Codice di Procedura Civile art. 839 - Riconoscimento ed esecuzione dei lodi stranieri 1

Mauro Di Marzio

Riconoscimento ed esecuzione dei lodi stranieri1

[I]. Chi vuol far valere nella Repubblica un lodo straniero deve proporre ricorso al presidente della corte d'appello nella cui circoscrizione risiede l'altra parte; se tale parte non risiede in Italia è competente la corte d'appello di Roma.

[II]. Il ricorrente deve produrre il lodo in originale o in copia conforme, insieme con l'atto di compromesso, o documento equipollente, in originale o in copia conforme.

[III]. Qualora i documenti di cui al secondo comma non siano redatti in lingua italiana la parte istante deve altresì produrne una traduzione certificata conforme.

[IV]. Il presidente della corte d'appello, accertata la regolarità formale del lodo, dichiara con decreto l'efficacia immediatamente esecutiva del lodo straniero nella Repubblica, salvoché:

1) la controversia non potesse formare oggetto di compromesso secondo la legge italiana;

2) il lodo contenga disposizioni contrarie all'ordine pubblico2.

 

[1] Articolo sostituito dall'art. 24 l. 5 gennaio 1994, n. 25. L'articolo si applica anche ai lodi pronunciati anteriormente alla data di entrata in vigore della legge n. 25, purché non ne siano stati ancora richiesti il riconoscimento o l'esecuzione a norma della legislazione in vigore anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge.

[2] Comma modificato dall'art. 3, comma 56, lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha inserito le parole: «immediatamente esecutiva» dopo le parole «dichiara con decreto l'efficacia» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

Il lodo straniero non ha in Italia alcuna efficacia prima dello svolgimento del procedimento previsto dalla norma in commento. Il lodo straniero è cioè disciplinato diversamente sia dal lodo interno sia dalla sentenza statale straniera (v. art. 64 l. n. 218/1995), che hanno in Italia efficacia di accertamento senza bisogno di omologazione, occorrendo un apposite procedimento solo per attribuire ad essi efficacia esecutiva.

La disposizione in esame, adottata in attuazione dell'art. III, Convenzione di New York 10 giugno 1958 sul riconoscimento e l'esecuzione dei lodi arbitrali stranieri (art. 24 l. n. 25/1994), contempla un'azione diretta, senza la preventiva instaurazione del contraddittorio al riconoscimento del lodo straniero, così da attribuirgli l'efficacia di sentenza, ed all'esecuzione del medesimo.

Nella legislazione italiana non vi è una norma che chiarisca i concetti di arbitrato estero e interno.

Si osserva in giurisprudenza che il criterio di distinzione tra arbitrato interno e arbitrato estero è dato dalla sede, determinata all'inizio della procedura arbitrale dalle parti o, in mancanza, dagli arbitri nella loro prima riunione ai sensi dell'art. 816, mentre nessun rilievo assume il luogo di effettivo svolgimento del giudizio arbitrale (Cass. n. 1808/2000, in Giust. civ. 2001, I, 1343, con nota di Picozza; nello stesso senso Bove, 357).

Il procedimento

Il procedimento complessivamente delineato dalla norma in commento e dal successivo art. 840 si compone di due fasi: la prima volta al riconoscimento del lodo; la seconda, soltanto eventuale, di opposizione, disciplinata dall'art. 840.

La prima fase, che si svolge inaudita altera parte, è introdotta con ricorso dalla parte interessata del giudizio arbitrale, ovvero dai suoi successori a titolo particolare o universale (Cass. n. 1301/1999, in riferimento al previgente art. 800).

Non è previsto un termine entro il quale depositare il ricorso, sicché è da ritenere che esso debba essere identificato con il termine ordinario di prescrizione del diritto riconosciuto dal lodo.

