Codice di Procedura Civile art. 517 - Scelta delle cose da pignorare 1.Scelta delle cose da pignorare 1. [I]. Il pignoramento deve essere eseguito sulle cose che l'ufficiale giudiziario ritiene di più facile e pronta liquidazione, nel limite di un presumibile valore di realizzo pari all'importo del credito precettato aumentato della metà. [II]. In ogni caso l'ufficiale giudiziario deve preferire il denaro contante, gli oggetti preziosi e i titoli di credito [1992 ss. c.c.] e ogni altro bene che appaia di sicura realizzazione.
[1] Articolo sostituito dall'art. 5, l. 24 febbraio 2006, n. 52. Il testo precedente recitava: «[I]. Il pignoramento, quando non v'è pregiudizio per il creditore, deve essere eseguito preferibilmente sulle cose indicate dal debitore. [II]. In ogni caso l'ufficiale giudiziario deve preferire il danaro contante, gli oggetti preziosi e i titoli di credito che ritiene di sicura realizzazione». InquadramentoIl criterio principale che deve utilizzare l'ufficiale giudiziario nella scelta dei beni da pignorare è quello della più facile e pronta liquidazione, anche al fine di ridurre la durata della procedura esecutiva. Le contestazioni in ordine alla scelta dei beni da pignorare debbono essere veicolate mediante opposizione agli atti esecutivi (Bove, 156; Ziino, 287). Il pignoramento deve essere effettuato sino a raggiungere l'importo precettato, aumentato dalla metà, onde tenere conto degli interessi maturati nel corso dell'esecuzione e delle spese della stessa. Scelta dei beni da pignorareLa disposizione in esame demanda all' ufficiale giudiziario l'individuazione dei beni da pignorare seguendo il criterio della più facile e pronta liquidazione degli stessi, criterio che trova conferma nel secondo comma ove si specifica che devono essere preferiti in ogni caso il denaro contante, i gioielli ed i titoli di credito. Viene inoltre previsto che il pignoramento debba essere effettuato, tenendo conto del valore di realizzo (che di regola è molto inferiore a quello inizialmente stimato dall'ufficiale giudiziario), sino all'importo del credito precettato, aumentato della metà, in analogia a quanto stabilito dall'art. 546. Si vuole in questo modo garantire il creditore degli interessi maturati nel corso della procedura esecutiva e delle spese della stessa (Bove, 156; Ziino, 287). Rimedi proponibiliLa scelta effettuata dall'ufficiale giudiziario in ordine ai beni da pignorare attiene al quomodo dell'esecuzione e può quindi essere contestata, entro il termine di venti giorni dalla stessa, mediante opposizione agli atti esecutivi. BibliografiaBonsignori, L'esecuzione forzata, II ed., Torino, 1996; Bonsignori, Pignoramento, Nss. D.I., XIII, Torino, 1966, 75 ss.; Bucolo, Il processo esecutivo ordinario, Padova, 1994; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; Gobio Casali, Prime osservazioni sul nuovo pignoramento di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi ex art. 521-bis c.p.c., in judicium.it; Martinetto, Insequestrabilità ed impignorabilità, Nss. D.I., VIII, Torino 1962, 744; Picardi, L'ufficiale giudiziario: una figura ambigua, in Studi in onore di Mario Vellani, II, Milano, 1998, 721; Tarzia, Indicazione del bene da pignorare e opposizione per impignorabilità, in Giur. it. 1964, I, 2, 315; Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l. 132/2014, in Corr. giur. 2015, n. 3, 390; Verde, Pignoramento mobiliare, Enc. Dir., XXXIII, Milano, 1983, 822; Ziino, Sub artt. 514, 515, 517, 518, 520, 521, 524, in La riforma del processo civile, a cura di Cipriani e Monteleone, Padova, 2007, 279 e ss. |