Codice di Procedura Civile art. 492 - Forma del pignoramento 1 .

Rosaria Giordano

Forma del pignoramento 1.

[I]. Salve le forme particolari previste nei capi seguenti, il pignoramento consiste in un'ingiunzione che l'ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all'espropriazione e i frutti di essi.

[II].Il pignoramento deve altresì contenere l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'articolo 149-bis.2.

[III]. Il pignoramento deve anche contenere l'avvertimento che il debitore, ai sensi dell'articolo 495, può chiedere di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che, a pena di inammissibilità, sia da lui depositata [in cancelleria], prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli articoli 530, 552 e 569, la relativa istanza unitamente ad una somma non inferiore a un sesto dell'importo del credito per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento, dedotti i versamenti effettuati di cui deve essere data prova documentale. Il pignoramento deve contenere l'avvertimento che, a norma dell'articolo 615, secondo comma, terzo periodo, l'opposizione e' inammissibile se e' proposta dopo che e' stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli articoli 530, 552 e 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile  3.

[IV]. Quando per la soddisfazione del creditore procedente i beni assoggettati a pignoramento appaiono insufficienti ovvero per essi appare manifesta la lunga durata della liquidazione l'ufficiale giudiziario invita il debitore ad indicare ulteriori beni utilmente pignorabili, i luoghi in cui si trovano ovvero le generalità dei terzi debitori, avvertendolo della sanzione prevista per l'omessa o falsa dichiarazione.

[V]. Della dichiarazione del debitore è redatto processo verbale che lo stesso sottoscrive. Se sono indicate cose mobili queste, dal momento della dichiarazione, sono considerate pignorate anche agli effetti dell'articolo 388, terzo comma, del codice penale e l'ufficiale giudiziario provvede ad accedere al luogo in cui si trovano per gli adempimenti di cui all'articolo 520 oppure, quando tale luogo è compreso in altro circondario, trasmette copia del verbale all'ufficiale giudiziario territorialmente competente. Se sono indicati crediti o cose mobili che sono in possesso di terzi il pignoramento si considera perfezionato nei confronti del debitore esecutato dal momento della dichiarazione e questi è costituito custode della somma o della cosa anche agli effetti dell'articolo 388, quarto comma, del codice penale quando il terzo, prima che gli sia notificato l'atto di cui all'articolo 543, effettua il pagamento o restituisce il bene. Se sono indicati beni immobili il creditore procede ai sensi degli articoli 555 e seguenti.

[VI]. Qualora, a seguito di intervento di altri creditori, il compendio pignorato sia divenuto insufficiente, il creditore procedente può richiedere all'ufficiale giudiziario di procedere ai sensi dei precedenti commi ai fini dell'esercizio delle facoltà di cui all'articolo 499, quarto comma   4.

[VII]. Se il debitore è un imprenditore commerciale l'ufficiale giudiziario,  5 previa istanza del creditore procedente, con spese a carico di questi, invita il debitore a indicare il luogo ove sono tenute le scritture contabili e nomina un commercialista o un avvocato ovvero un notaio iscritto nell'elenco di cui all'articolo 179-ter delle disposizioni per l'attuazione del presente codice per il loro esame al fine dell'individuazione di cose e crediti pignorabili. Il professionista nominato può richiedere informazioni agli uffici finanziari sul luogo di tenuta nonché sulle modalità di conservazione, anche informatiche o telematiche, delle scritture contabili indicati nelle dichiarazioni fiscali del debitore e vi accede ovunque si trovi, richiedendo quando occorre l'assistenza dell'ufficiale giudiziario territorialmente competente. Il professionista trasmette apposita relazione con i risultati della verifica al creditore istante e all'ufficiale giudiziario che lo ha nominato, che provvede alla liquidazione delle spese e del compenso. Se dalla relazione risultano cose o crediti non oggetto della dichiarazione del debitore, le spese dell'accesso alle scritture contabili e della relazione sono liquidate con provvedimento che costituisce titolo esecutivo contro il debitore.

[VIII]. Nell'ipotesi di sospensione ai sensi dell'articolo 492-bis, terzo comma, il pignoramento deve contenere l'indicazione della data di deposito dell'istanza di ricerca telematica dei beni, l'autorizzazione del presidente del tribunale quando è prevista, l'indicazione della data di comunicazione del processo verbale di cui al quarto comma dell'articolo 492-bis, ovvero della data di comunicazione dell'ufficiale giudiziario di cui al terzo comma dello stesso articolo, o del provvedimento del presidente del tribunale di rigetto dell'istanza6.

