Codice di Procedura Civile art. 566 - Intervento dei creditori iscritti e privilegiati.Intervento dei creditori iscritti e privilegiati. [I]. I creditori iscritti [498 1, 499] e i privilegiati [2741 2 c.c.] che intervengono [499 1] oltre l'udienza indicata nell'articolo 564 (1) ma prima di quella prevista nell'articolo 596, concorrono alla distribuzione della somma ricavata in ragione dei loro diritti di prelazione, e, quando sono muniti di titolo esecutivo [474], possono provocare atti dell'espropriazione [567 ss.]. (1) Le parole « nell'articolo 564 » sono state sostituite alle parole « nell'articolo 563, secondo comma, » dall'art. 2 3 lett. e) n. 24 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476. InquadramentoAnche nell'ipotesi di intervento tardivo, i creditori privilegiati ed iscritti continueranno a vantare, a prescindere dalla tempestività dell'intervento, una causa legittima di prelazione sul bene (o sui beni) oggetto della garanzia anche in sede di distribuzione del ricavato. I creditori titolati potranno inoltre compiere atti di impulso processuale. Facoltà dei creditori privilegiati e iscritti intervenuti tardivamenteI creditori privilegiati o garantiti da ipoteca sul bene pignorato, anche se intervenuti dopo l'autorizzazione della vendita, concorreranno in sede distributiva in ragione della propria causa legittima di prelazione, nei limiti della stessa. Pertanto, nell'ipotesi di ipoteca o privilegio speciale, laddove il credito sia superiore alla garanzia, per la restante parte il trattamento sarà identico a quello dei creditori chirografari intervenuti tardivamente. Tale principio trova applicazione anche con riguardo al creditore che si surroghi nell'ipoteca e che spieghi intervento nel processo esecutivo dopo la vendita del bene e l'emissione del decreto di trasferimento (Cass. n. 6082/2015, per la quale non è a tal fine necessario che la vicenda traslativa sia annotata ai sensi dell'art. 2843 c.c., atteso che, per effetto della vendita forzata, la garanzia reale si trasferisce sul prezzo e la surrogazione è, di per sé sola, sufficiente a trasferire il diritto di essere soddisfatto con preferenza su tale prezzo). Limite ultimo per l'intervento tardivo, degli stessi creditori iscritti e privilegiati, è costituito dall'udienza di distribuzione del ricavato, ove vi sia stata una trattazione effettiva. Ne deriva che all'udienza finalizzata all'integrazione del progetto di distribuzione, sulla base di criteri già discussi e approvati a norma dell'art. 596, è precluso l'intervento dei creditori, ancorché privilegiati (Cass. n. 23993/2012). Nel processo esecutivo alla regola espressa dalla disposizione in esame per la quale è precluso l' intervento ai creditori, ancorché privilegiati, durante o dopo la celebrazione dell'udienza di discussione del progetto di distribuzione del ricavato della vendita, di cui all'art. 596, non si può derogare nemmeno nel caso in cui, dopo l'approvazione del progetto di distribuzione, vengano acquisite alla procedura nuove somme di denaro ed il giudice fissi una nuova udienza per le conseguenti modifiche del progetto di distribuzione, in quanto tale udienza non solo non è necessaria, ma ha finalità meramente esecutive del progetto di distribuzione, che non può essere ridiscusso (Cass. III, n. 9285/2012). Nella procedura esecutiva per espropriazione immobiliare, il termine stabilito dall'art. 566 per gli interventi tardivi dei creditori iscritti e privilegiati è unico per tutti i creditori, essendo costituito dall'udienza in cui, avvisate le parti dell'avvenuto deposito del progetto di distribuzione, il giudice dell' esecuzione è messo in condizione di dichiarare, in assenza di contestazioni, l'esecutività del progetto, sicché deve escludersi che il suddetto termine possa decorrere, per ciascun creditore, dal momento in cui ha ricevuto l'avviso suddetto (Cass. III, n. 11565/2013). Facoltà dei creditori titolati intervenuti tardivamenteI creditori muniti di titolo esecutivo, sebbene intervenuti tardivamente, hanno il potere di porre in essere atti di impulso processuale nell'ambito dell'esecuzione forzata (Cass. n. 7296/2003). BibliografiaAuletta, Il pignoramento immobiliare, in Il pignoramento nel suo aspetto pratico, a cura di De Stefano - Giordano, Milano 2020; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; De Stefano, Gli interventi in materia di esecuzione forzata nel d.l. n. 132/2014, in Riv. esecuz. forzata 2014, 787 ss.; Merlin, La vendita forzata immobiliare e la custodia dell’immobile pignorato, in Il processo civile di riforma in riforma, diretto da Carbone, Milano, 2006, 89 ss.; Metafora, È incostituzionale la seconda proroga della sospensione delle espropriazioni aventi ad oggetto l’abitazione principale del debitore esecutato, in Ilprocessocivile.it; Ricci G.F., La connessione nel processo esecutivo, Milano, 1986; S. Rossetti, La espropriazione presso terzi versione 2014: una riforma nel segno dell’efficienza, in Giustiziacivile.com, 2015; Saletti, La custodia dei beni pignorati nell’espropriazione immobiliare, in Riv. esecuz. forzata 2006, 67 ss.; Tarzia, L’oggetto del processo di espropriazione, Milano, 1961; Travi, Espropriazione immobiliare, in Nss. D.I., VI, Torino, 1969; Verde, Pignoramento in generale, in Enc. dir., XXXIII, Milano, 1983. |