Revocatoria fallimentare dei pagamenti: determinatezza della domanda
11 Maggio 2012
Nell'azione intrapresa dal Curatore Fallimentare, con atto di citazione in revocatoria fallimentare ex art 67 comma 2, l. fall. finalizzato alla restituzione, da parte del fornitore, delle rimesse effettuate dall'imprenditore insolvente ed affluite nel conto corrente del fornitore nel c.d. "periodo sospetto" di sei mesi antecedente lo stato di insolvenza, deve il Curatore Fallimentare indicare, esattamente, i pagamenti che vuole revocare o può, genericamente, indicare "... quelli effettuati nel periodo sospetto"?
RIFERIMENTI NORMATIVI - Il quesito in esame riguarda i requisiti della domanda di revocatoria, esperita dal Curatore Fallimentare, volta a dichiarare inefficaci pagamenti (o cd. rimesse), ai sensi dell'art. 67, comma 2, l. fall.. Secondo tale disposizione sono revocati i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili, gli atti a titolo oneroso e quelli costitutivi di un diritto di prelazione per debiti, anche di terzi, contestualmente creati, compiuti entro sei mesi prima del fallimento, qualora il Curatore dimostri che l'altra parte conoscesse lo stato d'insolvenza del debitore. LA CITAZIONE DEVE ESSERE DETERMINATA - La giurisprudenza di legittimità (si veda Cass. 10361/08) ha sostenuto la necessità di indicare analiticamente, a pena di nullità della domanda di revoca, i singoli pagamenti ovvero le singole rimesse ritenuti inefficaci nonché i fatti posti a fondamento della domanda medesima. Infatti, la mera indicazione per categorie astratte delle diverse operazioni revocabili, ovvero l'irrilevante elencazione nell'atto introduttivo dei pretesi versamenti con la precisazione unicamente della loro somma complessiva, non possono garantire le esigenze difensive della banca convenuta. REQUISITI DI VALIDITÀ DELLA DOMANDA DI REVOCATORIA - Occorre ribadire dunque che, affinché siano rispettati i requisiti della domanda (relativi alla cd. editio actionis), non si ritiene sufficiente l'indicazione di fattispecie generali ed astratte, attraverso il mero richiamo a quelle contemplate dall'art. 67 l. fall., ma è necessaria la deduzione di fatti storici circostanziati, quale ad esempio la domanda di revoca di uno specifico atto e/o pagamento riconducibile alla singola fattispecie normativa. RAGIONI PER INDICARE ESATTAMENTE I PAGAMENTI DA REVOCARE - È pur vero che alcune decisioni (Trib. Padova, 29 aprile 2005; Trib. Foggia, 19 aprile 2001, ma anche Cass., n. 17049/2007, e da ultimo Cass. n. 6789/2012), hanno ritenuto validi atti di citazione in cui fosse possibile identificare le singole rimesse per relationem mediante il riferimento alla documentazione bancaria prodotta in giudizio o di cui l'attore chieda l'acquisizione. LA SOLUZIONE - In conclusione, l'atto di citazione proposto dalla curatela fallimentare deve contenere un'indicazione delle rimesse/pagamenti da dichiararsi inefficaci, in modo tale da permettere effettivamente al giudice e alla controparte di conoscere con determinatezza gli estremi della controversia, individuando in maniera specifica i singoli atti impugnati. |