Azione revocatoria fallimentare nei confronti del terzo subacquirente e inapplicabilità della garanzia per evizione

La Redazione
16 Maggio 2014

Attesa la coincidenza funzionale tra l'azione revocatoria fallimentare e quella ordinaria, e considerati i principi generali che stanno alla base dell'art. 2901, comma 4, c.c., il curatore può promuovere l'azione revocatoria, ex artt. 66 l. fall. e 2904 c.c., nei confronti del terzo subacquirente, a titolo oneroso, del bene trasferito dal contraente immediato dell'imprenditore fallito.

Attesa la coincidenza funzionale tra l'azione revocatoria fallimentare e quella ordinaria, e considerati i principi generali che stanno alla base dell'art. 2901, comma 4, c.c., il curatore può promuovere l'azione revocatoria, ex artt. 66 l. fall. e 2904 c.c., nei confronti del terzo subacquirente, a titolo oneroso, del bene trasferito dal contraente immediato dell'imprenditore fallito.

Ai fini della revocatoria, occorre dimostrare la malafede del terzo subacquirente, che consiste nella consapevolezza del terzo di arrecare pregiudizio agli interessi dei creditori: incombe sul curatore l'onere di provare che il convenuto in revocatoria era a conoscenza dei requisiti di revocabilità del titolo del suo avente causa, cioè l'accipiens del fallito.

Il rimedio dell'evizione, previsto dall'art. 1483 c.c. a tutela del compratore in caso di squilibrio del sinallagma contrattuale non è applicabile in caso di contratto di compravendita revocato ai sensi dell'art. 2901 c.c., atteso che il compratore, con la propria condotta, partecipando in mala fede alla stipula del contratto, concorre alla produzione del fatto evizionale.

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