Codice di Procedura Civile art. 811 - Sostituzione di arbitri 1 .

Mauro Di Marzio

Sostituzione di arbitri1.

[I]. Quando per qualsiasi motivo vengono a mancare tutti o alcuni degli arbitri nominati, si provvede alla loro sostituzione secondo quanto è stabilito per la loro nomina nella convenzione d'arbitrato. Se la parte a cui spetta o il terzo non vi provvede, o se la convenzione d'arbitrato nulla dispone al riguardo, si applicano le disposizioni dell'articolo precedente.

[1] Articolo sostituito dall'art. 21, d.lg. 2 febbraio 2006, n. 40, a far data dal 2 marzo 2006. Ai sensi dell'art. 27, comma 4, d.lg. n. 40, cit., la disposizione si applica ai procedimenti arbitrali, nei quali la domanda di arbitrato è stata proposta successivamente alla data di entrata in vigore del decreto. . Il testo recitava: «[I]. Quando per qualsiasi motivo vengono a mancare tutti o alcuni degli arbitri nominati, si provvede alla loro sostituzione secondo quanto è stabilito per la loro nomina nel compromesso o nella clausola compromissoria. Se la parte a cui spetta o il terzo non vi provvede o se il compromesso o la clausola compromissoria nulla dispongono al riguardo, si applicano le disposizioni dell'articolo precedente».

Inquadramento

La norma in esame è chiamata ad operare ogni qual volta uno o più arbitri precedentemente nominati vengano a mancare «per qualsiasi motivo»: e così per morte o per altro impedimento ovvero per incompatibilità (v. Cass. n. 4893/1993, ove si chiarisce che l'ampia formulazione della norma non permette di distinguere né sul motivo per cui l'arbitro viene a mancare né sul numero degli arbitri da sostituire), per mancata accettazione, per rinuncia, per revoca, per perdita della capacità richiesta dall'art. 812, per accolta ricusazione. Una specifica ipotesi di sostituzione è prevista dall'art. 813-bis, al cui commento si rinvia.

È legittima la ridesignazione dell'arbitro della parte anche dopo la nomina del terzo arbitro da parte della camera arbitrale in quanto l'art. 811 consente la sostituzione ogni qual volta l'arbitro venga a mancare per qualsiasi motivo ed a prescindere dal momento, al fine di assicurare la continuità del collegio arbitrale (Cass. n. 2747/2021, che ha confermato la sentenza impugnata che, in assenza di una specifica contestazione sul fatto che la sostituzione fosse inficiata dalla volontà della parte di modificare la propria precedente scelta in ragione dell'individuazione del terzo arbitro ad opera della camera arbitrale, ha ritenuto che fosse stata rispettata la procedura di cui agli artt. 810 ss.).

L'art. 811 non è invece applicabile qualora uno degli arbitri sia stato irregolarmente nominato: in tal caso, ove le parti abbiano chiesto ed ottenuto dal presidente del tribunale la nomina di un nuovo arbitro, il mandato collettivo conferito agli arbitri originariamente designati è risolto, mirando la norma ad assicurare la continuità del procedimento arbitrale, ipotesi non configurabile nel caso di irregolare costituzione del collegio (Cass. n. 18194/2003). L'esigenza di garantire la continuità dell'arbitrato, si traduce in ciò, che l'attività compiuta dall'arbitro sostituito, ovvero dal collegio di cui questi faceva parte, non è travolta, ma conserva efficacia: il che, tuttavia, non può accadere nell'ipotesi di accoglimento dell'istanza di ricusazione, la quale determina nullità dell'attività compiuta.

L'atto di sostituzione, così come quello di nomina, richiede la forma scritta ad substantiam (Cass. n. 1114/1971).

Se la parte a cui spetta la sostituzione o il terzo non vi provveda, ovvero se la convenzione d'arbitrato nulla disponga in proposito, si applica l'art. 810, al cui commento si rinvia: occorre pertanto l'istanza di parte e non degli altri arbitri.

La sostituzione, a meno di diversa disposizione delle parti, comporta la proroga del termine per la pronuncia del lodo prevista dall'art. 820 se «è modificata la composizione del collegio arbitrale o è sostituito l'arbitro unico».

In caso di sostituzione l'arbitro conserva il diritto al compenso per l'attività svolta e può avvalersi della procedura di cui all'art. 814 (Trib. Potenza 13 ottobre 1999, in Riv. arb. 2000, 299, con nota di Grossi).

La procedura di sostituzione dell'arbitro rinunciatario è applicabile anche nell'arbitrato irrituale, non potendo consentirsi, alla parte vincolata dal patto compromissorio, di impedire la definizione negoziale della controversia non aderendo alla sostituzione dell'arbitro il quale non intenda proseguire nell'espletamento della sua funzione (Cass. n. 5777/2001).

È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. avverso il decreto di nomina o di sostituzione di un arbitro, essendo provvedimento privo di carattere decisiorio e insuscettibile di produrre effetti sostanziali o processuali di cosa giudicata (Cass. n. 18004/2018).

Bibliografia

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