Banca d'Italia - Le novità in tema di concordato preventivo. Riflessi sulla classificazione per qualità del credito dei debitori, 29 novembre 2013
Le modifiche alla disciplina del concordato, apportate da ultimo dal c.d. Decreto Sviluppo e dal Decreto del Fare, hanno riflessi sulla classificazione per qualità del credito delle esposizioni verso soggetti che accedono a tale istituto, ai fini delle segnalazioni di vigilanza, del bilancio e della Centrale Rischi.
Bankitalia ha, dunque, pubblicato un documento, che sarà in consultazione fino al 18 dicembre, sulla classificazione per qualità dei crediti in caso di concordato preventivo, recependo anche una richiesta di chiarimenti dell'Abi.
Vengono, così, rimossi potenziali ostacoli all'afflusso di nuova finanza ad imprese in crisi, mediante la classificazione come “partite incagliate” e non come “sofferenze” delle esposizioni debitorie del debitore che abbia presentato una domanda di concordato preventivo.
Concordato in bianco e con continuità aziendale. Più precisamente, Bankitalia osserva che, con riferimento alle Segnalazioni di vigilanza e bilancio, “anche al fine di evitare il rischio di frapporre ostacoli al processo di risanamento del debitore” che abbia presentato una domanda di concordato con riserva ex art. 161, comma 6, l. fall., le esposizioni verso il soggetto in stato di insolvenza vanno classificate nell'ambito delle partite incagliate dalla data di presentazione della domanda e fino a quando non sia nota l'evoluzione dell'istanza.
Vanno, invece, classificate tra le sofferenze in presenza di elementi obiettivi nuovi, che inducano una diversa valutazione degli intermediari, o quando le esposizioni erano già in sofferenza alla presentazione della domanda.
Analoghe osservazioni valgono per le segnalazioni della Centrale Rischi.
Infine, sino a quando non sia nota l'evoluzione dell'istanza di preconcordato, la complessiva esposizione debitoria, classificata negli incagli o nelle sofferenze in base ai criteri citati, va rilevata tra le non performing exposures in base alle definizioni contenute nel documento pubblicato dall'EBA lo scorso 21 ottobre (Final draft technical standards on Non-Performing Exposures and Forbearance).
Le stesse classificazioni sopra illustrate operano anche con riferimento al concordato in continuità.
Maggiori informazioni disponibili sui siti di Banca d'Italia e EBA