Solo le rimesse solutorie sono soggette alla revocatoria

La Redazione
30 Marzo 2016

La Corte di Cassazione ribadisce il principio per cui, in tema di revocatoria delle rimesse in conto corrente bancario, nel caso di plurime operazioni di segno opposto da cui risulti uno scoperto di conto, il fallimento può chiedere la revocatoria delle rimesse aventi carattere solutorio in relazione al saldo infra-giornaliero e non al saldo di giornata, previa dimostrazione della cronologia dei singoli movimenti.

Con la sentenza n. 6042/2016, la Corte di Cassazione ribadisce il principio per cui, in tema di revocatoria delle rimesse in conto corrente bancario, nel caso di plurime operazioni di segno opposto da cui risulti uno scoperto di conto, il fallimento può chiedere la revocatoria delle rimesse aventi carattere solutorio in relazione al saldo infragiornaliero e non al saldo di giornata, previa dimostrazione della cronologia dei singoli movimenti.

Il caso - Con la sentenza in oggetto, la Corte di legittimità risolve l'annosa questione che aveva interessato un istituto bancario ed un Consorzio agrario in l.c.a. con riferimento all'azione revocatoria intentata dalla procedura sui versamenti effettuati dal debitore su conto corrente istituito presso la banca.
Oltre ad infondate censure relative al calcolo del periodo sospetto ed alla effettiva conoscenza dello stato di insolvenza, la banca ricorrente lamenta l'erronea determinazione del quantum debeatur, dovuta al ricorso ad un criterio di calcolo cronologico anziché a quello del saldo disponibile di fine giornata.

Il calcolo delle somme soggette alla revocatoria - Aderendo alle prospettazioni del ricorrente, il Collegio ritiene scorretto il criterio cronologico applicato dal CTU per la determinazione del complesso quantitativo delle operazioni revocabili. Si tratta infatti di un criterio che non individua la sussistenza di operazioni attive poste in essere quotidianamente dal correntista ed idonee a determinare una provvista destinata a consentire dei prelievi, essendo insufficiente a tale scopo la mera ordinazione contabile, in assenza di ulteriori elementi storici.
Al contrario, e conformemente ad un indirizzo giurisprudenziale già affermato, le rimesse su conto corrente sono revocabili ex art. 67 l. fall. quando risulti uno scoperto, dovendo dunque fare riferimento al criterio del saldo disponibile e non a quello del saldo contabile (che riflette le registrazioni delle operazioni in ordine cronologico) né tantomeno a quello del saldo per valuta (che posiziona le partite in base alla data di maturazione degli interessi).

Il criterio del saldo contabile - In conclusione, la S.C. ribadisce il principio per cui in tema di revocatoria delle rimesse in conto corrente bancario, nel caso in cui dalle plurime operazioni di segno opposto realizzate nella stessa giornata risulti uno scoperto, il fallimento può chiedere la revoca delle rimesse aventi carattere solutorio in relazione al saldo infragiornaliero e non al saldo della giornata, previa dimostrazione della cronologia dei singoli movimenti che non può essere dedotta dall'ordine delle operazioni risultante dall'estratto conto o dalla scheda di registrazione contabile, ordine non necessariamente rispondente alla realtà. È dunque onere del curatore provare la cronologia dei singoli movimenti, circostanza determinante per la sussistenza di uno degli elementi costitutivi della domanda e cioè dell'esistenza di un atto a carattere solutorio.
La sentenza impugnata viene quindi cassata con rinvio alla Corte d'appello competente in diversa composizione.

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