 

[1] L'art. 1 l. 24 febbraio 2006, n. 52, riformulando integralmente l'art. 2, comma 3 lett. e n. 5, d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, ha così sostituito l'art. 492. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476. Il testo precedente recitava: «[I]. Salve le forme particolari previste nei capi seguenti, il pignoramento consiste in un'ingiunzione che l'ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all'espropriazione e i frutti di essi. [II]. Quando la legge richiede che l'ufficiale giudiziario nel compiere il pignoramento sia munito del titolo esecutivo, il presidente del tribunale competente per l'esecuzione può concedere al creditore l'autorizzazione prevista nell'articolo 488, secondo comma».

[2] Comma così sostituito dall'art. 3, comma 7, lett. g) , n. 1 d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 . Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Il testo del comma era il seguente: « Il pignoramento deve altresì contenere l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice».

[3] Comma così modificato dall'art. 3, comma 7, lett. g) , n. 2 d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 , che ha soppresso le parole tra parentesi quadre e ha sostituito le parole «non inferiore a un sesto» alle parole «non inferiore ad un quinto» . Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.L'articolo 4, comma 1, lettera a) del d.l. 3 maggio 2016 n. 59, conv., con modif., in l. 30 giugno 2016, n. 119 , ha aggiunto in fine il seguente periodo: «Il pignoramento deve contenere l'avvertimento che, a norma dell'articolo 615, secondo comma, terzo periodo, l'opposizione e' inammissibile se e' proposta dopo che e' stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli articoli 530, 552 e 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile.». A norma dell'art. 4, comma 3, d.l. n. 59, cit. la presente disposizione si applica ai procedimenti di esecuzione forzata per espropriazione iniziati successivamente all'entrata in vigore della l. n. 119, cit..

[4] Seguiva un  comma abrogato dall'art. 19 d.l. 12 settembre 2014 n. 132, conv., con modif., in l. 10 novembre 2014, n. 162. A norma del comma 6 bis, del medesimo art. 19 , le disposizioni di cui al presente comma si applicano ai procedimenti iniziati a decorrere dal trentesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione. Il testo recitava: «In ogni caso l'ufficiale giudiziario, ai fini della ricerca delle cose e dei crediti da sottoporre ad esecuzione, quando non individua beni utilmente pignorabili oppure le cose e i crediti pignorati o indicati dal debitore appaiono insufficienti a soddisfare il creditore procedente e i creditori intervenuti, su richiesta del creditore procedente, rivolge richiesta ai soggetti gestori dell'anagrafe tributaria e di altre banche dati pubbliche. La richiesta, eventualmente riguardante più soggetti nei cui confronti procedere a pignoramento, deve indicare distintamente le complete generalità di ciascuno, nonché quelle dei creditori istanti. L'ufficiale giudiziario ha altresì facoltà di richiedere l'assistenza della forza pubblica, ove da lui ritenuto necessario».

[5] L'art. 19, comma lett. c, n. 2, d.l. 12 settembre 2014 n. 132, conv., con modif., in l. 10 novembre 2014, n. 162, ha abrogato le parole «negli stessi casi di cui al settimo comma e». A norma del comma 6 bis, del medesimo art. 19 , le disposizioni di cui al presente comma si applicano ai procedimenti iniziati a decorrere dal trentesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione.

[6] Comma così sostituito dall'art. 3, comma 36, lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Si riporta il testo prima della sostituzione: «Quando la legge richiede che l'ufficiale giudiziario nel compiere il pignoramento sia munito del titolo esecutivo, il presidente del tribunale competente per l'esecuzione può concedere al creditore l'autorizzazione prevista dall'articolo 488, secondo comma.». 

Inquadramento

Il pignoramento è il primo atto dell'espropriazione forzata e deve quindi fondarsi su un valido titolo esecutivo (sicché, come ha chiarito Cass. n. 26285/2019, il pignoramento eseguito dopo che il giudice adito con opposizione a precetto abbia disposto la sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo ai sensi dell'art. 615, comma 1, è affetto da nullità, rilevabile - anche di ufficio - dal giudice dell'esecuzione).

Il pignoramento consta di un'ingiunzione al debitore di astenersi dal porre in essere atti di disposizione dei beni oggetto dello stesso.

Si discute se la mancanza dell'ingiunzione determini l'inesistenza del pignoramento (Cass. n. 6580/1997) ovvero la nullità dello stesso, deducibile in sede di opposizione ex art. 617 (Trib. Roma IV, 20 giugno 2006, Giur. mer., 2006, 2407).

