Codice di Procedura Civile art. 816 ter - Istruzione probatoria1.

Mauro Di Marzio

Istruzione probatoria1.

[I]. L'istruttoria o singoli atti di istruzione possono essere delegati dagli arbitri ad uno di essi.

[II]. Gli arbitri possono assumere direttamente presso di sé la testimonianza, ovvero deliberare di assumere la deposizione del testimone, ove questi vi consenta, nella sua abitazione o nel suo ufficio. Possono altresì deliberare di assumere la deposizione richiedendo al testimone di fornire per iscritto risposte a quesiti nel termine che essi stessi stabiliscono.

[III]. Se un testimone rifiuta di comparire davanti agli arbitri, questi, quando lo ritengono opportuno secondo le circostanze, possono richiedere al Presidente del Tribunale della sede dell'arbitrato, che ne ordini la comparizione davanti a loro.

[IV]. Nell'ipotesi prevista dal precedente comma il termine per la pronuncia del lodo è sospeso dalla data dell'ordinanza alla data dell'udienza fissata per l'assunzione della testimonianza.

[V]. Gli arbitri possono farsi assistere da uno o più consulenti tecnici. Possono essere nominati consulenti tecnici sia persone fisiche, sia enti.

[VI]. Gli arbitri possono chiedere alla pubblica amministrazione le informazioni scritte relative ad atti e documenti dell'amministrazione stessa, che è necessario acquisire al giudizio.

[1] Articolo inserito dall'art. 22, d.lg. 2 febbraio 2006, n. 40, a far data dal 2 marzo 2006. Ai sensi dell'art. 27, comma 4, d.lg. n. 40, cit., la disposizione si applica ai procedimenti arbitrali, nei quali la domanda di arbitrato è stata proposta successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.

Inquadramento

La disposizione regola l'istruzione probatoria nel procedimento arbitrale.

Il comma 1 costituisce deroga al principio, altrimenti operante, di collegialità del giudizio arbitrale, prevedendo lo strumento della delega, attraverso la quale il compimento dell'intera istruzione probatoria.

I commi 2, 3, e 4 pongono speciali regole in tema di prova testimoniale, senza nulla disporre in merito ai limiti soggettivi e oggettivi di ammissibilità della testimonianza: è in proposito ritenuto che occorre far riferimento per un verso agli artt. 2721 ss. c.c. e per altro verso all'art. 246.

Le parti possono peraltro dispensare gli arbitri dal rispetto delle norme concernenti l'incapacità a testimoniare (Cass. n. 2466/1970).

Il giudizio sulla idoneità della specificazione dei fatti dedotti nei capitoli di prova testimoniale costituisce apprezzamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità se correttamente motivato (Cass. n. 2201/2007).

A differenza dell'autorità giudiziaria gli arbitri non sono titolari di poteri coercitivi, e dunque non hanno il potere di disporre l'accompagnamento coattivo del teste. Perciò nell'ipotesi in cui un testimone rifiuti di comparire, gli arbitri, se ritengono, possono richiedere al presidente del tribunale della sede dell'arbitrato che ne ordini la comparizione davanti a loro.

Quanto alla consulenza tecnica, vale rammentare che nell'ambito dell'arbitrato secondo diritto, gli arbitri non possono chiedere al consulente la soluzione di quesiti giuridici (Cass. n. 2765/1989).

Con riguardo agli atti istruttori esperibili, si ritengono ammissibili il giuramento sia decisorio che suppletorio, così come l'interrogatorio formale e la confessione. Si esclude invece l'incidente di falso, attesa la partecipazione necessaria del p.m.

Bibliografia

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