Quando il curatore si costituisce in un giudizio che era in corso contro il debitore fallito e che aveva ad oggetto una domanda soggetta a trascrizione, quali la simulazione e la revocatoria, il giudice non può rilevare d'ufficio l'inopponibilità dell'azione verso il fallimento, ex art. 45 l. fall.
E' il principio affermato dalla Cassazione, nella sentenza n. 2383 depositata l'8 febbraio scorso.
Il caso. L'acquirente di un immobile agiva in giudizio per ottenere, in via principale, la dichiarazione di simulazione assoluta della vendita del bene effettuata dal venditore ad una società terza, in seguito fallita, e in via subordinata l'inopponibilità di tale vendita ex art. 2901 c.c.
In secondo grado, il giudice rilevava d'ufficio che nel proporre la domanda l'attrice non aveva allegato di aver trascritto la domanda giudiziale e che, comunque, la trascrizione non risultava agli atti e, di conseguenza, rigettava la domanda rilevando l'inopponibilità delle azioni alla curatela della società fallita, ex art. 45 l. fall.
Necessaria trascrizione delle domande e fallimento. La Cassazione affronta, per la prima volta, la questione relativa alla natura del potere di rilevazione dell'omessa trascrizione di una domanda giudiziale, di simulazione o di revocatoria ordinaria, promossa contro il debitore e il terzo acquirente, nel caso in cui sopraggiunga il fallimento di quest'ultimo.
In questo contesto, assume rilevanza l'art. 45 l. fall., in base al quale le formalità necessarie per rendere opponibili gli atti ai terzi sono inopponibili ai creditori se compiute dopo la dichiarazione di fallimento.
Ebbene, secondo i giudici di legittimità la prospettazione dell'inopponibilità ai creditori è affidata al soggetto che da essa trae beneficio: il debitore oppure il curatore se, come nel caso di specie, quest'ultimo si sia costituito in giudizio per proseguire la causa instaurata nei confronti del debitore fallito. Se il curatore, costituendosi, non eccepisce la mancanza della trascrizione della domanda, il giudice d'appello non può rilevare d'ufficio la mancanza della relativa prova.
Omessa trascrizione di domande giudiziali: non sussiste un potere officioso del giudice. In conclusione, la S.Corte afferma che, quando il curatore si costituisce in un giudizio che era in corso contro il debitore fallito e che aveva ad oggetto una domanda soggetta a trascrizione, quali la simulazione e la revocatoria, la rilevazione dell'inopponibilità dell'azione rispetto ai creditori, ex art. 45 l. fall., per la mancata trascrizione non spetta al giudice, bensì al soggetto che di tale inopponibilità beneficia, cioè il curatore.