Compensi professionali: già in vigore i nuovi parametri ministeriali

La Redazione
06 Settembre 2012

Sono in vigore dal 23 agosto i nuovi parametri per la determinazione dei compensi professionali da parte di un organo giurisdizionale.Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 22 agosto, n. 195, del Decreto del Ministero della Giustizia, 20 luglio 2012, n. 140, diventa operativa la nuova disciplina, che sancisce l'addio definitivo alle tariffe.

Sono in vigore dal 23 agosto i nuovi parametri per la determinazione dei compensi professionali da parte di un organo giurisdizionale.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 22 agosto, n. 195, del Decreto del Ministero della Giustizia, 20 luglio 2012, n. 140, diventa operativa la nuova disciplina, che sancisce l'addio definitivo alle tariffe.
I nuovi parametri: per fasi di giudizio. Il regolamento fissa i parametri che il giudice è tenuto ad applicare per la quantificazione degli onorari professionali – non solo per gli avvocati, ma anche per commercialisti, notai, esperti contabili ed altri professionisti – nel caso in cui non sia stato raggiunto un accordo tra le parti.
Per quanto riguarda gli avvocati, una prima distinzione è quella tra attività giudiziali e stragiudiziali. Nell'ambito delle prime, inoltre, la liquidazione è operata in relazione alle fasi e non più alle singole attività: vengono, quindi, elencate la fase di studio della controversia, quella di introduzione del procedimento; la fase istruttoria; la fase decisoria e quella esecutiva.
All'art. 4 si precisa che “nella liquidazione il giudice deve tenere conto del valore e della natura e complessità della controversia, del numero e dell'importanza e complessità delle questioni trattate”.
I criteri per la determinazione dei compensi. Il compenso viene liquidato in relazione al valore della controversia: il regolamento contiene una tabella che per ogni scaglione di riferimento indica un valore medio di liquidazione e un valore percentuale discrezionale, in aumento e in diminuzione.
Non vincolanti. Ma è l'art. 1 a contenere la disposizione più rilevante: l'ultimo comma, infatti, stabilisce che “in nessun caso le soglie numeriche indicate, anche a mezzo di percentuale, sia nei minimi che nei massimi, per la liquidazione del compenso, nel presente decreto e nelle tabelle allegate, sono vincolanti per la liquidazione stessa”.
I nuovi parametri non sono vincolanti: abrogate le tariffe, al giudice è riconosciuta ampia libertà.

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