Codice di Procedura Civile art. 687 - Casi speciali di sequestro.

Rosaria Giordano

Casi speciali di sequestro.

[I]. Il giudice può ordinare il sequestro delle somme o delle cose che il debitore ha offerto o messo comunque a disposizione del creditore per la sua liberazione [1208 2, 1209 c.c.], quando è controverso l'obbligo o il modo del pagamento o della consegna, o l'idoneità della cosa offerta [1206, 1216 c.c.].

Inquadramento

Il sequestro liberatorio presuppone che sia ancora in contestazione la sussistenza del debito o l'oggetto o il modo della prestazione e che il debitore voglia evitare, nel frattempo, di incorrere nelle conseguenze della mora che si produrrebbero laddove il giudice ritenesse dovuta la prestazione (Cass. n. 12727/2019;Cass. n. 5078/1987).

Il sequestro delle somme o delle cose che il debitore offre o mette a disposizione del creditore, ex art. 687, può essere concesso solo qualora vi sia stata, da parte del debitore, un'offerta formale (art. 1208 e 1209 c.c.) o non formale (art. 1214 c.c.) e quando vi sia stata contestazione circa l'obbligo o il modo di pagamento o di consegna o circa l'idoneità della cosa offerta (App. Reggio Calabria 17 febbraio 2005, Giur. mer., 2005, n. 11, 2355).

Nella giurisprudenza di merito sono stati delineati i “confini” tra i differenti istituti del sequestro liberatorio disciplinato dalla norma in esame come misura cautelare che presuppone una contestazione del creditore rispetto all'offerta del debitore, ed il sequestro di cui all'art. 1206 c.c., di natura contrattuale, che si fonda su un immotivato rifiuto del creditore messo in mora a ricevere la prestazione (Trib. Napoli 27 aprile 2001, Giur. mer., 2002, 1000).

Per altro verso, nella stessa prassi applicativa è stato evidenziato che lo spossessamento che connota il sequestro giudiziario, come si evince dal rinvio all'esecuzione per consegna o rilascio (artt. 677 e 605 ss.), resta estraneo al sequestro liberatorio, in cui è lo stesso debitore ad assoggettarsi al sequestro e ad attivarsi per dare esecuzione alla misura. Ciò è stato argomentato sottolineando che il sequestro liberatorio, per la rilevata estraneità alla funzione di garanzia, resta anche indipendente dall'azione esecutiva che il creditore potrà esercitare, tant'è che solo per il sequestro conservativo è prevista la conversione in pignoramento, sicché l'attuazione del sequestro liberatorio non si modella secondo le altre due forme di sequestro e spetta in particolare al giudice che dispone il sequestro stabilire le modalità concrete di attuazione del medesimo, ivi compresa la possibilità di chiamare a custodire l'oggetto del sequestro lo stesso debitore che si è attivato per ottenere il provvedimento (Trib. Padova II, 15 novembre 2019).

Ambito applicativo

Il sequestro liberatorio presuppone che sia ancora in contestazione la sussistenza del debito o l'oggetto o il modo della prestazione e che il debitore voglia evitare, nel frattempo, di incorrere nelle conseguenze della mora che si produrrebbero laddove il giudice ritenesse dovuta la prestazione, talché la causa di merito cui il provvedimento cautelare richiesto è strumentale è quella avente ad oggetto la sussistenza dell'obbligo (Cass. n. 5078/1987).

In ogni caso, il sequestro delle somme o delle cose che il debitore offre o mette a disposizione del creditore, ex art. 687, può essere concesso solo qualora vi sia stata, da parte del debitore, un'offerta formale (art. 1208 e 1209 c.c.) o non formale (art. 1214 c.c.) e quando vi sia stata contestazione circa l'obbligo o il modo di pagamento o di consegna o circa l'idoneità della cosa offerta (App. Reggio Calabria 17 febbraio 2005, Giur. mer., 2005, n. 11, 2355; nel senso della necessità di valutare anche il periculum in mora costituito dall'opportunità di custodia temporanea della cosa, Trib. Napoli 4 marzo 2003, Gius, 2003, 1907).

Tale offerta deve essere effettuata anche quando il debitore intenda contestare l'esistenza dell'obbligazione a suo carico, fattispecie nella quale la stessa dovrà ritenersi effettuata con riserva di ripetizione, per il caso di esito favorevole del giudizio di merito (Trib. Venezia, 9 ottobre 2020, in Foro it., 2021, I, 1501).

È stato inoltre precisato che il sequestro liberatorio può essere disposto dal giudice su richiesta del debitore, anche nel caso in cui egli abbia dubbi sulla individuazione della persona del creditore, ma voglia evitare di subire gli effetti della mora (sicché, se il giudizio di merito si conclude con una pronuncia di condanna dello stesso, il debitore non sarà tenuto al pagamento degli interessi e della rivalutazione monetaria: Cass. n. 10992/2003), evidenziando che, a tal fine, il debitore, in vista della decisione del giudice, é tenuto ad offrire il pagamento a tutti coloro che ne pretendano l'adempimento, ad ottenere, poi, il sequestro delle somme offerte ed infine ad eseguire il versamento nelle mani del custode, perché sia costui a consegnare la somma a chi, all'esito dell'accertamento processuale, risulti il titolare del credito (Cass. n. 19157/2014; conf. Trib. Lucca, 11 ottobre 2012, in Foro it., 2013, n. 6, 2058, con nota di Trabace).

Rapporti con il sequestro di cui all'art. 1216 c.c.

La giurisprudenza di merito che si è occupata in più occasioni della questione ha sottolineato che il sequestro di cui all'art. 1216 c.c. e il sequestro c.d. liberatorio disciplinato dalla norma in esame hanno differenti finalità ed effetti (sostanziali il primo e cautelari il secondo), oltre che diversi presupposti e natura, posto che tali rimedi si distinguono anche in relazione alla diversa condotta del creditore, atteso che il rifiuto di quest'ultimo nel primo caso è immotivato, mentre nel secondo caso presuppone che sia in contestazione la sussistenza dell'obbligo ovvero l'oggetto o il modo della prestazione, che su tanto si chieda la pronuncia del giudice e che il debitore voglia evitare di incorrere medio tempore nelle conseguenze della mora, qualora sia poi ritenuto sussistente l'obbligo o dovuta la prestazione contestata. Si è inoltre osservato che il sequestro di cui all'art. 1216 c.c. ha natura contrattuale e si perfeziona mediante la consegna del bene ad un terzo che si obbliga a custodirlo, amministrarlo e consegnarlo al creditore e, salva l'accettazione del creditore, richiede un successivo giudizio di convalida mentre il sequestro previsto e disciplinato dall'art. 687, è una misura cautelare autorizzabile dal giudice, ove ricorrano i presupposti richiesti, la cui definitiva efficacia è connessa alla decisione del merito della controversia (Trib. Napoli, 27 aprile 2001, Giur. mer., 2002, 1000; Trib. Catanzaro 12 maggio 1999, Giust. civ., 1999, I, 3140).

Bibliografia

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