Riparto finale e crediti condizionati

05 Febbraio 2014

Il Commissario Giudiziale di un Concordato Preventivo, a seguito della liquidazione di tutti i beni, ha predisposto il rendiconto finale nonché il piano di ripartizione finale che prevede il pagamento di una certa percentuale a favore dei creditori chirografari (senza prevedere accantonamenti) nonostante sia pendente una opposizione a stato passivo, presso la Corte d'Appello, promossa da un creditore chirografario escluso in primo grado di giudizio (il ceditore era originariamente stato ammesso alla procedura in forza di un decreto ingiuntivo. Il decreto ingiuntivo è poi stato opposto e quindi revocato in primo grado. Il creditore ha proposto appello chiedendo di confermare il decreto ingiuntivo. Nel frattempo il Concordato Preventivo ha venduto tutti gli attivi e sta predisponendo un piano di ripartizione finale senza accantonare alcunchè a favore del creditore).Con tale riparto finale la procedura libera tutte le risorse disponibili ed il creditore opponente, qualora dovesse poi essere ammesso, non potrebbe ricevere alcunché dalla procedura. In questo caso il Commissario non deve procedere quantomeno all'accantonamento delle somme da riconoscere al potenziale creditore? Se non predispone l'accantonamento ed il creditore potenziale viene ammesso, come fa a soddisfare le sue pretese creditorie? Il Commissario ed il Liquidatore hanno delle responsabilità in questa circostanza?

Il Commissario Giudiziale di un Concordato Preventivo, a seguito della liquidazione di tutti i beni, ha predisposto il rendiconto finale nonché il piano di ripartizione finale che prevede il pagamento di una certa percentuale a favore dei creditori chirografari (senza prevedere accantonamenti) nonostante sia pendente una opposizione a stato passivo, presso la Corte d'Appello, promossa da un creditore chirografario escluso in primo grado di giudizio (il ceditore era originariamente stato ammesso alla procedura in forza di un decreto ingiuntivo. Il decreto ingiuntivo è poi stato opposto e quindi revocato in primo grado. Il creditore ha proposto appello chiedendo di confermare il decreto ingiuntivo. Nel frattempo il Concordato Preventivo ha venduto tutti gli attivi e sta predisponendo un piano di ripartizione finale senza accantonare alcunchè a favore del creditore).
Con tale riparto finale la procedura libera tutte le risorse disponibili ed il creditore opponente, qualora dovesse poi essere ammesso, non potrebbe ricevere alcunché dalla procedura. In questo caso il Commissario non deve procedere quantomeno all'accantonamento delle somme da riconoscere al potenziale creditore? Se non predispone l'accantonamento ed il creditore potenziale viene ammesso, come fa a soddisfare le sue pretese creditorie? Il Commissario ed il Liquidatore hanno delle responsabilità in questa circostanza?

Il credito sub iudice è trattato dalla legge come un credito condizionale.
L'obbligo di accantonamento di somme spettanti al creditore nel riparto parziale sussiste, nel fallimento, quando questi ha proposto opposizione e ha vinto in primo grado, ma la sentenza (rectius: il decreto, ex art. 99, comma 11, l. fall.) non è passata in giudicato (art. 113, comma 1, n. 3, l. fall.).
Nel riparto finale, ex art. 117, comma 1, l. fall. vengono distribuiti anche gli accantonamenti fatti in precedenza, salvo che il provvedimento non sia ancora passato in giudicato, nel qual caso si deve disporre il deposito della somma nei modi stabiliti dal giudice delegato (di solito libretto bancario o postale) perché possa essere, al verificarsi del passaggio in giudicato, o assegnata al creditore vittorioso, oppure distribuita tra i creditori rimasti insoddisfatti capienti con un riparto supplementare, previo ed il richiamo nelle funzioni ad acta del curatore (in regime di prorogatio ex lege).
Questa disciplina, che era di fatto già prassi dai tribunali prima che diventasse legge, potrebbe uò anche essere applicata analogicamente al concordato, per cui il creditore soccombente in primo grado non avrebbe ha diritto all'accantonamento e la procedura di concordato preventivo potrebbe uò chiudersi senza che siano accantonate somme in favore del preteso creditore.
Ciò non esclude che il liquidatore possa invece reputare opportuno disporre un accantonamento prudenziale, specie ove il credito in questione sia stato prima ammesso al voto.
In ogni caso è difficile ipotizzare una responsabilità degli organi concorsuali (liquidatore e/o commissario) quando il Tribunale non abbia disposto alcunché in occasione dell'omologa circa le somme spettanti ai creditori “contestati” (art. 180, penultimo comma, l.fall.). Infatti la fattispecie in esame potrebbe trovare la sua più semplice soluzione se in sede di omologa il commissario facesse presente la opportunità di disporre specifiche cautele per il credito che è ancora oggetto di accertamento. In mancanza, forse il liquidatore farebbe bene a rivolgersi all'organo di controllo (il Giudice Delegato), per sottoporgli la questione.

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