La riproposizione della domanda di concordato preventivo, dopo la rinuncia per decorrenza del termine, integra abuso del diritto

La Redazione
20 Gennaio 2014

La presentazione di una nuova domanda di concordato produce l'effetto pratico di aggirare il termine perentorio previsto dalla legge per l'integrazione della domanda di concordato con riserva, con l'ulteriore effetto di pregiudicare, ingiustamente, l'interesse giuridicamente tutelato del creditore istante alla declaratoria di fallimento in assenza delle condizioni di ammissibilità del concordato originariamente proposto, considerata la riduzione della durata dell'effetto protettivo prevista in pendenza di istante di fallimento.

La presentazione di una nuova domanda di concordato produce l'effetto pratico di aggirare il termine perentorio previsto dalla legge per l'integrazione della domanda di concordato con riserva, con l'ulteriore effetto di pregiudicare, ingiustamente, l'interesse giuridicamente tutelato del creditore istante alla declaratoria di fallimento in assenza delle condizioni di ammissibilità del concordato originariamente proposto, considerata la riduzione della durata dell'effetto protettivo prevista in pendenza di istante di fallimento.
Dunque, il meccanismo della rinuncia alla domanda di pre-concordato non integrata nel termine perentorio stabilito dal giudice e la presentazione della nuova domanda , pur accompagnata dalla documentazione richiesta, determinano un sacrificio sproporzionato e ingiustificato delle ragioni creditorie, oltre ad integrare un abuso del diritto sotto il profilo dello sviamento degli strumenti di composizione della crisi aziendale dalla loro funzione tipica.

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