Competente è il presidente della corte d'appello del luogo in cui risiede la parte convenuta, ma, se la sua residenza è all'estero, la competenza appartiene al presidente della corte d'appello di Roma. In caso di arbitrato litisconsortile, l'interessato può far riferimento al luogo di residenza di una qualunque delle controparti, ricorrendo alla competenza della corte d'appello di Roma solo se nessuna di esse risieda in Italia. Territorialmente competente a dichiarare l'efficacia del lodo, nell'ipotesi in cui sia convenuta una società di capitali, è alternativamente, o la corte d'appello del luogo in cui questa ha la sede legale, o quella nel cui distretto la società ha la sua sede effettiva, intesa questa come centro di propulsione della gestione societaria e, dunque, come il luogo in cui esercita l'attività amministrativa e direttiva (Cass. n. 2183/1992).

Il ricorrente deve allegare al ricorso introduttivo il lodo e la convenzione arbitrale, entrambi in originale o in copia conforme, accompagnati, se in lingua straniera, da traduzione asseverata. Occorre la produzione, contestualmente con la proposizione della domanda, dell'originale della decisione arbitrale, ovvero di copia debitamente autenticata di essa, conformemente alle regole di procedura vigenti nel territorio in cui la decisione è invocata, con la conseguenza che, in caso di delibazione richiesta in Italia, devono applicarsi le formalità di autenticazione previste dalla legge italiana; la verifica dell'autenticità della copia della decisione invocata — costituendo, nel sistema della citata Convenzione, un adempimento correlato alla stessa possibilità di introduzione del giudizio di delibazione — deve essere effettuata d'ufficio dal giudice, indipendentemente dalle deduzioni e dalle eccezioni di parte, atteso anche che il mancato disconoscimento e la mancata contestazione secondo la legge italiana (artt. 214 e 215), dell'autenticità della sottoscrizione del documento prodotto, non può assumere, comunque, rilevanza processuale, in quanto le parti del giudizio di delibazione non sono destinatarie dell'onere di disconoscimento, non essendo autori dello stesso, che è stato reso e sottoscritto all'estero dagli arbitri (Cass. n. 2919/1995).

La produzione del compromesso, in originale o in copia autentica, contestualmente alla proposizione della domanda, prescritta dall'art. 4 della Convenzione di New York del 10 giugno 1958 e dall'art. 839, comma 2, configura non già una condizione dell'azione, ma un presupposto processuale, necessario per la valida introduzione del giudizio, che deve pertanto sussistere, quale requisito formale di procedibilità della domanda, al momento dell'instaurazione del procedimento e non può essere integrata mediante il deposito del documento nel giudizio di opposizione al decreto emesso dal presidente della corte d'appello, non essendo soggetta alla disciplina dettata dall'art. 184 per la produzione di documenti (Cass. n. 17291/2009, la quale ha cassato la sentenza impugnata, che aveva rigettato l'opposizione al decreto, in quanto la corte d'appello, rilevato che al ricorso era stata allegata una copia del compromesso recante una certificazione di conformità all'originale proveniente da persona non identificabile, aveva rimesso la causa in istruttoria, per consentire all'opposto la produzione dell'originale o di una copia conforme; Cass. n. 16701/2020).

Si è rilevato che non si vede il motivo di escludere il potere del giudice di chiedere all'istante di sopperire alla carenza (art. 640), carenza che, peraltro, l'istante potrebbe sopperire anche da sé dopo la proposizione della domanda: ed infatti la normativa interna derogherebbe a quella convenzionale, perché questa, disponendo che la detta produzione debba avvenire «unitamente alla domanda», è meno favorevole al riconoscimento (Bove, 362).

