Concordato: partecipazione al voto dei creditori ipotecari non soddisfatti integralmente

27 Gennaio 2014

Una proposta di concordato preventivo prevede il soddisfacimento dei creditori ipotecari nel limite del valore del bene oggetto del privilegio ipotecario, come identificato nella relazione giurata redatta ai sensi dell'art. 160, comma 2, l.fall., al netto delle spese di gestione e di quelle generali della procedura pro quota. Il perito stimatore nominato ai sensi dell'art. 172, comma 2, l. fall. ha attribuito al bene un valore di stima notevolmente inferiore a quello indicato nella proposta.Poiché l'articolo 160 prevede che i crediti muniti di diritto di prelazione di cui la proposta di concordato prevede la soddisfazione non integrale sono equiparati ai chirografari per la parte residua del credito, si chiede se, per la quota di cui non si prevede la soddisfazione in privilegio, tali crediti debbano essere ammessi alla votazione.In caso affermativo, il conteggio del credito da ammettere va fatto con riferimento al valore indicato nella relazione giurata ex art. 160, comma 2, l.fall, o a quello attribuito dal perito nominato dal Giudice Delegato?E qualora l'effettivo realizzo fosse poi superiore, come verrebbe soddisfatto il credito per il quale il creditore ipotecario avesse eventualmente espresso il voto?

Una proposta di concordato preventivo prevede il soddisfacimento dei creditori ipotecari nel limite del valore del bene oggetto del privilegio ipotecario, come identificato nella relazione giurata redatta ai sensi dell'art. 160, comma 2, l.fall., al netto delle spese di gestione e di quelle generali della procedura pro quota.
Il perito stimatore nominato ai sensi dell'art. 172, comma 2, l. fall. ha attribuito al bene un valore di stima notevolmente inferiore a quello indicato nella proposta.
Poiché l'articolo 160 prevede che i crediti muniti di diritto di prelazione di cui la proposta di concordato prevede la soddisfazione non integrale sono equiparati ai chirografari per la parte residua del credito, si chiede se, per la quota di cui non si prevede la soddisfazione in privilegio, tali crediti debbano essere ammessi alla votazione.
In caso affermativo, il conteggio del credito da ammettere va fatto con riferimento al valore indicato nella relazione giurata ex art. 160, comma 2, l.fall, o a quello attribuito dal perito nominato dal Giudice Delegato?
E qualora l'effettivo realizzo fosse poi superiore, come verrebbe soddisfatto il credito per il quale il creditore ipotecario avesse eventualmente espresso il voto?

RIFERIMENTI NORMATIVI - L'art. 160 l. fall. stabilisce che la proposta contenuta nella domanda di concordato preventivo possa prevedere il soddisfacimento anche non integrale dei creditori muniti di cause legittime di prelazione, purché il piano concordatario accordi loro una percentuale di soddisfazione in misura non inferiore a quella realizzabile sul ricavato della liquidazione dei beni e dei valori.
Tale valore deve essere indicato nella relazione giurata redatta da perito giusta il disposto del secondo comma del suindicato articolo.
L'art. 177, comma 3, l. fall., a sua volta dispone che i creditori privilegiati, per i quali la proposta concordataria non prevede la loro soddisfazione integrale, per la parte residua del credito sono equiparati ai creditori chirografari.

OSSERVAZIONI - Considerato che l'art. 177, comma 3, l. fall. prevede l'equiparazione della parte residua dei crediti privilegiati rimasti insoddisfatti a quelli chirografari, non paiono sussistere ragioni ostative alla loro partecipazione al voto, insieme ai creditori chirografari, per la parte di credito ammesso in chirografo.
Perciò, in tal caso, i creditori privilegiati parteciperanno al voto, al pari di quelli chirografari, in relazione alla parte residua del credito privilegiato ammessa in chirografo.
Per quanto concerne, poi, la quota parte di credito residuo da ammettere alla votazione, poiché se ne prevede la soddisfazione in via chirografaria – nel caso in cui sussista una differenza tra quello indicato nella relazione di stima e quello calcolato dall'esperto nominato dal Giudice Delegato –, considerata la mancanza di giurisprudenza che abbia affrontato la questione, pare opportuno preferire la soluzione che accordi prevalenza alla perizia di stima redatta ai sensi dell'art. 172, comma 2, l.fall.
Quanto poi all'ipotesi in cui, dalla realizzazione del piano, si dovesse addivenire ad una valore di realizzo superiore a quello indicato nella relazione, la soddisfazione del credito privilegiato dovrebbe avvenire in relazione all'effettivo ricavo ottenuto dalla liquidazione del bene medesimo.
Tale soluzione, invero, si pone in favore del creditore privilegiato e discende dalla considerazione per cui la relazione di stima consiste, in ogni caso, in un'indicazione del possibile ricavo ottenibile dalla liquidazione del bene, sicché, se in effetti lo stesso sia maggiore di quello preventivato, non si vede come al creditore privilegiato possa negarsi la soddisfazione in misura maggiore a quella preventivamente indicata, atteso, inoltre, che la proposta prevede il soddisfacimento dei creditori ipotecari nel limite del valore del bene oggetto del privilegio, di talchè si ritiene che la liquidazione del bene debba garantire, anzitutto, la soddisfazione dei creditori ipotecari e ciò indipendentemente dalla parte del credito ammessa al voto insieme ai creditori chirografari.

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