Se il creditore chirografario destinatario di soddisfacimento integrale abbia o meno diritto al voto

03 Aprile 2013

Si tratta di una questione che riaffiora qua e là nella riflessione teorica, nella convegnistica e anche nella pratica giudiziaria.

Si tratta di una questione che riaffiora qua e là nella riflessione teorica, nella convegnistica e anche nella pratica giudiziaria.
Questo risvolto di attualità già ne giustificherebbe una qualche considerazione; ma l'appunto che segue trova il suo movente nella radice da cui si origina il dubbio.
Chiedersi se il creditore chirografario voti o meno nel concordato preventivo dovrebbe essere lo stesso che chiedersi se il creditore chirografario destinatario di una offerta di soddisfacimento integrale voti o meno nel concordato preventivo.
Che, invece, la questione sia percepita in modo molto diverso è dimostrato dal fatto che nessuno dubiterebbe che il creditore chirografario abbia come tale diritto di voto nel concordato, mentre si discute se conservi o meno tale diritto qualora sia destinatario di una offerta di soddisfacimento integrale.
Cosicché, sembrerebbe quasi che il diritto di voto non dipenda dalla oggettiva qualità del credito (se garantito o chirografario), ma dalla entità della offerta concordataria. Di modo che, potrebbe opinarsi, mentre i creditori destinatari di un soddisfacimento parziale hanno sempre diritto di voto, invece i creditori destinatari di un soddisfacimento integrale non avrebbero diritto di voto.
Secondo le disposizioni della legge fallimentare (artt. 127, 177, ecc.):
a) il creditore chirografario ha diritto di voto;
b) il creditore garantito non ha diritto di voto;
c) il creditore garantito che rinunci alla garanzia (divenendo chirografario) acquista diritto di voto;
d) il creditore garantito destinatario di un soddisfacimento parziale per incapienza del bene oggetto di garanzia è trattato come creditore chirografario per la parte restante (dunque ha in tali limiti diritto di voto).
Una prima considerazione è allora sulla fondatezza - come si vede, confermata dalle disposizioni legislative - della opinione secondo cui il creditore garantito non ha diritto di voto mentre il creditore chirografario (o come visto da considerarsi tale) ha diritto di voto.
Una seconda considerazione è che la misura del soddisfacimento prospettato nella offerta concordataria rileva ai fini della considerazione del creditore garantito come creditore chirografario avente diritto di voto (giacché la soddisfazione parziale legittima il creditore garantito al voto per la parte restante del credito).
Una terza considerazione potrebbe allora essere che il diritto di voto spetti soltanto al creditore non integralmente soddisfatto.
Sennonché l'impressione si corregge riflettendo che la legge non dispone affatto che il creditore integralmente soddisfatto non abbia diritto di voto. Dispone, molto diversamente, che il creditore garantito integralmente soddisfatto non ha diritto di voto.
La ragione dell'assetto normativo è peraltro evidente. Nel caso del creditore garantito l'integrale soddisfazione, che determina disinteresse al concordato e dunque esclude la legittimazione al voto, è nella capienza del bene su cui grava la garanzia. La quale capienza integra un dato oggettivo insensibile alla domanda di concordato.
In parole povere, l'aspettativa di soddisfacimento integrale è collegata al risultato della liquidazione del bene secondo il valore preventivamente stimato.
Nel caso del creditore chirografario, il soddisfacimento integrale non dipende dal dato oggettivo di una prerogativa del creditore su un determinato bene o su determinati beni nel patrimonio del debitore; dipende invece dall'adempimento, da parte del proponente, della promessa concordataria.
Perciò il creditore chirografario, esclusivo destinatario della promessa concordataria, ha sempre interesse, e dunque diritto, ad esprimere la sua approvazione attraverso il voto.
Ciò appare in tutta evidenza nel concordato con pagamento.
In questa ipotesi un debitore offre ai creditori il pagamento di una somma di denaro. Tuttavia, mentre l'adempimento dei crediti chirografari dipende massimamente dal rispetto dell'impegno del debitore, invece il soddisfacimento del credito garantito è comunque sempre assicurato dalla sempre possibile liquidazione del bene oggetto della garanzia.
Ma lo stesso vale per il concordato liquidatorio.
Infatti, pur essendo i creditori destinatari del controvalore di liquidazione dei beni integranti il patrimonio del debitore, tuttavia i creditori garantiti conservano posizione preferenziale nel pagamento, per loro estremamente più sicuro rispetto a quanto accade per i creditori chirografari, che potranno concorrere solo sulle risorse residue rispetto all'intervenuto soddisfacimento dei creditori garantiti.
Conclusione: il creditore garantito non ha diritto al voto; il creditore chirografario ha diritto al voto. Il creditore garantito nei limiti in cui è trattato come creditore chirografario acquista il diritto al voto. Ha dunque diritto al voto oltre al creditore chirografario il creditore garantito che rinuncia alla garanzia o nei limiti in cui è destinatario di un soddisfacimento non garantito (ossia non coperto dal valore di realizzo dell'oggetto della garanzia).
Più semplicemente: hanno diritto di voto soltanto i creditori destinatari della promessa concordataria, ossia costretti ad affidarsi per il proprio soddisfacimento all'adempimento di quella promessa.

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