Codice di Procedura Civile art. 662 - Mancata comparizione del locatore.Mancata comparizione del locatore. [I]. Gli effetti dell'intimazione cessano, se il locatore non comparisce all'udienza fissata nell'atto di citazione. InquadramentoLa norma in esame, laddove dispone che gli effetti dell’intimazione cessano se il locatore non compare all’udienza fissata nell’atto di citazione, non trova applicazione né ove l'intimante sia comparso per chiedere un rinvio né ove la comparizione sia stata effettuata al solo scopo di ottenere una declaratoria della cessazione della materia del contendere. Diversamente, la cessazione degli effetti dell'intimazione, nel procedimento per convalida di sfratto, a seguito della mancata comparizione del locatore all'udienza fissata nell'atto di citazione, si verifica anche quando la mancata comparizione dipenda dal fatto che non si sia provveduto all'iscrizione della causa al ruolo, ricorrendo anche in tale ipotesi, ed a maggior ragione, la presunzione di abbandono dell'azione cui la legge ricollega l'indicato effetto, e tenuto conto, altresì, che nei procedimenti dinanzi al giudice non è necessaria la preventiva costituzione in cancelleria, potendo questa avere luogo nel giorno stesso della udienza fissata in citazione (Cass. n. 2082/1983). La disposizione in commento si riferisce non già alla comparizione personale dell’intimante bensì a quella effettuata mediante il procuratore ai sensi dell’art. 82 (cfr. Cass. n. 285/1981). È discusso, qualora l'intimante non compaia, cosa si intenda per cessazione degli effetti dell'intimazione, ossia se tali effetti siano anche sostanziali (Satta, IV, 127) o solo processuali (Duni, 44; Lazzaro - Preden - Varrone, 127). In quest'ultimo senso appare orientata la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 9666/1997). Ambito applicativoLa norma in commento correla alla mancata comparizione del locatore all'udienza di convalida la cessazione degli effetti dell'intimazione. Atteso che presupposto necessario per la cessazione degli effetti dell'intimazione di sfratto per morosità ai sensi dell'art. 662, è la mancata comparizione del locatore all'udienza fissata nell'atto di citazione, ne deriva che tale norma non è applicabile, qualora il locatore compaia a detta udienza, sia pure al limitato scopo di dare atto della propria desistenza, chiedendo che sia dichiarata cessata la materia del contendere, soprattutto nel caso in cui il conduttore abbia contestato l'inadempimento, proponendo domanda riconvenzionale nei confronti del locatore (Cass. n. 12117/2003). Inoltre, la richiesta di rinvio da parte dell'intimante comparso non può essere equiparata alla mancata comparizione (Andrioli IV, 130). Mancata comparizione dell'intimante all'udienzaL'articolo in commento pone un onere a carico del locatore, ossia quello della comparizione all'udienza fissata nell'atto di citazione, pena la cessazione degli « effetti dell'intimazione ». È problematica l'individuazione del novero degli “effetti” che vengono meno. In particolare, secondo una prima posizione, avendo riguardo alla formulazione letterale dell'art. 662 dovrebbero cessare sia gli effetti sostanziali che quelli processuali, con la conseguenza che la mancata comparizione determina quella tacita riconduzione che con la licenza per finita locazione si intendeva evitare, salvi invece gli effetti sostanziali della disdetta effettuata separatamente dallo sfratto (Satta, IV, 127). Per altra tesi, la cessazione degli effetti dell'intimazione dovrebbe essere limitata a quelli di carattere processuale (Duni, 44; Lazzaro - Preden - Varrone, 127). Quest'ultima posizione appare confortata dalla giurisprudenza di legittimità che, sull'assunto per il quale la disdetta del contratto di locazione costituisce atto negoziale unilaterale recettizio che si concreta in una manifestazione di volontà che può essere comunicata sia per iscritto che verbalmente, purché inequivocabilmente idonea a manifestare (alla controparte) la volontà di non rinnovare il contratto alla scadenza, ritiene che essa può quindi essere contenuta anche in un atto processuale, quale l'atto di intimazione di licenza per finita locazione, che tale volontà presupponga, sicché gli effetti della disdetta sul piano sostanziale permangono anche ove sia dichiarata l'estinzione del processo (Cass. n. 9666/1997). Risalente giurisprudenza ha invero evidenziato espressamente che la mancata comparizione del locatore all'udienza fissata per la convalida fa perdere alla intimazione tutti gli effetti di carattere processuale, salvi quelli sostanziali di impedire, ad esempio, la rinnovazione tacita del contratto (Cass. n. 4171/1988). In conseguenza dell’impostazione per la quale nel procedimento per convalida di sfratto, la mancata comparizione del locatore, all'udienza fissata per la convalida, determina la cessazione degli effetti processuali dell'intimazione, ma non anche il venir meno della portata sostanziale dell'intimazione stessa, quale dichiarazione del locatore, diretta al conduttore, di voler far cessare il rapporto e conseguire la disponibilità del bene locato, è stato affermato che, nonostante la mancata comparizione del locatore, si deve, riconoscere all'intimato la facoltà di costituirsi e di provocare l'accertamento negativo del dedotto diritto alla cessazione del rapporto, trasformando cosi il procedimento speciale in un ordinario giudizio di cognizione (Cass. n. 2263/1975, la quale ha precisato che, in tale giudizio, il locatore potrà successivamente costituirsi, rimanendo precluso al conduttore di invocare tardivamente gli indicati effetti estintivi previsti dall'art 662). La pronuncia di cessazione degli effetti dell'intimazione ex art. 662 a fronte della mancata comparizione del locatore all'udienza di convalida è senz'altro decisione di rito, inidonea, quindi, ad assumere portata di giudicato sostanziale sulla domanda di risoluzione del contratto (Giordano,139). E’ stato precisato che, qualora all'udienza anzidetta non compaiano ne' il locatore ne' il conduttore, il giudice, ai sensi dell'art 662 - norma speciale in deroga alla norma generale dell'art. 181- deve dichiarare estinto il procedimento di convalida con la conseguenza che ove, invece, rinvii la causa ad altra udienza in cui, comparso il locatore, convalida la licenza (o lo sfratto), il provvedimento è nullo (Cass. n. 4171/1988). SpeseNel procedimento per convalida di sfratto, ove il locatore intimante non compaia all'udienza indicata nell'atto di citazione ed il conduttore intimato, comparso a tale udienza, chieda la condanna del locatore alle spese, è impugnabile con l'appello, e non con il ricorso straordinario per cassazione, il provvedimento col quale il giudice, ai sensi dell'art. 662, dichiarata l'estinzione del procedimento di convalida, ponga le spese di giudizio a carico dell'intimante, trattandosi di provvedimento decisorio di merito in relazione al quale manca - a differenza di quanto previsto dall'art. 306 comma quarta - un'espressa previsione di non impugnabilità (Cass. n. 15933/2012). 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