Una società in concordato viene condannata alla rifusione delle spese legali per una causa di opposizione a decreto ingiuntivo iniziata antecedentemente all'apertura della procedura. La causa viene coltivata anche dopo l'apertura poiché la società opponente (poi ammessa al concordato preventivo) aveva svolto domanda riconvenzionale per danni. Le spese legali della soccombenza sono state liquidate sul valore della domanda riconvenzionale. In tale caso, tali spese vanno considerate alla stregua del credito (quindi sottoposte alla falcidia concordataria) o devono essere poste in prededuzione (poiché riferite alla domanda riconvenzionale - che se accolta sarebbe stata attività riferita in favore della massa)?
L'ART. 111, COMMA 2, L. FALL. - Come è noto, il secondo comma dell'art. 111 l. fall. considera prededucibili i crediti qualificati da una specifica disposizione di legge ed i crediti sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali. Pertanto, in virtù di tale disposizione, alla prededuzione “tipica” di ordine legale, comprensiva delle fattispecie tassativamente previste dalla legge fallimentare, si affianca la prededuzione “atipica” a sua volta modulata nel criterio temporale-cronologico, relativo ai crediti sorti durante la procedura (in occasione) o antecedentemente alla procedura concorsuale strumentali alle finalità della medesima (in funzione).
Il primo dei due criteri postula la coincidenza cronologica tra credito e procedura. Secondo Cass. 24 gennaio 2014, n. 1513, affinché un credito possa qualificarsi come prededucibile, risulta necessario affiancare l'aspetto meramente temporale con l'ulteriore elemento soggettivo della riferibilità agli organi della procedura. In difetto di tale integrazione, il criterio in questione sarebbe palesemente irragionevole in quanto condurrebbe a considerare prededucibili, per il solo fatto di essere sorti in concomitanza temporale con la procedura, anche i crediti conseguenti ad attività del debitore non funzionali ad esigenze della stessa.
Il criterio della funzionalità, a sua volta, assume invece un significato di tipo teleologico, in virtù del quale è possibile riconoscere il beneficio della prededucibilità a crediti sorti per attività prestate in funzione di una procedura concorsuale. L'assenza di ogni legame temporale con la procedura ha comunque indotto gli interpreti a ritenere che il criterio potesse essere applicato anche a crediti per prestazioni effettuate in data anteriore all'inizio della medesima. In particolare, il criterio in esame non può risolversi nella semplice attinenza di un credito rispetto ad una procedura concorsuale, ma va ancorato al requisito della utilità per la stessa, da intendersi come necessaria strumentalità rispetto alla procedura e come rispondenza al suo scopo ed all'interesse della massa dei creditori, giustificandosi soltanto in questa ipotesi il particolare beneficio della prededuzione (in questo senso Cass. 5 marzo 2014, n. 5098; Cass. 14 marzo 2014, n. 6031).
LA SOLUZIONE – Tanto premesso, il riconoscimento della prededucibilità alle spese legali inerenti a controversia sorta anteriormente alla procedura di concordato preventivo è tutt'altro che pacifico. Ancora oggi, infatti, la preoccupazione prevalente risiede nell'evitare il riconoscimento di oneri prededucibili in assenza di un controllo degli organi giudiziali sulla fonte dell'obbligazione che abbia determinato il credito.
In termini generali, la prededuzione di cui all'art. 111 l. fall. per i crediti sorti in funzione di tale procedura può essere riconosciuta anche per attività come quella di assistenza in giudizi già pendenti alla data di apertura della procedura, a condizione che la medesima sia caratterizzata dalla adeguatezza funzionale agli interessi della massa. In tale ottica, i giudici di legittimità (Cass. 17 aprile 2014, n. 8958) sono giunti a riconoscere la prededucibilità al credito del legale per attività svolte in giudizi pendenti alla data di apertura della procedura, in virtù di incarichi precedentemente conferiti dall'imprenditore, a condizione che dalla relativa verifica emerga l'adeguatezza funzionale agli interessi della massa. A parere della S.C., infatti, “il collegamento occasionale ovvero funzionale posto dal dettato normativo deve intendersi riferito al nesso, non tanto cronologico né solo teleologico, tra l'insorgere del credito e gli scopi della procedura, strumentale in quanto tale a garantire la sola stabilità del rapporto tra il terzo e l'organo fallimentare, ma altresì nel senso che il pagamento di quel credito, ancorché avente natura concorsuale, rientra negli interessi della massa, e dunque risponde allo scopo della procedura in quanto inerisce alle gestione fallimentare”.
Pertanto, ove manchi l'utilità per i creditori, la prededucibilità non potrà essere riconosciuta, fermo restando il diritto del professionista all'ammissione in via privilegiata ex art. 2751 bis, n. 2, c.c. Al riguardo, alcuni giudici di merito, nell'ipotesi di esito positivo dell'accertamento sulla funzionalità del credito alla procedura concordataria, hanno comunque ritenuto necessaria la valutazione ex post del giudice delegato in ordine alla utilità di questa stessa attività per il ceto creditorio dipendente dall'accrescimento dell'attivo o, comunque, dalla salvaguardia dell'integrità del patrimonio (cfr. Trib. Roma 23 febbraio 2015, n. 114; Trib. Padova 2 marzo 2015; Trib. Monza 23 ottobre 2014, tutte in ilFallimentarista.it, secondo cui l'onere di provare l'effettiva utilità per i creditori incomberebbe sul professionista, con la conseguenza che la prededuzione potrà essere negata ogni qualvolta quest'ultimo non dimostri che le attività svolte in favore del debitore si sono rivelate utili per la tutela dell'interesse dei creditori della società ammessa al concordato preventivo).
Alla luce di quanto sopra, quindi, il credito inerente alle spese legali a cui è stata condannata la società in concordato preventivo - relative ad una causa di opposizione a decreto ingiuntivo iniziata antecedentemente all'apertura della procedura, ma proseguita durante la medesima con la presentazione della domanda riconvenzionale per danni, liquidate sul valore di tale domanda riconvenzionale – potrà essere considerato in prededuzione, soltanto ove si riesca a dimostrare – ipotesi che in tal caso assai difficilmente può realizzarsi - la funzionalità alla procedura, rectius l'utilità per la massa dei creditori.