Codice di Procedura Civile art. 486 - Forma delle domande e delle istanze.

Rosaria Giordano

Forma delle domande e delle istanze.

[I]. Le domande e le istanze che si propongono al giudice dell'esecuzione, se la legge non dispone altrimenti, sono proposte oralmente quando avvengono all'udienza, e con ricorso [125 1] [da depositarsi in cancelleria] negli altri casi1.

[1] Comma così modificato dall'art. 3, comma 7, lett. d) ,  d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha soppresso le parole tra parentesi quadre . Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento

La norma individua le modalità generali di proposizione delle domande e delle istanze nel processo esecutivo. Le relative regole trovano applicazione non solo rispetto alle domande ed istanze presentate dalle parti ma anche dagli altri interessati, dagli ausiliari e dai professionisti delegati (Castoro, 146).

Secondo autorevole dottrina, la disposizione in commento non troverebbe applicazione anche per l’esecuzione in forma specifica, i.e. per l’esecuzione per consegna di beni mobili e rilascio di beni immobili e per la esecuzione per gli obblighi di fare e di non fare (Andrioli III, 68).

Le domande possono essere formulate in udienza anche oralmente; negli altri casi devono assumere la forma del ricorso, che deve essere depositato in via telematica.

La giurisprudenza ha chiarito che le predette regole trovano applicano anche per la proposizione delle opposizioni esecutive, che in udienza possono essere proposte anche oralmente (Cass. S.U., n. 10187/1998).

Modalità di proposizione delle domande e delle istanze

Regola generale è quella per la quale le domande e le istanze possono essere formulate anche oralmente al giudice dell'esecuzione nel corso dell'udienza.

Laddove invece le stesse vengano formulate fuori udienza assumeranno la forma del ricorso da depositare in cancelleria. A far data dal 31 marzo 2015, il ricorso deve essere depositato in forma telematica.

È oggetto di dibattito se sussista  l'onere della difesa tecnica per la presentazione di domande ed istanze.

Invero, secondo l'opinione tradizionale, tale patrocinio non è necessario (Andrioli III, 68; Satta, 65).

Per altri, invece, se il debitore non è onerato, ad esempio ai fini della comparizione in udienza, della nomina di un avvocato, il patrocinio sarebbe necessario per i creditori (Tarzia, 220).

Quest'ultima tesi sembra essere avallata dalla giurisprudenza, sebbene risalente, della S.C. (Cass. n. 6603/1984).

Casistica

In giurisprudenza si è affermato, premesso che la sospensione dell'esecutorietà del decreto ingiuntivo, disposta dal giudice dell'opposizione, determina la sospensione della esecuzione forzata promossa in base a quel titolo, concretando l'ipotesi di sospensione della esecuzione ordinata dal giudice davanti al quale è impugnato il titolo esecutivo di cui all'art. 623, ed impedisce, quindi, che atti esecutivi anteriormente compiuti, dei quali resta impregiudicata la validità ed efficacia, possano essere assunti a presupposto di altri atti, in vista della prosecuzione del processo di esecuzione, che detto effetto del provvedimento di sospensione può essere rappresentato al giudice della esecuzione nelle forme previste dalla disposizione in esame e senza necessità di opposizione alla esecuzione da parte del debitore (Cass. n. 709/2006).

La S.C. ha chiarito, poi che nell'espropriazione forzata presso terzi, in seguito alle modifiche apportate dalla l. n. 228/2012, dal d.l. n. 132/2014 e dal d.l. n. 83/2015, il subprocedimento volto all'accertamento dell'obbligo del terzo postula, quale condizione di procedibilità, un'istanza della parte interessata - da formulare, in mancanza di previsioni specifiche, secondo il modello dell'art. 486 - che deve contenere l'allegazione del "petitum" e della "causa petendi" propri della domanda giudiziale e, cioè, l'indicazione della misura del credito del debitore verso il terzo (possibile anche "per relationem" fino a concorrenza dell'importo pignorato) e del titolo dell'obbligazione da accertare (Cass. III, n. 23123/2022).

In dottrina è stato evidenziato, inoltre, che tra le domande ed istanze più frequenti rientrano l'istanza di vendita o di assegnazione, la domanda di intervento, l'istanza di conversione del pignoramento, l'istanza di riduzione del pignoramento, l'istanza di limitazione dei mezzi di espropriazione (v., anche per ulteriori esemplificazioni, Castoro, 147).

Forma delle opposizioni esecutive

È da lungo tempo incontroverso che sia per l'opposizione all'esecuzione che per l'opposizione agli atti esecutivi avanzate nel corso del procedimento già iniziato, le forme previste dagli artt. 615, comma 2, e 617, comma 2, non sono richieste a pena di nullità e le predette opposizioni possono, pertanto, essere proposte anche oralmente nell'udienza davanti al giudice dell'esecuzione, ovvero mediante deposito, in tale udienza, di una comparsa di risposta, essendo anche tali forme idonee al raggiungimento dello scopo (costituzione del rapporto processuale cognitivo) proprio degli atti predetti (Cass. n. 27162/2006; Cass. S.U., n. 10187/1998).

In senso diverso, una parte della dottrina, tenendo conto del disposto dell'art. 168 disp. att., esclude che la disposizione in commento possa trovare applicazione anche con riferimento alla forma delle opposizioni esecutive le quali, in particolare, non potrebbero essere proposte oralmente all'udienza (Andrioli, 68).

Altri, pur avallando quest'ultima tesi, ritengono, tuttavia, che possano proporsi oralmente le contestazioni in sede distributiva, nonché le contestazioni alla dichiarazione del terzo pignorato (Castoro, 146).

Bibliografia

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