Concordato preventivo: prededuzione dei crediti sorti in ragione di atti legalmente compiuti dal debitore ex art. 161 comma 7 l. fall.

La Redazione
20 Febbraio 2014

La disposizione contenuta nell'art. 161, comma 7, secondo cui “i crediti di terzi eventualmente sorti per effetto degli atti legalmente compiuti dal debitore sono prededucibili ai sensi dell'art. 111”, non deve essere letta nel senso che tale specifico rango prededucibile sia sottoposto alla condizione dell'effettivo deposito della proposta concordataria completa. Una simile interpretazione farebbe ricadere sui terzi le conseguenze negative di una condotta omissiva del debitore, oltre ad arrecare pregiudizio alla certezza dei rapporti giuridici in quanto verrebbe meno la prededucibilità che la legge riconosce ai crediti sorti per effetto di atti legalmente compiuti dal debitore fino all'emissione del decreto ex art. 163 l. fall.

La disposizione contenuta nell'art. 161, comma 7, secondo cui “i crediti di terzi eventualmente sorti per effetto degli atti legalmente compiuti dal debitore sono prededucibili ai sensi dell'art. 111”, non deve essere letta nel senso che tale specifico rango prededucibile sia sottoposto alla condizione dell'effettivo deposito della proposta concordataria completa. Una simile interpretazione farebbe ricadere sui terzi le conseguenze negative di una condotta omissiva del debitore, oltre ad arrecare pregiudizio alla certezza dei rapporti giuridici in quanto verrebbe meno la prededucibilità che la legge riconosce ai crediti sorti per effetto di atti legalmente compiuti dal debitore fino all'emissione del decreto ex art. 163 l. fall.

Il Tribunale può precludere al debitore l'opzione concordataria, dando preferenza all'istanza di fallimento proposta dal creditore, ovvero dal p.m., solo nei casi in cui la domanda di concordato preventivo ,che non sia stata presentata in modo rituale e completo secondo quanto richiesto dagli artt. 160 e 161 l. fall, integri, in modo evidente, un'ipotesi di abuso di diritto, ovvero pregiudichi una più proficua liquidazione fallimentare arrecando un concreto pregiudizio alla massa dei creditori.

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