Codice di Procedura Civile art. 756 - Custodia delle chiavi.

Mauro Di Marzio

Custodia delle chiavi.

[I]. Le chiavi delle serrature, sulle quali sono stati apposti i sigilli, finché non sia ordinata la rimozione di questi [762], debbono essere custodite dal cancelliere [770 1 n. 1].

Inquadramento

Il cancelliere è, per così dire, il dominus delle chiavi di accesso ai luoghi sigillati, che rimangono nella sua custodia per tutta la fase della sigillazione e nel corso della successiva eventuale fase di erezione dell'inventario, salvo che quest'ultimo non sia formato da un notaio, nel qual caso trova applicazione l'art. 770, secondo cui, quando all'inventario deve procedere un notaio, il cancelliere gli consegna, ritirandone ricevuta, le chiavi da lui custodite a norma dell'art. 756.

Dell'affidamento in custodia delle chiavi al cancelliere deve farsi menzione nel processo verbale di sigillazione (Andrioli, 1964, 574).

È stato affermato che il riferimento alla custodia sarebbe improprio, in quanto il cancelliere svolgerebbe solo una funzione di carattere accessorio. Conseguentemente gli artt. 65 ss. potrebbero essere applicati, nel caso di specie, solo in via analogica (Chizzini, 71).

Sebbene discorra esclusivamente di « chiavi delle serrature, sulle quali sono stati apposti i sigilli », è da credere che la norma intenda riferirsi a tutte le chiavi che costituiscono oggetto di sigillazione, quali le chiavi di cassetti, armadi, casseforti e simili.

Nei locali sigillati non può accedere nessuno, neppure il giudice e lo stesso cancelliere, fino alla rimozione dei sigilli, salvo quanto previsto dall'art. 767 in caso d'urgenza.

La violazione dei sigilli costituisce reato punito dagli artt. 349 e 350 c.p.

Bibliografia

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