San Raffaele: con l'omologa del concordato si estingue l’Ente-Fondazione e vengono fissate le modalità di liquidazione
16 Maggio 2012
Con decreto depositato il 10 maggio u.s., il Tribunale di Milano ha omologato, dopo una procedura durata circa sei mesi, e quindi in tempi record se si considera la complessità dell'impresa sanitaria in questione, il concordato preventivo della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, con cessione integrale dei beni, senza divisione in classi, ma con la previsione della prosecuzione dell'attività ospedaliera. Il decreto ha già anche avuto in gran parte immediata esecuzione, poiché il ramo d'azienda ospedaliero e di ricerca, che costituisce l'asset core della Fondazione, è stato conferito in una nuova società già il giorno successivo, 11 maggio, e contestualmente le azioni di tale società sono state acquistate dalla Velca S.p.A., esponente del gruppo Rotelli. Nel decreto vengono indicate le disposizioni a cui il collegio di liquidatori giudiziali nominato si dovrà attenere, un vero e proprio protocollo operativo da seguire in caso di liquidazione di beni nei concordati preventivi per cessio bonorum.
LE MASSIME - Ai fini della valutazione della fattibilità del piano concordatario, assumevano nel caso di specie rilevanza sia elementi soggettivi, come l'intervenuta nomina di un nuovo c.d.a. che rappresentava una discontinuità rispetto alla gestione pregressa, sia elementi oggettivi, quali la circostanza che l'offerta conclusiva fosse di gran lunga maggiore di quella proveniente dagli originari investitori, provenisse da una società solvibile, esponente di un gruppo di primario rilievo in ambito sanitario, e fosse il risultato di una selezione resa possibile da una sub-procedura di “apertura al mercato” promossa dalla medesima Fondazione ricorrente su invito del Tribunale.
L'estinzione vera e propria di una Fondazione non avviene con il deposito/pubblicazione del provvedimento di omologa del concordato, da cui si origina piuttosto la fase liquidativa in cui l'ente, non potendo più perseguire lo scopo originario, deve limitarsi a compiere attività di dismissione del suo patrimonio, ma solo con la definitiva cancellazione dal Registro delle persone giuridiche.
Le modalità di liquidazione sono determinate dal Tribunale con il decreto di omologa: in particolare il collegio dei liquidatori deve predisporre un piano preciso e dettagliato delle attività di liquidazione e procedere a vendite competitive. Infatti, sebbene il legislatore, disciplinando il concordato preventivo, nel richiamare le norme della liquidazione fallimentare non faccia espressamente riferimento anche all'art. 104-ter l. fall., tale disposizione deve ritenersi estensibile anche alla procedura concordataria, in applicazione delle regole di buona amministrazione, che richiedono una previa pianificazione delle attività liquidatorie.
Applicandosi anche al concordato preventivo la disciplina della liquidazione fallimentare prevista dagli articoli 105-108-ter l. fall., sussiste il potere del Tribunale, esercitabile con il decreto di omologa, o del Giudice Delegato, esercitabile poi in fase esecutiva, di ordinare, con decreto, la cancellazione delle iscrizioni relative ai diritti di prelazione (nonché delle trascrizioni dei pignoramenti e dei sequestri conservativi e di ogni altro vincolo), una volta eseguita la vendita o cessione e riscosso interamente il prezzo di beni immobili e di beni iscritti in pubblici registri. |