Codice di Procedura Civile art. 827 - Mezzi di impugnazione 1 .

Mauro Di Marzio

Mezzi di impugnazione1.

[I]. Il lodo è soggetto all'impugnazione per nullità, per revocazione e per opposizione di terzo.

[II]. I mezzi d'impugnazione possono essere proposti indipendentemente dal deposito del lodo.

[III]. Il lodo che decide parzialmente il merito della controversia è immediatamente impugnabile, ma il lodo che risolve alcune delle questioni insorte senza definire il giudizio arbitrale è impugnabile solo unitamente al lodo definitivo.

 

[1] Articolo sostituito dall'art. 24 d.lg. 2 febbraio 2006, n. 40, a far data dal 2 marzo 2006. Ai sensi dell'art. 27, comma 4, d.lg. n. 40, cit., le disposizioni «si applicano ai procedimenti arbitrali, nei quali la domanda di arbitrato è stata proposta successivamente all'entrata in vigore del presente decreto». Il testo anteriore alla riforma del 2006 recitava: «[I]. Il lodo è soggetto soltanto all'impugnazione per nullità, per revocazione o per opposizione di terzo. [II]. I mezzi di impugnazione possono essere proposti indipendentemente dal deposito del lodo. [III]. Il lodo che decide parzialmente il merito della controversia è immediatamente impugnabile, ma il lodo che risolve alcune delle questioni insorte senza definire il giudizio arbitrale è impugnabile solo unitamente al lodo definitivo». L'articolo era già stato precedentemente sostituito dall'art. 19 l. 5 gennaio 1994, n. 25.

Inquadramento

La disposizione in commento, che apre il Capo dedicato alle impugnazioni del lodo, esordisce stabilendo che esso è soggetto all'impugnazione per nullità, per revocazione e per opposizione di terzo: elencazione generalmente ritenuta tassativa (sebbene il d.lgs. n. 40/2006 abbia eliminato dal precedente testo l'avverbio «soltanto»), tant'è che la S.C. ha giudicato ad esempio inammissibile il ricorso in Cassazione per saltum o ex art. 111 Cost. (Cass. n. 3712/1978), ovvero il regolamento di competenza nei riguardi del lodo che abbia pronunciato sulla sola competenza degli arbitri, dovendo ogni questione sul punto essere risolta in sede di impugnazione per nullità ex art. 829 (Cass. n. 8407/1996; Cass. n. 7513/1987).

La norma soggiunge quindi che i mezzi di impugnazione possono essere proposti indipendentemente dal deposito del lodo: il che si comprende ove si rammenti che il lodo acquista efficacia di sentenza prima ed indipendentemente dal deposito, il quale assume rilievo per i soli fini dell'esecuzione, ex art. 825.

Viene infine precisato che il lodo che decide parzialmente il merito della controversia (ossia il lodo che, ad esempio, decide l'an ma non il quantum, come confermato da Cass. n. 8457/2014; Cass. n. 2715/2007; Cass. n. 6522/2000, ovvero il lodo che decide una o alcune di più domande cumulate) è immediatamente impugnabile, mentre il lodo che risolve alcune delle questioni insorte senza definire il giudizio arbitrale (ossia senza definirlo neppure parzialmente, come nel caso della decisione su pregiudiziali) è impugnabile solo unitamente al lodo definitivo. Deve in particolare essere impugnato immediatamente il lodo che abbia statuito sulla competenza degli arbitri, giudicando sussistente una valida clausola compromissoria (Cass. n. 8457/2014; Cass. n. 5634/2012). Non è invece immediatamente impugnabile, in quanto non definitivo, il lodo che decida sulla sola ammissibilità o procedibilità del giudizio (Cass. n. 4790/2012). Parimenti l'immediata impugnabilità deve essere esclusa quando il lodo abbia deciso questioni preliminari di merito (rigettando l'eccezione di prescrizione) senza definire il giudizio (Cass. n. 16963/2014). 

