondurre la fattispecie alla diversa ipotesi di recesso dettato da ragioni organizzative ed economiche). Il ricorso va depositato presso la cancelleria della corte di appello. Al momento del deposito l'appellante deve allegare il proprio fascicolo di parte e copia della sentenza impugnata. La mancanza di quest'ultima non impedisce l'esame dell'impugnazione, purché il giudice possa supplire con gli atti presenti. Anche il mancato deposito del fascicolo non esime il giudice dal valutare il merito dell'appello che, eventualmente, dovrà essere rigettato nel caso in cui dette carenze abbiano rilievo ai fini della fondatezza dell'impugnazione (Cass. n. 22749/2010; Cass. S.U. , n. 899/1999). Il deposito dell'atto di appello deve avvenire entro trenta giorni dalla notificazione della sentenza oppure entro quaranta giorni, nel caso in cui la notificazione debba essere effettuata all'estero. I termini in questione sono rispettati con il solo deposito, non essendo invece necessario che la notifica dell'appello avvenga nei medesimi. L'art. 43 si riferisce in tal modo al cosiddetto termine breve, sicché, nel caso di sentenza non notificata, il termine da osservare per proporre l'impugnazione è quello «lungo» previsto dall'art. 327. Anche in questo caso occorre richiamare i commenti agli artt. 325 e 327. 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