Codice di Procedura Civile art. 604 - Disposizioni particolari.Disposizioni particolari. [I]. Il pignoramento [492] e in generale gli atti d'espropriazione si compiono nei confronti del terzo [2812 3 c.c.], al quale si applicano tutte le disposizioni relative al debitore, tranne il divieto di cui all'articolo 579 primo comma. [II]. Ogni volta che a norma dei capi precedenti deve essere sentito il debitore, è sentito anche il terzo [485]. InquadramentoL'espropriazione, a partire dalla notifica del pignoramento, si svolge esclusivamente nei confronti del terzo proprietario (Cass. n. 20580/2007) che dovrà essere sentito ogni volta che è prevista l'audizione del debitore (con conseguente operatività dell'art. 485 nei confronti del terzo: Cass. n. 9885/1994). Peraltro, il debitore resta parte necessaria della procedura (Cass. n. 535/2012). In generale è interessato il solo terzo alla regolarità degli atti dell'espropriazione forzata e quindi legittimato ad esperire l'opposizione agli atti esecutivi, senza che sia parte necessaria di tale procedimento il debitore (Cass. n. 20580/2007). Diversamente, il debitore è parte necessaria sia nell'opposizione all'esecuzione che nelle controversie distributive proposte nel corso dell'esecuzione. Svolgimento dell'esecuzione nei confronti del terzoL'esecuzione forzata si svolge nei confronti del terzo proprietario, cui si applicano tutte le disposizioni che riguardano il debitore tranne quella che prevede il divieto di rendersi acquirente del bene pignorato. Invero, una volta avvertito il debitore dell'imminente espropriazione del bene con la notifica del titolo e del precetto, il pignoramento e gli altri atti esecutivi debbono essere compiuti nei soli confronti del terzo proprietario, unico legittimato passivo all'espropriazione ed è solo a quest'ultimo che, ai sensi dell'art. 604, deve essere notificato l'atto di pignoramento (Cass. n. 20580/2007). Il comma 2 precisa che ogni volta che nell'espropriazione deve essere sentito il debitore dovrà essere sentito anche il terzo. A riguardo, la S.C. ha evidenziato che ne deriva che al terzo è applicabile il principio, sancito dall'art. 485, dell'audizione facoltativa del debitore da parte del giudice dell'esecuzione non essendo il processo esecutivo caratterizzato dal principio del contraddittorio (sicché l'omessa convocazione del terzo datore per l'udienza fissata dal giudice dell'esecuzione per l'autorizzazione alla vendita dell'immobile, pertanto, non è di per sé, causa di nullità del procedimento, e, essendo solo strumentale per il miglior esercizio della potestà ordinatoria del giudice, può essere dedotta solo con l'opposizione agli atti esecutivi contro l'ordinanza di vendita, nei casi in cui su di essa abbia influito, viziandola: Cass. n. 9885/1994). È stato precisato, al contempo, dalla stessa Corte di Cassazione, che sebbene nell'espropriazione contro il terzo proprietario, il debitore diretto non sia legittimato passivo dell'azione esecutiva e il pignoramento va notificato e trascritto esclusivamente nei confronti del terzo, perché ha come unico oggetto il bene di proprietà di quest'ultimo, tuttavia il debitore diretto resta parte necessaria del procedimento esecutivo, cui partecipa a titolo diverso da quello del terzo proprietario, e in tale veste deve essere sentito ogni volta che le norme regolatrici del procedimento prevedano questa garanzia nei suoi confronti (Cass. n. 535/2012). Da ultimo, la S.C., ribadito tale principio, ha evidenziato che la dichiarazione di fallimento di quel debitore, inoltre, non impedisce l'instaurazione e la prosecuzione della procedura verso il terzo acquirente, assicurandosi la presenza ivi del primo tramite la partecipazione del curatore, salvo che non risulti configurabile un suo interesse a contrastare in proprio la pretesa azionata in giudizio per l'eventualità che la stessa sia fatta valere anche nei suoi confronti, una volta ritornato "in bonis" (Cass. n. 1620/2016). Parti delle opposizioni esecutive e delle controversie distributiveIl terzo proprietario assoggettato ad espropriazione forzata è legittimato all'opposizione agli atti esecutivi, dato che egli è interessato al regolare svolgimento del processo esecutivo, allo scopo di non restare pregiudicato dal compimento di atti non conformi alla legge (Cass. n. 4923/2000). Per converso, non svolgendosi l'esecuzione nei suoi confronti, il debitore esecutato non è litisconsorte necessario nel procedimento di opposizione agli atti esecutivi (Cass. n. 20580/2007). Poiché nell'espropriazione promossa dal creditore contro il terzo proprietario nei casi e nei modi di cui agli art. 602 e seguenti, sono parti tanto il terzo assoggettato all'espropriazione, quanto il debitore, nel giudizio di opposizione all'esecuzione, promosso