Il lodo parziale è immediatamente impugnabile, ai sensi dell'art. 827, comma 3, solo nel caso in cui, decidendo su una o più domande, abbia definito il giudizio relativamente ad esse, attesa l'esecutività che lo stesso può assumere in questa ipotesi, mentre l'immediata impugnabilità deve essere esclusa quando il lodo abbia deciso questioni pregiudiziali o preliminari di merito senza definire il giudizio (Cass. n. 28190/2020;  Cass. n. 32996/2022). 

Le S.U. hanno inoltre chiarito che è immediatamente impugnabile il lodo contenente una statuizione di condanna generica ex art. 278 o che decida una o alcune domande proposte senza definire l'intero giudizio (Cass. S.U., n. 23463/2016 ).

Si discute in dottrina se il lodo arbitrale possa essere assoggettato ad impugnazione differita e se, in quest'ambito, sia applicabile al procedimento arbitrale l'istituto della riserva di impugnazione, sul modello previsto per l'appello dall'art. 340 e per la cassazione dall'art. 361, ma è qui sufficiente rammentare la soluzione adottata dalla S.C., secondo la quale, nel procedimento arbitrale, non è utilizzabile l'istituto della riserva facoltativa d'impugnazione, riserva che, essendo limitata a specifiche ipotesi normative, richiederebbe, per la sua applicazione in situazioni diverse, espressa previsione normativa, poiché il sistema processuale è informato al principio dell'impugnazione immediata di tutte le sentenze (Cass. n. 2444/2006; Cass. n. 2566/2002).

Per quanto riguarda il lodo irrituale, l'art. 808-ter richiama le disposizioni del libro I dal versante processuale, fermo restando che il lodo irrituale è sottoposto alle impugnazioni negoziali (Cass. n. 9392/2004; Cass. n. 10035/2002; Cass. n. 15070/2000), esclusa l'impugnazione con ricorso straordinario per cassazione ex art. 111 Cost., attesa la natura meramente negoziale di tale lodo (Cass. n. 5739/1998).

L'inesistenza del lodo

È ritenuto, in dottrina, che sfuggano al precetto stabilito dalla norma in commento i lodi affetti da c.d. inesistenza giuridica (cui in passato la giurisprudenza riconduceva i casi di inesistenza del compromesso o della clausola compromissoria ovvero di non compromettibilità della materia devoluta agli arbitri: v. p. es. Cass. n. 22083/2009 ma si pensi, altresì, ad es. all'instaurazione del giudizio arbitrale nei confronti di un soggetto estinto già in precedenza), non suscettibile, come tale, di rimanere sanata dal decorso del termine per l'impugnazione e, per conseguenza, denunciabile mediante un'azione ordinaria di accertamento ovvero in sede di opposizione esecutiva.

Occorre tuttavia osservare che una delle ipotesi di inesistenza giuridica del lodo in astratto di maggior rilievo, quella della carenza in capo agli arbitri di potestas iudicandi, sembra da escludere in forza dell'art. 817, comma 2, che, al di fuori del caso di non arbitrabilità della controversia, contempla l'onere di far valere il vizio nella prima difesa successiva all'accettazione degli arbitri. D'altronde, la mancata sottoscrizione da parte di uno degli arbitri non determina l'inesistenza del lodo, a differenza della mancata sottoscrizione della sentenza del giudice ordinario, ai sensi dell'art. 161, comma 2, bensì la nullità, con la conseguente applicazione del principio generale di conversione dei motivi di nullità in motivi di impugnazione, da far valere nei tempi e nei modi previsti dall'art. 828 (Cass. n. 6115/2001). Neppure determina inesistenza, bensì in nullità del lodo, la nullità della nomina degli arbitri determina, la quale non impedisce alla corte d'appello che la rilevi di decidere nel merito a norma dell'art. 830, comma 2 (Cass. n. 5062/2002). Ancora, la clausola compromissoria che stabilisca un modo di nomina degli arbitri di impossibile attuazione pratica è nulla, ma ciò non comporta l'inesistenza del lodo arbitrale (Cass. n. 19994/2004).

Bibliografia

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