Codice di Procedura Civile art. 808 bis - Convenzione di arbitrato in materia non contrattuale1.

Mauro Di Marzio

Convenzione di arbitrato in materia non contrattuale1.

[I]. Le parti possono stabilire, con apposita convenzione, che siano decise da arbitri le controversie future relative a uno o piu rapporti non contrattuali determinati. La convenzione deve risultare da atto avente la forma richiesta per il compromesso dall'articolo 807.

 

[1] Articolo inserito dall'art. 20, d.lg. 2 febbraio 2006, n. 40, a far data dal 2 marzo 2006. Ai sensi dell'art. 27, comma 3, d.lg. n. 40, cit., la disposizione si applica alle convenzioni di arbitrato stipulate dopo la data di entrata in vigore del decreto.

Inquadramento

La norma in commento, introdotta dal d.lgs. n. 40/2006, applicabile alle convenzioni di arbitrato stipulate successivamente al 3 marzo 2006, consente la stipula di una convenzione volta a compromettere in arbitri controversie future concernenti rapporti non contrattuali, sempre che determinati e fatta salva l'osservanza dei requisiti formali richiesti dall'art. 807, fermo, naturalmente, il presupposto della compromettibilità ai sensi dell'art. 806. In precedenza, infatti, si arguiva dal testo dell'art. 808 (che si riferisce a controversie nascenti dal contratto) l'esclusione dei rapporti non contrattuali dall'ambito di impiego della clausola compromissoria, mentre si riteneva che le controversie su detti rapporti potessero essere deferite ad arbitrati attraverso il compromesso ex art. 807 e, cioè, se già insorte.

In assenza di riferimenti giurisprudenziali, la norma appare applicabile, a titolo di esempio, in tema di responsabilità precontrattuale, ripetizione d'indebito, gestione di affari, arricchimento senza causa, concorrenza sleale, responsabilità da prodotto, rapporti proprietari, di vicinato, di comunione e condominio, successione per causa di morte (a quest'ultimo riguardo, in dottrina, secondo Zucconi Galli Fonseca 2010, 1363), la convenzione in questione potrebbe essere contenuta nel testamento, allo scopo di devolvere ad arbitri le controversie che possano in futuro insorgere tra gli eredi e legatari; si osserva in contrario che il testamento è atto unilaterale che non può come tale contenere una convenzione tra soggetti che eredi o legatari per definizione ancora non sono).

Altri caratteri della convenzione

Secondo prevalente dottrina, la nuova disposizione non modifica schema binario del patto compromissorio, chiuso nell'alternativa tra compromesso e clausola compromissoria, ma amplia l'ambito di quest'ultima, che si allarga alle controversie non contrattuali (v. Briguglio 2005, 679).

Sulla forma valgono le considerazioni già svolte con riguardo all'art. 808: la norma in commento rinvia all'art. 807 e, dunque, lascia ritenere che la convenzione di arbitrato in materia non contrattuale richieda la forma scritta ad substantiam (per la necessità della forma ad probationem tantum si veda il riferimento ivi richiamato).

Occorre la determinazione dei rapporti non contrattuali dedotti nella convenzione, e ciò al fine di circoscrivere l'ambito delle controversie sottratte alla giurisdizione ordinaria, evitando che l'indeterminatezza del rapporto non contrattuale possa tradursi in un'indeterminatezza dell'oggetto stesso della convenzione d'arbitrato ai sensi dell'art. 1346 c.c.

Quanto alla capacità richiesta per la stipula della convenzione di arbitrato in materia non contrattuale, occorre aver riguardo alla capacità in ordine al rapporto sostanziale oggetto di controversia.

Per l'estensione soggettiva di efficacia della convenzione in discorso, considerata la sua riconducibilità al paradigma della clausola compromissoria, e dunque la sua autonomia, occorre verificare di volta in volta se il subentro nella situazione sostanziale dedotta nella convenzione comporti il subentro anche nel relativo patto compromissorio (v. però sul punto Zucconi Galli Fonseca, 2010, 64, secondo cui alla convenzione arbitrale non contrattuale non dovrebbe essere riservato un trattamento diverso rispetto al compromesso o alla clausola compromissoria, poiché la ratio che ricorre è sempre la medesima).

Bibliografia

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