Al decreto di omologa con accollo al terzo si applica l’imposta di registro in misura fissa

La Redazione
09 Luglio 2014

La Commissione tributaria provinciale è chiamata a decidere se il decreto di omologazione del concordato fallimentare con accollo dei debiti e cessione dell'attivo fallimentare al terzo assuntore ex art. 124, comma 2, lett. c), l. fall., sia assoggettabile ad imposta di registro fissa oppure proporzionale.

La questione. La Commissione tributaria provinciale è chiamata a decidere se il decreto di omologazione del concordato fallimentare con accollo dei debiti e cessione dell'attivo fallimentare al terzo assuntore ex art. 124, comma 2, lett. c), l. fall., sia assoggettabile ad imposta di registro fissa oppure proporzionale.
La normativa. La norma in esame in questo caso è l'art. 8, della Tariffa I contenuta nel dPR n. 131/1981 Testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro.
Tale norma dispone che gli “atti dell'autorità giudiziaria ordinaria e speciale in materia di controversie civili che definiscono, anche parzialmente, il giudizio, compresi i decreti ingiuntivi esecutivi, i provvedimenti di aggiudicazione e quelli di assegnazione, anche in sede di scioglimento di comunioni, le sentenze che rendono efficaci nello Stato sentenze straniere e i provvedimenti che dichiarano esecutivi i lodi arbitrali: recanti trasferimento o costituzione di diritti reali su beni immobili o su unità da diporto ovvero su altri beni e diritti sono soggetti ad aliquota proporzionale del 3% (lett. a)). Mentre, qualora si tratti di atti di omologazione, deve essere applicata l'imposta fissa di 168,00 € (lett. g)).
Gli orientamenti giurisprudenziali. L'Agenzia delle entrate, direzione provinciale di Bergamo, emette avviso di liquidazione dell'imposta di registro relativamente all'atto giudiziario di importo pari al 3% dell'accordo del debito effettuato dal terzo assuntore, ritenendo che il decreto di omologa del concordato fallimentare con accollo rientri nella lett. a), art. 8 della Tariffa allegata al dPR 131/1986 e quindi tra quegli atti recanti trasferimento o costituzione di diritti reali su beni immobili o su unità da diporto ovvero su altri beni e diritti.
Anche la Commissione tributaria provinciale di Bergamo ha ritenuto doversi applicare, nel caso in esame, l'imposta proporzionale del 3% in quanto il decreto di omologa di un concordato, sia esso fallimentare o preventivo, con accollo dei debiti e cessione dell'attivo fallimentare a un terzo assuntore, rientrerebbe tra gli atti di cui alla lett. a).
La Ctp richiama, al riguardo, quella giurisprudenza secondo cui, relativamente al concordato preventivo con garanzia del pagamento parziale dei creditori ovvero con cessione dei beni ex art. 160 l. fall., non si realizza alcun trasferimento di beni o diritti, in quanto, nel primo caso si tratta di una riduzione dell'ammontare dei diritti di credito, mentre , nel secondo caso la proprietà dei beni rimane in capo al debitore pur se assoggettati ad un vincolo di destinazione (sul punto si veda anche la Circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 27/2012, già nelle news de IlFallimentarista).
Diversamente, il decreto di omologa del concordato con terzo assuntore avrebbe natura di atto immediatamente traslativo della proprietà dei beni e della titolarità dei diritti facenti parte dell'attivo fallimentare in favore di un soggetto estraneo alla procedura e, quindi, tale atto rientrerebbe tra quelli della lett. a).
A sostegno di tale tesi è fatto richiamo al criterio nominalistico, per cui rientrerebbero sì nella lettera g) tutti gli atti di omologazione, ma tenendo conto, d'altra parte, che tale criterio è stato applicato in giurisprudenza nei soli casi di concordato senza intervento del terzo assuntore.
La decisione della Ctr. Ad opinione della Commissione Tributaria regionale della Lombardia, però, è stata fatta nel caso di specie un'errata applicazione del criterio nominalistico. La norma di cui alla lett. a) assoggetta ad imposta di registro pari al 3% gli atti dell'autorità giudiziaria ordinaria o speciale in materia di controversie civili recanti trasferimento o costituzione di diritti reali su beni immobili o su unità da diporto ovvero su altri beni e diritti: trattasi dunque solo di atti di trasferimento o costituzione dei diritti reali e non di atti o sentenze come nel caso in esame, poiché nei confronti del terzo assuntore non è avvenuto alcun trasferimento o costituzione di diritti reali su alcun bene o diritto. D'altro canto, spiega la Corte, se “il legislatore avesse voluto inserire nella previsione in argomento anche il trasferimento (o la costituzione di diritti reali) di beni diversi da immobili o autovetture o da unità da diporto e di diritti diversi da quelli reali avrebbe riportato sic et simpliciter nella nuova formulazione della lett.a) dell'art. 8 la dizione della prima parte della lettera c) dell'art. 8 dPR 634/1972”, stabilendo così la tassabilità con aliquota del 3% dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria aventi per oggetto beni e diritti diversi da quelli contenuti nelle lett. a) e b).
Occorre quindi rivalutare il criterio nominalistico e ritenere che la sentenza di omologazione del concordato rientri nella lett. g) che comprende generalmente gli atti di omologazione.

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