Per evitare estenuanti ricerche del debitore irreperibile (Merlin, in A.A., 15), il pignoramento deve essere corredato dell'invito al debitore a dichiarare la residenza o ad eleggere il domicilio in uno dei comuni del circondario del giudice competente (in mancanza, le comunicazioni si faranno in cancelleria).

Il pignoramento deve poi contenere l'avvertimento al debitore in ordine alla possibilità di presentare istanza di conversioneexart. 495.

Se i beni pignorati sono insufficienti o di lunga liquidazione l'ufficiale giudiziario può chiedere informazioni allo stesso debitore su ulteriori beni pignorabili, avvertendolo delle conseguenze penali dell'inosservanza (Auletta, 225 ss.).

Ove il debitore sia un imprenditore commerciale, il creditore può chiedere che, a proprie spese, venga nominato un professionista per l'esame delle scritture contabili al fine di individuare beni pignorabili. Si è ritenuto che dette scritture non siano solo quelle obbligatorie ex art. 2214 c.c. ma anche quelle richieste dalla natura e della dimensione dell'impresa (Trib. Milano, 7 gennaio 2008, Giur. it., 2008, 2277).

Ingiunzione al debitore

Il pignoramento consiste in un'ingiunzione che l'ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni che si assoggettano all'espropriazione.

Sono oggetto di discussione le conseguenze correlate alla mancanza dell'ingiunzione.

Invero, in accordo con la giurisprudenza più risalente, ne consegue la giuridica inesistenza del pignoramento, poiché soltanto attraverso tale ingiunzione acquista inequivoca certezza e piena rilevanza giuridica l'obbligo di astenersi da ogni atto pregiudizievole, sancito dallo stesso art. 492 (Cass. n. 6580/1997).

Sebbene in sede di merito, è stato invece affermato che il pignoramento privo dell'ingiunzione è un atto nullo, non già inesistente, come tale suscettibile di rinnovazione e, per ciò stesso, sanabile (Trib. Roma IV, 20 giugno 2006, Giur. it., 2007, 1743, con nota di Auletta).

Sotto un distinto profilo, è stato di recente chiarito dalla S.C. che è valido l'atto di pignoramento immobiliare che contenga l'ingiunzione che l'ufficiale giudiziario fa al debitore, di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all'espropriazione ed i frutti di essi, seguita in calce, all'originale e alla copia dell'atto, dalla relazione di notificazione sottoscritta dall'ufficiale giudiziario, posto che tale sottoscrizione garantisce la provenienza dall'ufficiale giudiziario anche dell'ingiunzione ai sensi dell'art. 492 (Cass. n. 2859/2015).

Contenuto necessario dell'atto

Invito al debitore ad effettuare la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio

Poiché il debitore non è (necessariamente) munito di un difensore, il secondo comma della disposizione in esame stabilisce che il pignoramento deve contenere l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l’esecuzione o, in forza delle novità introdotte dal d.lgs. n. 164 del 2024, indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l’avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice (salvo quanto previsto dall’art. 149 -bis, contestualmente modificato dallo stesso decreto: v. relativo Commento).

Scopo della norma, “potenziata” dalla riforma realizzata dalla l. 28 dicembre 2005, n. 263, è quello di evitare che la cancelleria debba effettuare estenuanti ricerche, per l’effettuazione delle necessarie comunicazioni, di un debitore interessato, di regola, a rendersi irreperibile (Merlin, in AA.VV., 15).

Avvertimento circa la possibilità di presentare istanza di conversione del pignoramento

Il pignoramento deve inoltre essere corredato dell'avvertimento al debitore in ordine alla possibilità di effettuare istanza di conversione: la previsione, introdotta nell'ambito delle riforme del processo esecutivo degli anni 2005-2006, è correlata alla contestuale anticipazione del termine, da parte dell'art. 495, per depositare la predetta istanza, ad un momento anteriore a quello della vendita o dell'assegnazione.

Avvertimento al debitore in ordine al termine ultimo per proporre opposizione all’esecuzione

L’art. 4, comma 1, lett. a) d.l. 3 maggio 2016, n. 59, ha previsto, inserendo un nuovo periodo nel comma terzo della disposizione in esame, un ulteriore avvertimento per il debitore che deve essere inserito nell’atto di pignoramento.

In particolare, detto avvertimento riguarda i limiti temporali entro i quali può essere proposta opposizione all’esecuzione – introdotti dallo stesso decreto del 2016, e innovativi rispetto alla precedente regola della proponibilità dell’opposizione sino alla conclusione della procedura esecutiva – individuati nel provvedimento che dispone la vendita o l’assegnazione (salvo che l’opposizione sia fondata su fatti sopravvenuti o che l’opponente dimostri di non averla potuta proporre per causa a sé non imputabile). Per il relativo commento v. art. 615. 

