Autorizzazioni al pagamento di crediti di lavoro subordinato maturati prima del deposito della domanda

21 Giugno 2013

Domanda di concordato in bianco. Per pagare debiti verso dipendenti (maturati ante deposito del ricorso) è necessaria l'autorizzazione del Tribunale?

Domanda di concordato in bianco. Per pagare debiti verso dipendenti (maturati ante deposito del ricorso) è necessaria l'autorizzazione del Tribunale?

RIFERIMENTI NORMATIVI - Il quesito tocca una serie di istituti nell'ambito della più ampia normativa in tema di concordato preventivo; ci si riferisce, principalmente, all'art. 161, comma 6, (presentazione della domanda cd. in bianco) e comma 7 (autorizzazione a compiere atti urgenti di amministrazione straordinaria) l. fall., all'art. 168 l. fall. (effetti della presentazione del ricorso), e all'art. 182-quinquies, comma 4, l. fall. (pagamenti di crediti anteriori nel concordato in continuità aziendale e finanziamenti cd interinali).

L'ORIENTAMENTO ATTUALE DELLA DOTTRINA E DELLA GIURISPRUDENZA - L'art. 168 l. fall., laddove prevede che “dalla data di pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese e fino al momento in cui il decreto di omologazione del concordato preventivo diventa definitivo, i creditori per titolo o causa anteriori non possono, sotto pena di nullità, iniziare o proseguire azioni esecutive o cautelari sul patrimonio del debitore” esclude, in sostanza, che il debitore in concordato paghi sua sponte crediti anteriori. In tal senso Cass. n. 578 del 12.01.2007: “…dopo l'ammissione alla procedura di concordato preventivo non sono consentiti pagamenti lesivi della par condicio creditorum, nemmeno se realizzati attraverso compensazioni di debiti sorti anteriormente con crediti realizzati in pendenza della procedura concordataria. […]. L'art. 168, nel porre il divieto di azioni esecutive da parte dei creditori, comporta implicitamente il divieto di pagamento di debiti anteriori perché sarebbe incongruo che ciò che il creditore non può ottenere in via forzata possa conseguire in virtù di spontaneo adempimento, essendo in entrambi i casi violato proprio il principio di parità di trattamento dei creditori”. Tali pagamenti, salvo quanto si dirà per la particolare ipotesi trattata dall'182-quinquies, comma 4, l. fall., sarebbero dunque inefficaci ex art. 168 l. fall. ed eventualmente motivo di revoca dell'ammissione al concordato ex art. 173 l. fall. (Trib. Siracusa, 20.12.2012, Est. Leuzzi). Soltanto con l'introduzione dell'art. 182-quinquies l. fall. il legislatore ha aperto uno spiraglio al pagamento di crediti anteriori, ma solo a condizioni precise e stringenti:
I) deve trattarsi di concordati (o di accordi) in continuità ex art. 186-bis l. fall.,
II) deve esservi un provvedimento autorizzativo del Tribunale,
III) i debiti devono riguardare beni o servizi (fornitori strategici) e
IV) deve esservi un'attestazione sia sulla essenzialità di tali prestazioni per la prosecuzione dell'attività di impresa, sia sulla loro funzionalità ad assicurare la miglior soddisfazione del ceto creditorio. Peraltro, il quarto comma dell'art. 182-quinquies estende espressamente anche al concordato con riserva la possibilità di autorizzazione. Tuttavia, la necessità di esplicare il piano concordatario, quantomeno a tal fine, nella sostanza rende inapplicabile tale norma alla fase del preconcordato (vedi in proposito Lamanna, La Problematica relazione tra pre-concordato e concordato con continuità aziendale alla luce delle speciali autorizzazioni del Tribunale, in IlFallimentarista , 26.11.2012). L'evoluzione dottrinal-giurisprudenziale in tema di pagamenti anteriori ha applicato rigidamente il dettato normativo, da un lato, escludendo i dipendenti dal novero dei fornitori di beni e servizi (vedi ad esempio Trib. Modena, 15.12.2012, Est. Zanichelli; Trib. Padova, 9.5.2013, Est. Zambotto), dall'altro, limitando la possibilità di pagare i crediti anteriori al solo concordato con continuità aziendale.

CONCLUSIONI - Per quanto suesposto, la questione del pagamento dei crediti dei dipendenti, maturati ante deposito della domanda concordataria, più che dipendere da una mera richiesta di autorizzazione agli organi della procedura, sembra strettamente correlata alla tipologia del concordato proposto, essendo astrattamente ammissibile solo in ipotesi di continuità aziendale ex art. 186-bis l. fall. e 182-quinquies, comma 4, l. fall. Tuttavia la giurisprudenza dominante (salvo alcuni casi in cui il pagamento a dipendenti è stato autorizzato sub specie di riparto ‘anticipato' ovvero in quanto comunque creditori strategici)) esclude tale possibilità in quanto i dipendenti forse nemmeno “possono qualificarsi come fornitori di beni e di servizi” (così, Trib. Modena, cit.). Pertanto l'eventuale richiesta di autorizzazione a pagare debiti anteriori relativi ai dipendenti non potrebbe accogliersi né in ipotesi di concordato liquidatorio (in quanto contrastante con l'art. 168 l. fall.), né in ipotesi di concordato con continuità aziendale (i dipendenti non rientrerebbero tra i fornitori di beni o di servizi). In ogni caso, pur ribadendo quanto più sopra evidenziato, da un recente studio dell'Osservatorio sulle crisi di Impresa risulta che alcuni Tribunali (il 21,7% delle sedi intervistate) autorizzino il pagamento di crediti anteriori anche nelle ipotesi di concordato meramente liquidatorio, mentre la maggioranza delle sedi intervistate (il 78,3%) propende invece per la concessione dell'autorizzazione soltanto alle condizioni previste dall'art. 182-quinquies, comma 4, l. fall.

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