Dichiarazione di fallimento e procedimento penale per bancarotta: conflitti di competenza

La Redazione
14 Gennaio 2015

La competenza per territorio in sede penale è determinata dal luogo in cui il reato è consumato, e poiché la dichiarazione di fallimento è elemento costitutivo del reato di bancarotta, non una condizione obiettiva di punibilità, il reato si perfeziona in tutti i suoi elementi costitutivi quando il soggetto sia dichiarato fallito. Lo ha affermato la Cassazione Penale, con la sentenza n. 876 depositata il 12 gennaio.

La competenza per territorio in sede penale è determinata dal luogo in cui il reato è consumato, e poiché la dichiarazione di fallimento è elemento costitutivo del reato di bancarotta, non una condizione obiettiva di punibilità, il reato si perfeziona in tutti i suoi elementi costitutivi quando il soggetto sia dichiarato fallito. Lo ha affermato la Cassazione Penale, con la sentenza n. 876 depositata il 12 gennaio.

Il caso. Nell'ambito di una procedura concorsuale, una società veniva dichiarata fallita dal Tribunale di Roma e, successivamente, anche dal Tribunale di Velletri: la Cassazione risolveva il conseguente regolamento di competenza nel senso della competenza del secondo tribunale e qui veniva, quindi, incardinato il procedimento penale per la bancarotta degli amministratori della società fallita. Il Gup del Tribunale di Velletri dichiarava, però, l'incompetenza territoriale del proprio tribunale, e rimetteva gli atti al Tribunale di Roma. Qui il Gup disponeva il rinvio a giudizio degli imputati, ma il Tribunale di Roma dichiarava la propria incompetenza ordinando la trasmissione degli atti al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, il quale sollevava, infine, un conflitto improprio, ex art. 28, comma 2, c.p.p. La vicenda giungeva, pertanto, innanzi alla Cassazione Penale.
Fallimento e bancarotta: determinazione della competenza in sede civile e penale. La Cassazione risolve il conflitto, affermando la competenza del Tribunale di Roma, sulla base dei seguenti principi.
Anche se normalmente il tribunale che dichiara il fallimento è lo stesso che, in sede penale, giudica dei reati fallimentari, i criteri per determinare la competenza sono diversi: in sede civile, la competenza per territorio spetta al tribunale del luogo in cui l'imprenditore ha la sede principale dell'impresa. In sede penale, invece, la competenza è determinata dal luogo in cui il reato è stato consumato.
Fallimento come elemento costitutivo della bancarotta: per la competenza rileva la consumazione del reato. Poiché la dichiarazione di fallimento è elemento costitutivo del reato di bancarotta e non una condizione oggettiva di punibilità, il reato di perfeziona quando il soggetto, che abbia commesso anche in precedenza attività di sottrazione dei beni aziendali, sia dichiarato fallito.
Nel caso in esame, dunque, il reato di bancarotta si è consumato con la prima dichiarazione di fallimento, e la competenza in sede penale spetta al Tribunale che per primo ha dichiarato il fallimento, mentre non rileva, in sede penale, la sede societaria.
Sorte della prima dichiarazione di fallimento pronunciata da un tribunale incompetente. I giudici penali hanno l'occasione per ribadire che, quando un conflitto di competenza territoriale tra due tribunali fallimentari venga risolto con l'individuazione, quale giudice competente, di un tribunale diverso da quello che per primo ha dichiarato il fallimento, la prima sentenza non viene cassata e i suoi effetti sostanziali non vengono meno: semplicemente, il procedimento deve proseguire avanti il tribunale ritenuto competente, “con le sole modifiche necessarie, avuto riguardo al principio dell'unitarietà del procedimento fallimentare a far tempo dalla pronuncia del giudice incompetente, enunciato dall'art. 9-bis l. fall.

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