Occorre interrogarsi circa le conseguenze dell’omissione dell’avviso.

A tal fine, nel silenzio del legislatore sulla questione, sembra opportuno considerare i principi generali in tema di nullità processuali dettati dall’art. 156, per il quale un atto processuale è nullo laddove la nullità per inosservanza della forma sia comminata dalla legge nonché, anche in mancanza di tale previsione, qualora l’atto manca dei requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo. Nella fattispecie in esame, il legislatore, nell’introdurre questo nuovo requisito dell’atto di pignoramento non ha stabilito che lo stesso è a pena di nullità. Peraltro, neppure sembra potersi ritenere che l’atto, in mancanza del solo avvertimento in questione circa i limiti temporali entro i quali il debitore nell’espropriazione forzata può proporre opposizione all’esecuzione, sia inidoneo a raggiungere lo scopo processuale cui è destinato ex art. 156, comma 3, dovendo individuarsi tale scopo processuale nell’ingiunzione al debitore di astenersi dal compiere atti dispositivi del bene pignorato, atti che saranno comunque inopponibili al creditore procedente ed agli altri creditori intervenuti nell’esecuzione.

Riteniamo, quindi, che la mancanza dell’avvertimento comporti soltanto che il debitore potrà proporre opposizione all’esecuzione senza alcun limite temporale, non essendo stato reso edotto circa i termini oggi previsti per la propososizione dell’opposizione a pena di inammissibilità.

Richiesta di informazioni al debitore

Il comma 4 dell'art. 492 stabilisce che, quando per la soddisfazione del creditore procedente i beni assoggettati a pignoramento appaiono insufficienti ovvero per essi appare manifesta la lunga durata della liquidazione l'ufficiale giudiziario invita il debitore ad indicare ulteriori beni utilmente pignorabili, i luoghi in cui si trovano ovvero le generalità dei terzi debitori, avvertendolo della sanzione prevista per l'omessa o falsa dichiarazione.

La norma — rimasta tuttavia pressoché inapplicata nell'esperienza pratica — prevede un obbligo di disclosure a carico del debitore esecutato, considerato espressione di una forma di collaborazione processuale nell'ambito delle procedure esecutive, consistente nell'indicazione di beni utilmente pignorabili, dei luoghi in cui gli stessi si trovano e delle generalità dei terzi debitori, nell'ipotesi di pignoramento negativo o di rinvenimento di beni insufficienti o di lunga liquidazione (Auletta, 225 ss.).

Esame delle scritture contabili

Il comma 7 della disposizione in esame stabilisce, poi, che se il debitore è un imprenditore commerciale, l'ufficiale giudiziario, previa istanza del creditore procedente, con spese a carico di questi, invita il debitore a indicare il luogo ove sono tenute le scritture contabili e nomina un commercialista o un avvocato ovvero un notaio iscritto nell'elenco di cui all'art. 179-ter disp. att. per il loro esame al fine dell'individuazione di cose e crediti pignorabili.

Sino alla novella realizzata dall'art. 19 d.l. n. 132/2014, conv. nella l. n. 162/2014, era prevista quale condizione legittimante la possibilità di ispezione delle scritture contabili dell'imprenditore commerciale consistente nella mancata individuazione di beni utilmente pignorabili o comunque insufficienti: è stata quindi ora potenziata la portata applicativa della disposizione.

In giurisprudenza è stato evidenziato che l'oggetto delle indagini consentite al consulente dell'ufficiale giudiziario nominato ai sensi dell'art. 492, su istanza del creditore sequestrante per individuare altri beni dell'esecutato che sia impresa commerciale, ha ad oggetto le scritture contabili indicate dall'art. 2214 c.c., e tra queste non solo i libri obbligatori quanto, altresì, le scritture contabili richieste dalla natura e dalla dimensione dell'impresa nonché, per ciascun affare, le lettere, le fatture ed i telegrammi a supporto delle prime (Trib. Milano 7 gennaio 2008, Giur. it., 2008, 2277 ss., con nota di Giorgetti).

Il coordinamento con le modifiche dell’art. 492- bis (rinvio)

L'ottavo comma della disposizione in esame è stato sostituito dal d.lgs. n. 149/2022, poiché la precedente previsione non era più attuale in un sistema nel quale è venuta meno la necessità della formula esecutiva, con una norma di opportuno coordinamento con alcune modifiche contestualmente introdotte in tema di ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare (v. Commento all'art. 492-bis).

Bibliografia

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