Mancata omologazione del concordato per non realizzabilità della “causa in concreto”

La Redazione
26 Marzo 2014

Non è realizzabile la “causa in concreto” del negozio concordatario, con conseguente giudizio negativo in tema di fattibilità giuridica del piano, nella ipotesi in cui vi sia una contraddittorietà intrinseca della proposta concordataria con ipotesi di esdebitamento tra loro alternative e contrapposte e nella ulteriore ipotesi in cui sia prevista una esorbitante durata del piano concordatario con una conseguente incongrua dilatazione dei tempi di soddisfacimento dei creditori (nel caso di specie era stato offerto ai creditori un piano di pagamenti dilazionati in dieci anni).

Non è realizzabile la “causa in concreto” del negozio concordatario, con conseguente giudizio negativo in tema di fattibilità giuridica del piano, nella ipotesi in cui vi sia una contraddittorietà intrinseca della proposta concordataria con ipotesi di esdebitamento tra loro alternative e contrapposte e nella ulteriore ipotesi in cui sia prevista una esorbitante durata del piano concordatario con una conseguente incongrua dilatazione dei tempi di soddisfacimento dei creditori (nel caso di specie era stato offerto ai creditori un piano di pagamenti dilazionati in dieci anni).

Condizione oggettiva per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo è la predisposizione di un piano idoneo a supportare la proposta. Elemento fondamentale è che nella soluzione concordata della crisi sussistano precisi e non precari prerequisiti di attuabilità giuridica.

Il Tribunale ha il compito di effettuare un controllo di legittimità in merito alla fattibilità giuridica della proposta, nonché una valutazione in merito alla sussistenza di eventuali violazioni di norme inderogabili che incidono sulla proposta.
Nella valutazione sulla fattibilità giuridica il Tribunale non può sindacare sulla convenienza della proposta, che è rimessa, invece, ai creditori, salvo il caso previsto dall'art. 180, comma 4, l. fall., il tribunale può esprimersi circa la compatibilità del concordato con le norme dell'ordinamento, avendo sempre a mente quale sia il contenuto della proposta e le finalità che essa persegue.

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