contro il creditore procedente dal terzo assoggettato all'esecuzione, pertanto, il debitore, assieme al creditore, assume la veste di legittimo e necessario contraddittore, quale soggetto nei cui confronti l'accertamento della ricorrenza o meno dell'azione esecutiva contro il terzo è destinato a produrre effetti immediati e diretti (Cass. n. 1192/2012). Di conseguenza le sentenze rese in un giudizio di opposizione all'esecuzione promossa nei confronti di beni del terzo in cui non sia stato evocato in causa anche il debitore necessario sono inutiliter datae e tale nullità, ove non rilevata dai giudici di merito, va rilevata d'ufficio dal giudice di legittimità, con remissione della causa al giudice di primo grado (cfr. Cass. n. 4763/2019, per la quale il principio trova applicazione anche nel caso di fallimento del debitore diretto, dovendo l'opposizione ex art. 615 essere in tale ipotesi promossa altresì contro di questi in proprio, per l'eventualità in cui ritorni, o sia ritornato, in bonis). Il debitore originario o diretto è litisconsorte necessario nella controversia distributiva di cui all'art. 512, essendo il soggetto nei cui confronti l'accertamento della sussistenza e dell'entità dei crediti e dei privilegi posti a base dell'azione esecutiva contro il terzo è destinato a produrre effetti immediati e diretti, sicché, ove egli non sia stato evocato in giudizio, la sentenza resa nella controversia distributiva è inutiliter data e la conseguente nullità, se non precedentemente rilevata in sede di merito, deve essere rilevata d'ufficio dal giudice di legittimità con rimessione della causa al giudice di primo grado (Cass. n. 8891/2015). Casistica Ha interesse ad opporsi all'esecuzione iniziata contro di lui con le forme dell'espropriazione contro il terzo proprietario,ed é pertanto legittimato a proporre l'opposizione ex art 615, chi contesti di trovarsi nella situazione prevista dall'art 604 stesso codice, assuma cioe di non essere proprietario dell'immobile gravato da ipoteca, sottoposto a pignoramento. (Cass. n. 4130/1974). In sede di espropriazione promossa dal creditore contro il terzo proprietario, nei casi e modi di cui agli artt. 602 e seguenti, sono parti tanto il terzo assoggettato all'espropriazione, quanto il debitore, per cui, nel giudizio di opposizione all'esecuzione, promosso contro il creditore procedente dal terzo assoggettato all'esecuzione, il debitore, assieme al creditore, assume la veste di legittimo e necessario contraddittore, quale soggetto nei cui confronti l'accertamento della ricorrenza o meno dell'azione esecutiva contro il terzo è destinato a produrre effetti immediati e diretti; ne consegue che le sentenze rese in un giudizio di opposizione all'esecuzione promossa nei confronti di beni del terzo in cui non sia stato evocato in causa anche il debitore necessario sono "inutiliter datae" e tale nullità, ove non rilevata dai giudici di merito, va rilevata d'ufficio dal giudice di legittimità con remissione della causa al giudice di primo grado. Il principio trova applicazione anche nel caso di fallimento del debitore diretto, dovendo la predetta opposizione ex art. 615 essere, pertanto, promossa altresì contro di questi, in proprio e per l'eventualità che ritorni o sia ritornato "in bonis", allorché il creditore opposto adduca l'insufficienza dei pagamenti conseguiti in sede fallimentare, a fronte del più ampio oggetto del proprio credito rispetto ai limiti della pretesa azionabile verso il curatore e, dall'altro lato, il terzo esecutato opponga il carattere pienamente satisfattivo dei pagamenti conseguiti nella predetta sede (Cass. n. 6546/2011). È stato chiarito, poi, che nell'esecuzione forzata condotta su beni già sottoposti ad ipoteca dal dante causa a garanzia del debitore originario, il terzo acquirente nei confronti del quale si svolga l'esecuzione stessa può far valere, con il rimedio dell'opposizione all'esecuzione, le ragioni che sarebbero spettate al proprio dante causa verso tutti gli altri fideiussori del debitore originario (Cass. n. 9887/2000). BibliografiaCastoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2019; Costantino, Le figure di terzo proprietario, in Riv. dir. civ. 1986, II, 389; Costantino, Le espropriazioni forzate speciali, Milano, 1982; Luiso, L’esecuzione ultra partes, Milano, 1985; Mandrioli, Il terzo nel procedimento esecutivo, in Riv. dir. proc. 1954, 185; Rubino, L’ipoteca immobiliare e mobiliare, Milano, 1956; Tarzia, Espropriazione contro il terzo proprietario, in Nss. D.I., VI, Torino 1964, 966; Travi, Espropriazione contro il terzo proprietario, in Nss. D.I., VIII, Torino, 1992, 4 ss.; Vaccarella, Il terzo proprietario nei processi di espropriazione forzata - La tutela, in Riv. dir. civ. 1986, II, 407. |