In caso di fallimento del datore di lavoro, l'obbligo della Cassa Edile di pagare ai lavoratori i crediti derivanti dal rapporto lavorativo, relativi a ferie, gratifiche natalizie e festività infrasettimanali sorge non già semplicemente per effetto dell'instaurarsi del rapporto di lavoro, ma piuttosto in forza dell'avvenuto pagamento, da parte del datore, degli accantonamenti relativi.
È questo il principio ribadito dalla Sezione Lavoro della Cassazione, nella sentenza n. 1604 depositata il 28 gennaio.
La vicenda. Un dipendente di società dichiarata fallita agiva in giudizio nei confronti della Cassa Edile per ottenere il pagamento delle somme spettantigli, relative al rapporto di lavoro, ma la domanda veniva respinta in primo e secondo grado. Il lavoratore proponeva, quindi, ricorso per cassazione.
Rapporto trilaterale e delegazione di pagamento. La S. Corte conferma integralmente la ricostruzione, operata dai giudici d'appello, del rapporto trilaterale instauratosi tra lavoratore, datore di lavoro e Cassa Edile. Quest'ultima, infatti, risulta obbligata nei confronti dei lavoratori solo a seguito del pagamento, da parte del datore di lavoro, delle somme spettanti a titolo retributivo, in virtù di un rapporto configurabile, appunto, come delegazione di pagamento. Non si tratta, quindi, di un obbligo automatico, nascente dalla mera insorgenza del rapporto lavorativo, ma è necessario che vi sia stato il pagamento del datore, quale evento che origina il rapporto delegatorio tra le parti.
L'obbligo di Cassa Edile sorge solo se il datore ha versato le somme. In caso di inadempimento del datore di lavoro, e conseguente fallimento, i lavoratori possono agire nei suoi confronti, e insinuarsi al passivo per il recupero delle somme retributive a loro spettanti, ma “non possono agire verso la Cassa Edile, neppure qualora sia stata ammessa al passivo anche per le somme dovute ai lavoratori, a meno che tali somme non siano state dalla medesima effettivamente riscosse”.