Le regole procedurali che la corte d'appello è tenuta a seguire non sono quelle stabilite per il giudizio di primo grado, bensì quelle, più snelle, previste per il processo d'appello dagli artt. 350 ss. (Cass. n. 9641/1999). Il riconoscimento del lodo consegue alla verifica della regolarità formale del lodo, ma il presidente della corte d'appello ha il potere di verificare d'ufficio, sulla base della legge nazionale, che l'oggetto della controversia sia compromettibile e che il provvedimento non sia in contrasto con i principi di ordine pubblico. Il controllo di regolarità formale ha gli stessi contenuti e limiti del controllo di regolarità formale che effettua il giudice per concedere l'exequatur ad un lodo interno ai sensi dell'art. 825, verificando l'esistenza di un lodo sottoscritto sulla base di un patto compromissorio. La riforma del 2022 (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149) ha chiarito che il decreto del presidente della corte d'appello dichiara l'efficacia immediatamente esecutiva del lodo straniero nella Repubblica, fatte salve le eccezioni previste.

In particolare, il rispetto dell'ordine pubblico (che si ritiene essere l'ordine pubblico internazionale, ossia l'insieme delle regole e dei valori che l'ordinamento italiano non può vedere disconosciuti neanche nei rapporti transnazionali, identificando così un'area più ristretta rispetto a quella che si delinea in base alle norme inderogabili di diritto interno: Bove, 365) deve essere valutato relativamente alla sola parte dispositiva del lodo, senza estendersi alla motivazione del provvedimento (Cass. n. 6947/2004).

Ai fini del riconoscimento e dell'esecuzione del lodo straniero, in applicazione dell'art. 5, comma 2, lett. b), della Convenzione di New York del 10 giugno 1958 (resa esecutiva con la l. n. 62 del 1968), il requisito della non contrarietà all'ordine pubblico deve essere riscontrato con riferimento alla parte dispositiva, nella quale si compendia il decisum della pronuncia arbitrale e, anche se, a tal fine, è consentito prendere in esame il contenuto del lodo, ciò non può mai tradursi in un controllo sulla motivazione, il quale darebbe corso a quel riesame nel merito categoricamente escluso dalla Convenzione (Cass. n. 3255/2022, che ha respinto il ricorso con il quale era stata dedotta la contrarietà all'ordine pubblico del lodo straniero per essere stato emesso sulla base di testimonianze e altre prove indicate come false in base ad argomenti già trattati, e respinti, dall'autorità giudiziaria straniera in sede di impugnazione dello stesso lodo).

All'esito dello scrutinio normativamente previsto il presidente accoglie l'istanza ovvero la rigetta per motivi di rito (carenza di un lodo definibile ictu oculi come straniero, carenza della dovuta produzione documentale o altra carenza di presupposto processuale) o per motivi di merito (irregolarità formale del lodo, non compromettibilità della controversia, violazione dell'ordine pubblico).

Il decreto emesso dal presidente della corte d'appello ai sensi dell'art. 839 non conferisce al lodo straniero immediata efficacia esecutiva, in pendenza dei termini per l'opposizione (App. Bologna 27 maggio 1996, in Riv. arb. 1997, 345, con nota di Zucconi Galli Fonseca,con riferimenti di dottrina).

Il procedimento previsto dagli artt. 839 e 840 in tema di riconoscimento ed esecuzione di lodi stranieri si riferisce ai soli lodi stranieri e non anche alle pronunce giurisdizionali che abbiano avuto ad oggetto i lodi per effetto della loro impugnazione; né, in caso di annullamento parziale del lodo da parte dell'autorità straniera, è prevista la possibilità di riconoscimento dell'efficacia esecutiva per le sole parti del lodo non annullate, ostandovi la previsione di cui all'art. 840, comma 3, n. 5, che non distingue fra dichiarazione di nullità, annullamento (totale o parziale), riforma o correzione, dovendo la parte, in tale evenienza, mettere in esecuzione ovvero richiedere il riconoscimento del provvedimento che ha annullato il lodo, per poter poi far valere, nel caso di non ottemperanza della parte soccombente, l'efficacia esecutiva anche delle statuizioni del lodo che non sono state oggetto dell'annullamento (Cass. n. 17712/2015).

Bibliografia

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