Le principali novità apportate dal “Decreto Sviluppo-bis “ alla disciplina del sovraindebitamento

06 Dicembre 2013

Le modificazioni introdotte dal “D.l. Sviluppo-bis” alla disciplina della l. n. 3/12 sono estremamente significative. La legge, infatti, è stata integralmente riscritta e l'esempio più evidente di quanto sia rilevante la novità introdotta è dato dal fatto che in luogo dell'iniziale istituto dell'accordo in rimedio del sovraindebitamento previsto nella versione originaria della l. n. 3/12 abbiamo oggi ben tre distinti istituti: l'accordo in rimedio del sovraindebitamento, il piano del consumatore e una procedura di liquidazione dei beni.

Le modificazioni introdotte dal “D.l. Sviluppo-bis” alla disciplina della l. n. 3/12 sono estremamente significative. La legge, infatti, è stata integralmente riscritta e l'esempio più evidente di quanto sia rilevante la novità introdotta è dato dal fatto che in luogo dell'iniziale istituto dell'accordo in rimedio del sovraindebitamento previsto nella versione originaria della l. n. 3/12 abbiamo oggi ben tre distinti istituti: l'accordo in rimedio del sovraindebitamento, il piano del consumatore e una procedura di liquidazione dei beni.
Il primo istituto, l'accordo di ristrutturazione, come dice la locuzione stessa, ha natura e finalità ristrutturatoria, mirando a comporre il debito del soggetto passivo attraverso una procedura di natura negoziale che coinvolge da un lato il debitore e dall' altro i creditori. In realtà, a discapito del nome (nel testo della legge si parla appunto di accordo), si tratta di una vera e propria procedura concorsuale.
Il piano del consumatore è una variante dell'accordo. La proposta adempitiva è rivolta ai creditori da un debitore qualificato che è il consumatore e ci sono delle peculiarità di disciplina per agevolare la conclusione della procedura in senso favorevole alla ristrutturazione del debito, agevolazioni che tengono evidentemente conto della particolare natura del soggetto debitore che, appunto, non è un operatore economico, ma un consumatore.
Inoltre vi è la procedura di liquidazione dei beni. Questa terza procedura si pone in alternativa alle prime due. Mentre le prime due hanno una funzione e quindi una finalità di ristrutturazione della debitoria, la procedura di liquidazione dei beni ha, come indica l' espressione letterale stessa, finalità di liquidazione del patrimonio del debitore.
Tutte e tre queste diverse procedure sono rette comunque da un'attività di pianificazione che ha una matrice latu sensu aziendale, in cui si realizza un programma di composizione del debito che può essere un programma di ristrutturazione del debito (nel caso dell' accordo di ristrutturazione o nel caso del piano del consumatore) e che invece sarà necessariamente un programma di liquidazione redatto dal liquidatore nel caso della procedura di liquidazione.
L'accordo e il piano del consumatore o la proposta di liquidazione si pongono in rapporto con i programmi di ristrutturazione nei primi due casi e di liquidazione nel terzo nel seguente modo : i piani sono la programmazione attuativa di ciò che è promesso o proposto nelle domande che aprono la procedura di accordo o di piano del consumatore oppure che devono dirigere il liquidatore nell' attività di liquidazione dei beni.
Quindi le tre procedure, benchè diversamente orientate, si presentano con elevati livelli di compatibilità, giacché parlando di accordo di ristrutturazione e di piano del consumatore non si parla di cose diverse, ma,nell'accordo di ristrutturazione, si pone l'accento sulla proposta che poi si basa sul piano di ristrutturazione. Nel piano del consumatore, si pone l'accento sul piano che ovviamente per essere autorizzato prevederà una proposta.

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